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Disegno di legge per il voto a domicilio

Un Disegno di Legge che fa sorridereIl senatore Paolo Giaretta ha raccolto la sollecitazione di Alberto Donola, giovane socio della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Padova, recentemente scomparso, e ha presentato al Senato un Disegno di Legge per consentire il voto a domicilio alle persone disabili e dipendenti da apparecchiature medicali.

C’è infatti un buco normativo nella legislazione italiana che, a livello costituzionale, garantisce il diritto di voto senza limitazioni a tutti i cittadini (fuorché in caso di incapacità civile, sentenza penale irrevocabile, indegnità morale), ma, a livello di norme secondarie, nulla dispone circa le modalità di voto delle persone gravemente ammalate e impossibilitate ad uscire di casa.

Era stato proprio Donola a sollevare la questione, appellandosi ad Autorità Pubbliche e stampa, e sottolineando la gravità del fatto in termini di ingiustizia sociale. In una sua lettera resa pubblica nel luglio scorso, si leggeva tra l’altro: «Sarebbe auspicabile, in un’era in cui la tecnologia ci consente di realizzare cose impensabili fino a qualche tempo fa, individuare delle modalità come il voto per corrispondenza e il voto elettronico, attuabili anche a domicilio con tutte le condizioni di sicurezza richieste, in modo da consentire anche a coloro che non possono recarsi ai seggi di esercitare il diritto di voto».

Oggi, prendendo atto che le disposizioni che prevedono l’esercizio del diritto di voto di elettori degenti in ospedali e case di cura e quelle dedicate ad elettori malati ma in grado comunque di recarsi personalmente al seggio non possono applicarsi ai casi di elettori impossibilitati ad uscire di casa perché gravemente malati e dipendenti da apparecchiature elettromedicali, il Disegno di Legge prevede per questi ultimi la possibilità di votare nel proprio domicilio: «Poiché per costoro l’abitazione rappresenta non solo il luogo in cui vivere, ma soprattutto il necessario luogo di cura, si prevedono alcune misure volte a consentire il voto domiciliare».

La procedura prevista è semplice: non oltre il quindicesimo giorno antecedente la votazione, i soggetti interessati dovranno avanzare al proprio sindaco una richiesta di voto domiciliare. I Comuni adotteranno tutte le misure necessarie alla pianificazione e all’organizzazione della raccolta del voto a domicilio, tenendo conto che «le modalità previste dal disegno di legge non comportano oneri aggiuntivi rispetto a quelli ordinariamente previsti per l’organizzazione e lo svolgimento delle procedure elettorali».

(B.P.)

 

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