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Libri accessibili: la strada è ancora in salita

Donna perplessaNon più di un paio di settimane fa avevamo espresso le nostre perplessità ed eravamo stati molto cauti (vedi l’articolo Strumenti didattici accessibili: raccolto l’appello?) nell’apprendere e diffondere le parole di rassicurazione che giungevano dal Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie (MIT) e dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) rispetto all’imminente emanazione della direttiva che dovrebbe portare in tutte le scuole libri di testo accessibili in formato digitale, come previsto dall’articolo 5 della Legge 4/2004, più nota come “Legge Stanca”.

E non avevamo torto! Sono infatti proprio di questi giorni le dichiarazioni del consigliere per le Politiche di Innovazione Tecnologica, Alessandro Musumeci, che ammette la totale impossibilità da parte del Governo di riuscire a produrre e distribuire i libri in formato digitale per l’inizio dell’anno scolastico 2005-2006, confermando invece l’inizio della sperimentazione dei nuovi e-book in 150 classi italiane scelte a campione.

Secondo Musumeci, infatti, progetti complessi come questo – divenuto peraltro oggetto di accese discussioni in questi mesi – devono necessariamente subire un certo periodo di prova e di verifica prima di essere diffusi e attuati in tutto il Paese.
Il consigliere si sente quindi di garantire che coinciderà con il mese di settembre 2006 il momento in cui verrà realizzata la capillare diffusione dei testi.    

Molte per altro erano state le voci che da più parti avevano cercato di far presente la complessità della situazione. L’Appello di genitori, insegnanti, studenti e operatori della scuola (sostenuto da molte Associazioni di persone con disabilità) del marzo scorso – rivolto ai due ministri interessati – andava proprio in questa direzione. In esso si chiedeva al Governo di mettere in campo più forze, per raggiungere un obiettivo ambizioso, ma realizzabile.

Poteva insomma essere una buona occasione per il Governo per dimostrare il proprio impegno verso le realtà che gravitano attorno al mondo della disabilità, ma anche questa volta, purtroppo, è stata sprecata.
(Crizia Narduzzo)

 

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