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Il futuro del quarto ponte

Uno scorcio di Venezia«Mai più a Venezia opere pubbliche inaccessibili»: queste le prime parole, che suonano come una promessa, pronunciate dall’assessore ai Lavori Pubblici di Venezia, Mara Rumiz, al termine del confronto avuto con i rappresentanti della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) e della Federazione delle Associazioni Nazionali dei Disabili (FAND).

Un incontro in cui si è tornati a parlare del futuro quarto ponte sul Canal Grande di Venezia, un’opera innovativa il cui progetto – del celebre architetto spagnolo Santiago Calatrava – si è rivelato fin da subito inaccessibile alle persone con difficoltà motorie.

Un incontro difficile, necessario per fare il punto della situazione. La struttura del ponte, infatti, è ormai quasi ultimata, mentre il progetto dell’ovovia – un dispositivo traslante ritenuto la soluzione migliore per risolvere in qualche modo il problema dell’accessibilità – è ancora in fase di progettazione esecutiva.

Forti le reazioni di disappunto, soprattutto da parte dei rappresentanti di FISH e FAND, nel momento in cui hanno appreso che quello in fase di progettazione è un artificio meccanico diverso da quello che era stato concordato in precedenza e rispetto a cui si riservano di far avere delle considerazioni in tempi rapidi.
Gli stessi rappresentati delle Associazioni hanno inoltre richiesto, per il nuovo dispositivo, garanzie di sicurezza e di facilità di fruizione.

L’assessore Rumiz, dal canto suo, riconosciuti gli errori commessi e la superficialità dimostrata per quanto concerne le valutazioni di accessibilità del ponte, ha voluto far sapere che l’Amministrazione Comunale ha in qualche modo “imparato la lezione” e ha assicurato che d’ora in avanti, a Venezia, l’accessibilità di un’opera costituirà uno degli elementi valutati con maggior peso prima di deciderne la realizzazione.
(C.N.)

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