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A Palermo una nuova frontiera per la riabilitazione domiciliare

La Cattedrale di PalermoHa aperto i battenti a Palermo, nel gennaio 2003, ARA (Associazione Riabilitazione Assistenza) Arcobaleno che nel giro di poco tempo è diventata una delle strutture più apprezzate nell’ambito del panorama riabilitativo del suo territorio.

«Ad oggi – come racconta Katia Manenti, dell’Ufficio Stampa di ARA Arcobaleno -sono 38 le prestazioni domiciliari giornaliere fornite a soggetti di ambo i sessi e di tutte le età, affetti da gravi patologie (tra le altre postumi di ictus cerebrali, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, malattia dei motoneuroni e altre). Si tratta di pazienti che richiedono, per la loro specificità e gravità, una presa in carico globale e il Centro Arcobaleno, convenzionato con l’AUSL 6 di Palermo, è in grado di prestare tale servizio».

Tra gli strumenti di crescita utilizzati vi è stato senz’altro quello del servizio civile nazionale, tramite il quale, nel 2004, è stato sperimentato l’impiego di dieci volontari ad integrazione dell’attività già esistente, occupati principalmente in attività di accompagnamento e ascolto presso i domicili dei pazienti riabilitati.
Un progetto più recente, poi, consentirà l’impiego di  trenta volontari in attività diversificate quali laboratori domiciliari di pittura, scultura, disbrigo di pratiche burocratiche, organizzazione di momenti di svago e animazione presso i domicili dei diversi pazienti. Sono in atto inoltre sia la fase sperimentale di un’attività di pet therapy (“terapia con gli animali”) domiciliare e un progetto di biblioteca itinerante.

Oggi, orgogliosa degli obiettivi raggiunti, l’équipe (coordinata da medici neurologi) dei professionisti della riabilitazione (fisichionesiterapistipsicologi e assistenti Sociali) continua ad operare a volte anche in condizione di disagio, all’insegna del rispetto della dignità umana.
«Intendiamo applicare – dichiara Vincenzo La Mantia, coordinatore organizzativo del Centro – anche altre metodologie di intervento nei confronti dei nostri pazienti, attraverso il ricorso a tecniche innovative già largamente diffuse in contesti nazionali e internazionali».

«Vorrei spezzare una lancia – afferma dal canto suo Roberto Averna, terapista della riabilitazione – in favore del servizio domiciliare, in quanto essenziale come primo contatto rivolto a un paziente allettato in fase acuta,  semplicemente perché prima si interviene, migliore è il recupero e minore è il costo sociale. Attualmente solo in minima parte questa tipologia di pazienti usufruisce del servizio: infatti, sono in maggioranza i pazienti cronici. Con questo voglio dire che il nostro è un servizio giovane per la sua modalità di erogare prestazioni sanitarie che ha grossissime potenzialità non ancora sfruttate al meglio».

Agata Di Noto è invece l’assistente sociale che si occupa dell’organizzazione interna e del rapporto con i pazienti e le loro famiglie, ciò che è fondamentale per stabilire un corretto piano di intervento. Per ogni utente-paziente, infatti, viene preparata ad hoc la documentazione per l’inserimento al SAD (Servizio di Assistenza Domiciliare). Ogni intervento da eseguire viene poi discusso e vagliato dall’intera équipe.
«Il mio rapporto con il paziente e i suoi  familiari – segnala Di Noto – generalmente è sempre sereno, riesco a fare accettare me e il mio ruolo,  cosa non sempre facile, considerando i pregiudizi culturali presenti all’interno di ogni nucleo familiare. Quando una persona riesce a riacquistare il sorriso, ciò rappresenta per me una gratificazione enorme e quando riusciamo a creare sempre più coscienza nei nostri giovani ciò significa che la cultura del sociale, al di là di ogni barriera, cresce laddove c’era solo pregiudizio e indifferenza».
(S.B.)

Per informazioni:
Katia Manenti, Ufficio Stampa ARA Arcobaleno, Via delle Croci, 4/f
fax 091 7495121,
katiamanenti@yahoo.it, centroara@libero.it

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