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Partito a Padova il progetto “Voli Umanitari“

Aeroambulanza all'aeroporto di PadovaAbbiamo incontrato Cesare Peron, della Croce Verde di Padova e gli abbiamo chiesto come procede l’iniziativa Voli Umanitari, presentata alla stampa qualche tempo fa.
Si tratta di un progetto pilota per l’attivazione di un servizio di trasporto sanitario con aeroambulanza ad ala fissa per missioni umanitarie.
Il suo obiettivo è quello di garantire un servizio sanitario per il trasporto di malati gravi, quando non ci siano altre alternative di collegamento. Infatti, i due trasporti forniti finora – in una fase del progetto ancora sperimentale – hanno avuto come destinatari un ragazzo di 16 anni, malato terminale a causa di un tumore osseo, che ha raggiunto in aereo la famiglia in Moldavia e che non sarebbe stato in grado di tornare a casa via terra, e una bambina serba di 6 anni, con leucemia pure in fase terminale, riportata a Belgrado.
Il primo viaggio è avvenuto grazie alla collaborazione dell’Azienda Ospedaliera Padovana, mentre il secondo è stato organizzato insieme all’AVO (Associazione di Volontariato Ospedaliero).
«Abbiamo avuto anche una terza richiesta, che non siamo riusciti ad accogliere per l’indisponibilità del mezzo», ci ha raccontato Peron, «ma contiamo di diventare operativi già dal prossimo mese di novembre».

Ma che cosa si intende esattamente per “operativi” e cioè che tipo di disponibilità potrà essere offerta ai malati gravi?
«La disponibilità sarà illimitata, nel senso che il servizio è a disposizione di chiunque ne abbia la necessità. Unica condizione, appunto, è quello di averne la necessità, e cioè di versare in una situazione tale per cui nessun altro tipo di trasporto sarebbe possibile. Il servizio è gratuito sia per il malato e la sua famiglia che per le unità sanitarie. I costi vengono coperti dal fondo che la Croce Verde ha ottenuto dalla Regione Veneto vincendo un concorso. Si tratta, ovviamente, di fondi a scalare».

Sono cifre consistenti?
«Abbiamo 100.000 euro da spendere nel 2005 e abbiamo presentato adesso la richiesta per ottenere un importo uguale per il prossimo anno».

Che cosa è accaduto da quest’estate a oggi?
«Abbiamo formato 72 persone, mentre al momento della presentazione ufficiale, due mesi e mezzo fa, c’erano solo 18 volontari formati. Il progetto comprende tre fasi. La prima contempla appunto la formazione del personale di assistenza volontaria».

Bambino su un letto di ospedaleChe cosa viene insegnato nelle ore dedicate alla formazione?
«Tecnologie aeronautiche, per garantire un ambientamento al volo di livello professionale, un corretto comportamento a bordo e negli ambiti aeroportuali e una capacità elevata di comunicazione con gli equipaggi di volo».

E le altre due fasi quali saranno?
«Una sarà dedicata allo studio della fattibilità aeronautica per tenere conto delle esigenze di sicurezza, qualità ed efficacia del servizio, in relazione alle caratteristiche degli aeroporti disponibili e dei bacini di riferimento. La terza sarà quella operativa, di messa a punto e di impiego di aeromobili omologati per uso di aeroambulanza».

Ritiene che i casi che necessitano di un trasporto aereo siano numerosi? E come mai non è possibile risolverli con il trasporto via terra?
«L’attuale stato dei collegamenti terrestri non riesce a dare una valida risposta alle esigenze commerciali di trasporto. È facile capire che le problematiche di mobilità coinvolgono anche il servizio di trasporto sanitario o per scopi umanitari. Negli ultimi anni, a livello nazionale ed europeo, si è riscontrato un incremento della domanda di servizio aeromedico e una crescente espansione delle relative attività.
Oggi, l’evoluzione tecnologica, sia degli aeromobili che delle radio assistenze e dei sistemi satellitari, offre nuove possibilità, come l’utilizzo di un network di piccoli aeroporti da dedicare alla logistica sanitaria. Inoltre, è possibile seguire da una sala operativa a terra il volo dell’ambulanza attraverso un monitor, comunicare con l’equipaggio e trasmettere in tempo reale all’ospedale i parametri del paziente prima del suo arrivo. Il tutto senza impegnare le frequenze aeronautiche».

A questo punto diamo appuntamento al dottor Peron per l’inizio del 2006, quando il servizio del progetto sperimentale potrà ormai dirsi operativo.

Un'immagine dell'Aeroporto di PadovaIntanto, segnaliamo che il trasporto aeromedico di Voli Umanitari sarà dedicato all’evacuazione del paziente, al suo trasporto dall’ospedale di degenza a un centro specializzato e al rimpatrio dopo le dimissioni.
Sarà concesso per il trasporto su lunghe distanze di pazienti che non siano in grado di utilizzare modalità alternative (ad esempio cardiopatici, politraumatizzati, ustionati), per i trasporti pediatrici in termoculla, ma anche di organi, prodotti biomedici, farmaci urgenti e antidoti rari.

Quanto agli aspetti tecnici, tenendo conto che il servizio offerto è di tipo secondario, e cioè destinato a viaggi a tratta medio-lunga e non di pronto intervento, il modello di velivolo scelto è dotato di ala fissa, ha una capacità di cabina maggiore e sopporta una velocità maggiore rispetto agli aerei di primo soccorso, ma proprio per queste caratteristiche necessita di un aeroporto attrezzato.

La Croce Verde ha proposto il suo progetto pilota a Padova perché l’aeroporto locale è stato considerato idoneo a supportare missioni operative di aeroambulanze ad elevate prestazioni aeronautiche.
Tenendo conto poi di Vicenza, il cui aeroporto possiede infrastrutture che possono permettere anche missioni intercontinentali, bisogna ricordare che il sistema aeroportuale minore della Regione Veneto offra già un servizio di distribuzione dei presidi ospedalieri tra i più rinomati a livello nazionale.

Attraverso un’organizzazione a staffetta tra aeroambulanze nei diversi territori da attraversare, sarà possibile coprire un raggio di intervento anche a livello intercontinentale, consentendo ai pazienti che risiedono in zone svantaggiate di usufruire dei più appropriati servizi sanitari.

Per ulteriori informazioni:
Croce Verde Padova, tel. 049 8033333, info@croceverdepadova.it
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