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Marco, il favolista inconsueto

La copertina del libro di Marco NoventaLa piccola ma vitale casa editrice padovana Il Prato pubblica proprio in questi giorni un’interessante opera di Marco Noventa, socio di lunga data della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Venezia, persona con disabilità, affetto da distrofia muscolare di Duchenne, “favolista” per sua stessa definizione.
E non a caso il titolo della raccolta è proprio Favole inconsuete. Racconti fantastici per lettori insoliti, cinque testi (Ghiaccio vivente, I figli del cuculo, Il giglio gigante, L’acquatico ribelle e Il piccolo cerchio), dedicati dall’autore a Lucia Gosetto, «l’amica che per prima mi chiamò affabulatore», a Francesco Tegon, «il dipanatore della mia ingarbugliata fantasia» e al nipote Ivan «e al suo immaginario amico Orco compagno di giochi».

Alcuni spunti colpiscono particolarmente per l’originalità e la freschezza delle trame. Ad esempio, I figli del cuculo narra l’impresa del cuculo Kreik, ostinato a cambiare l’istinto degli uccelli della propria specie. «Kreik non voleva più essere un cuculo. Non voleva più essere un uccello che depone le uova nei nidi altrui, ne uccide i piccoli e approfitta dell’amore degli ignari genitori. Voleva essere come tutti gli altri uccelli che abitano il bosco…».

Oppure quando Noventa descrive – nel Giglio gigantel’origine mitica dei leoni verdi, creati dal desiderio di amicizia della solitaria Volpe Grigia, magicamente realizzato da un Giglio gigante prima di morire.

Ma forse a rappresentare meglio che altrove l’atmosfera talora “magica”, talora sin troppo reale che si respira in questi testi, è l’incipit di Ghiaccio vivente: «“Ecco una delle favole narratemi dalle balie bianche: l’orso, dopo l’ennesima battuta di caccia dall’esito infruttuoso, rientrava nella sua tana. Si appisolò, al calduccio della propria caverna di ghiaccio, sognando che ad ogni agguato una preda cadeva vittima delle sue fauci, che ad ogni inseguimento un paio di foche restavano isolate”. “Ben gli sta, sempre a dar la caccia agli animali indifesi”, disse Leo, non riuscendo a trattenersi. Azra riprese da dove era stato interrotto: “L’orso, nell’istante in cui stava per affondare i denti e le zampe trattenevano la vittima, si svegliò e si rese conto di sognare, allora esclamò: ‘Ben misera è la mia situazione se neppure nel sogno riesco a mangiare’. Sempre più debole per le lunghe settimane di obbligato digiuno, vaneggiava, e in questo stato si rivolgeva al Grande e Purpureo Orso Creatore…”».

C’ è tanta vita (e vitalità) nei testi di Marco Noventa, una vita osservata in ogni suo aspetto, anche quello riguardante l’esito finale. E c’è anche il viaggio trasognato di un “favolista” che tanto spesso “si cala” nella scena che racconta, come uno degli animali o dei fiori protagonisti delle storie.
Un libricino da leggere e da consigliare per riflettere, respirando un po’ di aria buona.
(B.P. e S.B.)

Per informazioni sull’acquisto di Favole inconsuete (che costa 12 euro, sui quali però c’è lo sconto del 20% per gli acquisti tramite Internet), cliccare qui, all’interno del sito dell’editore Il Prato, oppure contattare l’editore stesso (tel. 049 640105, ilprato@libero.it).

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