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Saranno i pazienti a pagare?

Peluche simbolo della fisioterapia«Chi si occupa oggi di fitness e benessere nelle palestre e allena i nostri ragazzi, domani potrebbe occuparsi di gravi patologie, dal Parkinson alla sclerosi multipla». Questo è il messaggio diffuso dai quattrocento appartenenti all’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti), nel lanciare la mobilitazione contro l’approvazione della Legge 6293, con una manifestazione il 3 febbraio in Piazza Colonna a Roma.

Della questione il nostro sito si è già occupato nei giorni scorsi, dando spazio sia alla protesta dell’AIFI che alla solidarietà espressa dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Al centro della mobilitazione vi è appunto l’approvazione da parte della Camera della Legge 6293 che di fatto ha reso la laurea in scienze motorie equipollente a quella in fisioterapia.
I manifestanti di Roma hanno incontrato anche i deputati Luciano Violante e Gianni Mancuso, il primo dei quali ha dichiarato: «Condivido le preoccupazioni dei fisioterapisti e ritengo sbagliata questa legge, purtroppo credo però che non ci siano i tempi per intervenire a livello parlamentare».
Di tenore simile le dichiarazioni di Mancuso: «Trovo vergognosa questa legge e ho firmato l’ordine del giorno che impegna il governo ad adoperarsi per arrivare a un correttivo. Oggi non credo ci siano i tempi per fare un’altra norma che abroghi questa, ma è certo che va cancellata».
Entrambi i parlamentari, dal canto loro, si sono poi augurati che il presidente della Repubblica Ciampi rimandi il dispositivo alle Camere.

Ricordiamo rapidamente che la Legge 6293, di Conversione in legge del decreto legge del 5/12/2005, n. 250, prevede all’articolo 1-septies il seguente provvedimento: «Il diploma di laurea in scienze motorie è equipollente al diploma di laurea fisioterapia, se il diplomato abbia conseguito attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituire con decreto ministeriale, presso le università».

Ancora una volta, quindi, con una norma “nascosta” tra le pieghe di un decreto di fine Legislatura, è passato un provvedimento che – secondo la denuncia dell’AIFI – affida la salute dei cittadini a personale non qualificato, legalizzando così forme di abusivismo.
«La domanda di riabilitazione è crescente in Italia – si afferma in una nota ufficiale dell’Associazione dei Fisioterapisti – ed esige prestazioni di alto livello, non facendo sconti né ammettendo improvvisazioni, altrimenti a pagare sono i malati. Questa nuova legge, invece, apre la strada a personale che non ha le giuste competenze e avrà ricadute molto negative sulla qualità dell’offerta riabilitativa».
(S.B.)

L’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti) è in Via Claterna, 18, 00183 Roma
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Rapporti con la stampa: Patrizia Pallara, tel. 330 889838
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