Un elenco ragionato di “consigli gratuiti” per contribuire a far nascere una “nuova risposta sociale”, per superare un ultimo periodo del welfare che è «da cancellare per lo scandalo dell’abbandono nei confronti dei vulnerabili d’Italia e del mondo».
Questo è l’obiettivo della lunga lettera aperta che don Vinicio Albanesi, presidente nazionale della Comunità di Capodarco, ha voluto indirizzare al futuro ministro del Welfare, che verrà presentata e discussa a Roma, mercoledì 22 febbraio (Centro Congressi Cavour, Via Cavour, 50/a, ore 10).
La giornata sarà anche il primo degli eventi del nutrito calendario per celebrare i 40 anni dalla fondazione della Comunità, da quando nacque cioè quell’idea di rispetto, dignità ed emancipazione che portò il primo gruppetto di persone con disabilità, guidate da don Franco Monterubbianesi a insediarsi in una vecchia villa abbandonata, a Capodarco di Fermo, nelle Marche.
La lettera di “consigli gratuiti” si articola in cinque parti (introduzione, tre capitoli, conclusioni) e fa il punto sull’attuale situazione sociale del Paese e sui nodi critici delle politiche d’intervento sociale proponendo strategie e modalità “alternative”.
In apertura, al futuro ministro del welfare Capodarco propone uno slogan, un promemoria essenziale che dovrà guidare tutte le azioni di politica sociale: «La politica di welfare si misura sulla scomparsa della forbice delle differenze. Il ministro del Welfare dovrà essere garante dell’equità; condurre una “vera” lotta alla povertà per ridare dignità ad un intero Paese, sostegno alla famiglia, regolare o irregolare che sia, poiché è “l’unica agenzia diffusa e gratuita che quasi esclusivamente gestisce il disagio”».
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