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La fisioterapia non è uno sport

Seduta di fisioterapiaSarà proprio scandendo lo slogan La fisioterapia non è uno sport che i fisioterapisti di tutta Italia scenderanno in piazza martedì 21 marzo a Roma per la manifestazione nazionale organizzata dall’AIFI (Associazione Italiana Fisioterapisti). Ma più che di uno slogan, si tratterà di una convinzione, più che di una campagna propagandistica, di una battaglia di civiltà.

L’antefatto di tale protesta sta nell’articolo 1-septies della Legge 27/2006, che ha reso equipollente la laurea in scienze motorie – nata dalla trasformazione dell’ISEF – a quella in fisioterapia.
«Il diploma di laurea in scienze motorie è equipollente al diploma di laurea in fisioterapia, se il diplomato abbia conseguito attestato di frequenza ad idoneo corso su paziente, da istituirsi con decreto ministeriale, presso le università», recita il testo della legge, in base alla quale una professione non sanitaria, come quella dei laureati in scienze motorie diventa, quindi, sanitaria per legge, grazie all’attestato di frequenza di un «corso su paziente».
Si tratta – denuncia l’AIFI – di una norma di tre righe, nascosta tra le pieghe di un decreto di fine legislatura, che «mette a rischio la salute dei cittadini poiché “tenta” di affidare la riabilitazione a personale non qualificato, a laureati, cioè, il cui corso di studi non prevede l’acquisizione di alcuna competenza sanitaria». 
Per fare un esempio pratico delle conseguenze che tutto ciò potrebbe avere, basti pensare che chi oggi si occupa nelle palestre di una persona sana e del suo benessere, domani potrebbe occuparsi di persone con gravi patologie quali il morbo di Parkinson, l’Alzheimer, la sclerosi multipla, oppure di riabilitazione dall’ictus, o di bambini con spasticità.

La mattina del 21 marzo, quindi, un corteo sfilerà per le vie della capitale, partendo da Piazza della Repubblica per approdare a Piazza Madonna di Loreto (Via dei Fori Imperiali). Alle 13, poi, la giornata proseguirà con un convegno organizzato al teatro-cinema Capranica (Piazza Capranica, 101) cui interverranno tra gli altri i rappresentanti delle professioni sanitarie, delle organizzazioni dei cittadini, delle associazioni di persone con disabilità e delle organizzazioni sindacali che hanno aderito al manifesto per dire NO all’equipollenza
La richiesta che i fisioterapisti avanzano ad entrambi gli schieramenti politici è un’impegno affinché la norma venga abrogata. E il 21 marzo scenderanno in piazza a Roma «per salvaguardare la salute dei cittadini e per arrivare alla regolamentazione dell’accesso e dell’esercizio di tutte le professioni sanitarie».
(C.N.)

*Associazione Italiana Fisioterapisti (tel. 06 77201020, www.aifi.net; rapporti con la stampa: Patrizia Pallara, tel. 330 889838).

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