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La disabilità visiva ha le sue regole

Scultura simboleggiante vedente e non vedenteDopo alcuni mesi di riunioni e discussioni serrate con l’assessore alle Politiche della Mobilità del Comune di Roma e i massimi esponenti delle società di trasporto pubblico romane (ATAC, Trambus, Met.Ro.), l’ADV (Associazione Disabili Visivi) e l’UIC Provinciale di Roma (Unione  Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) hanno raggiunto un accordo su un testo che è molto più ampio e approfondito rispetto a documenti analoghi concordati in altre città italiane, come Bologna e Pisa.

Esso concerne soltanto gli aspetti relativi alla fruibilità dei mezzi di trasporto e delle infrastrutture da parte dei disabili visivi, ma potrebbe essere un precedente per chiedere al Comune di Roma e agli altri Comuni italiani di stipulare documenti specifici per la disabilità motoria, anche se in questo settore è già ben chiaro cosa si deve fare per rendere accessibili i mezzi di trasporto e dovrebbe essere concordato solo un cronoprogramma per la messa a norma graduale dell’intero parco vetture.

Nel caso della disabilità visiva, invece, non vi è una visione univoca delle soluzioni da adottare, tant’è vero che in alcune città, per consentire ai non vedenti di accedere alle informazioni visive fornite dentro e fuori dei mezzi di trasporto, stanno per essere adottate soluzioni inaccettabili, quali l’adozione di ricevitori radio o a infrarossi di cui dovrebbero munirsi i ciechi residenti, escludendo in tal modo dalla fruizione i ciechi di altre città, ma anche le persone anziane che non hanno l’acuità visiva sufficiente per leggere i messaggi a cristalli liquidi posti in alto, in cima alla palina della fermata o nella parte anteriore interna del mezzo.

A Roma, invece, siamo riusciti ad ottenere che il messaggio vocale sia pronunciato ad alta voce su richiesta effettuata premendo un apposito pulsante, come avviene per la richiesta del segnale acustico ai semafori.
Altro importante successo è stato quello di ottenere che le fermate siano individuabili mediante i segnali tattili a terra, cosa prevista dalla normativa vigente, ma in modo generico e tale da non essere quasi mai tenuta presente dai tecnici comunali.

Ci auguriamo quindi che questo protocollo di intesa sia preso a modello anche da altre città, eliminando eventualmente la parte relativa alle metropolitane, laddove queste non siano presenti.
In questo senso già dai prossimi giorni inizierò a proporre intese ad altri Comuni, a cominciare dalle città più importanti.

Non appena insediata la nuova Consiliatura romana, partiremo poi per un altro protocollo d’intesa, per impegnare più direttamente il Comune all’attuazione della normativa sull’eliminazione delle barriere percettive negli spazi e negli edifici pubblici, come anche ad evitare di concedere ai privati il permesso di costruire locali aperti al pubblico in mancanza della previsione dell’eliminazione di tutte le barriere.
Altro fronte, infine, che sarà aperto prossimamente concernerà il trasporto regionale che nel Lazio lascia molto a desiderare sotto questo profilo.

*Presidente dell’ADV (Associazione Disabili Visivi).

Per quanti siano interessati a visionare il testo integrale del Protocollo d’Intesa siglato a Roma, è sufficiente cliccare qui.
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