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Continua la protesta dei Tori Seduti

Da diverse settimane, ormai, i Tori Seduti – club di tifosi della squadra di calcio del Torino e unica realtà di questo genere in Italia completamente Alcuni tifosi del Club Tori Seduti gestita da tifosi con disabilità – sta conducendo una protesta determinata dal fatto che il nuovo Stadio Olimpico di Torino «non è stato di fatto concepito a misura di disabile».

L’Olimpico – già Stadio Comunale, sostituito nel 1990 dallo Stadio delle Alpi, ora in procinto di essere ristrutturato – è stato inaugurato nel corso delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 e dovrebbe ospitare, per il campionato di calcio 2006/2007, sia le partite del Torino che quelle della Juventus.
Si tratta di una struttura in grado di ospitare circa un terzo degli spettatori che poteva contenere il delle Alpi, ciò che ha determinato una riduzione significativa dei posti assegnati ai tifosi con disabilità, che saranno quindi tra i sessanta e gli ottanta.

Oltre a questo aspetto, però, il vero motivo di acceso confronto tra i tifosi del Torino – detto anche Toro – e l’Amministrazione Comunale è rappresentato dal fatto che, da quanto fin qui appreso, La Mole Antonelliana, uno dei più famosi monumenti della città di Torinoi tifosi con disabilità che da settembre si recheranno allo stadio non potranno decidere dove andare – in tribuna, tra i distinti o in curva – ma dovranno necessariamente “scegliere” l’unico settore che è stato ad essi riservato.
«L’accessibilità deve essere reale – hanno dichiarato i Tori Seduti – in tutti i settori dello stadio, compresi quello riservato agli ospiti e le curve, affinché ognuno possa essere veramente libero di scegliere da dove seguire la partita».

Questa, dunque, sarà la richiesta che i tifosi avanzeranno all’assessore allo Sport del capoluogo piemontese, Roberto Montabone.
All’incontro saranno presenti anche alcuni rappresentanti della Consulta per le Persone in Difficoltà (CPD) della città, che muovendo da posizioni forse più morbide rispetto ai Tori Seduti, cercheranno comunque di difendere i diritti delle persone con disabilità e di sostenerne una reale parità di opportunità e di trattamento.
(C.N.)

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