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Come progrediscono le tecnologie di controllo oculare

Il COGAIN (Communication by Gaze Interaction) è un progetto europeo avviato dal 1° settembre 2004, con la partecipazione di numerosi partner, che ha come obiettivo principale quello di integrare le attività di ricerca continentale nel campo delle interfacce per utenti con gravi disabilità motorie, utilizzando tecnologie di controllo oculare (eye-tracking*).Sistema di controllo oculare

Tra i partecipanti all’iniziativa vi sono interlocutori del mondo universitario, come i due più importanti atenei tecnici di Copenhagen, l’università tecnica di Dresda e altre inglesi, lituane e finlandesi, ma anche associazioni in grado di operare direttamente con le persone con disabilità, cui queste applicazioni sono destinate.
E ancora, ospedali inglesi e danesi, centri di ricerca tedeschi e inglesi, tra cui un’importante struttura dedicata ai minori con severe disabilità sia cognitive che fisiche (ACE Centre). Infine, vi sono anche partner commerciali come HP Italia e produttori di eye-tracking presenti sul mercato.
Tale rete di eccellenza cerca di riunire tutti i partner in modo da fornire una sorta di “incubatore”, ove scambiarsi idee e testare gli ausili sviluppati direttamente sugli utenti.
COGAIN ha una durata quinquennale e al suo interno vengono promossi eventi come un camp annuale, dove tutti i partner si ritrovano per circa una settimana. All’interno di esso viene organizzata anche una conferenza, ove i vari gruppi di ricerca vengono coinvolti per presentare articoli sul proprio lavoro.

Quest’anno il COGAIN Camp si terrà proprio in Italia, a Torino, dal 4 all’8 settembre, a cura del gruppo di ricerca E-Lite del Politecnico, unica università del nostro Paese e del Sud Europa coinvolta in questo prestigioso progetto.
Per quanto poi riguarda la conferenza (aperta al pubblico), essa avrà luogo martedì 5 settembre, presso il Servizio Passepartout della Città di Torino (Via San Marino, 10, ore 9-18) e vedrà la partecipazione, tra gli altri relatori, di Kari-Jouko Raiha, coordinatore di COGAIN; Roel Vertegaal (Queen’s University School of Computing, Canada); Raffaele Meo (Politecnico di Torino); Angela Jansen (attrice e autrice, Germania), Adriano Chiò (Centro SLA dell’Ospedale Molinette di Torino); Michael Donegan (ACE Centre Advisory Trust, Gran Bretagna) e John Paulin Hansen (IT University of Copenhagen, Danimarca).
Successivamente i visitatori che lo vorranno saranno invitati ad osservare e a provare personalmente vari dispositivi commerciali di controllo oculare, insieme da prototipi sviluppati da università e centri di ricerca.
(Stefano Borgato)

Per ulteriori informazioni:
Barbara Vicentini, tel. 347 0088525, barbaravicentini@yahoo.it
Per informazioni sulla conferenza del 5 settembre:
Servizio Passepartout, tel. 011/4428020, pass@comune.torino.it.
 *Eye-tracking e web
Oggi la tecnologia permette di adottare strumenti all’avanguardia in grado di supportare la progettazione web attraverso l’elaborazione di dati oggettivi misurati mediante tecniche rigorosamente scientifiche.
In particolare ci si riferisce all’eye-tracking, la metodologia di tracciamento oculare che viene utilizzata a supporto degli studi di scienze cognitive e per la realizzazione di interfacce di interazione tra uomini e macchine (HCI – Human Computer Interaction).
L’eye-tracking applicato alla progettazione di ambienti web permette di tracciare con precisione millimetrica l’esperienza d’uso (user experience) dell’utente, registrando con assoluta affidabilità le aree (parole, grafica, spazi, geometrie ecc.), i tempi e la successione degli spostamenti di ciò che viene “guardato” dall’utente che intraprende un’interazione con una pagina web.
Si tratta in realtà di una metodologia rivoluzionaria, in quanto non solo si può registrare il punto fisico su cui si indirizzano gli occhi, ma anche, grazie all’individuazione e all’interpretazione degli atteggiamenti fisici involontariamente assunti dall’occhio, dove si focalizza l’attenzione percettiva dell’utente.
In altre parole, con l’eye-tracking si può capire dove si posa e come fluisce istante dopo istante l’attenzione dell’utente.
Analizzando le registrazioni di sessioni di eye-tracking (che riportano anche informazioni sull’interazione ottenuta attraverso la registrazione dei click e dei movimenti del mouse), è possibile quindi ottenere delle elaborazioni grafiche come mappe termiche, percorsi temporali, sovrapposizioni multiutente, che consentono di individuare facilmente le criticità di un’interfaccia web e di disporre di una serie di dati misurati scientificamente, studiando i quali si possono confermare o confutare ipotesi di lavoro maturare grazie a intuizioni empiriche.
Rispetto alla possibilità di registrare le posizioni irregolari di uno “svolazzante” mouse (l’eye tracking dimostra come ci sia una notevole discordanza tra i movimenti del mouse e i percorsi seguiti dall’attenzione dell’utente) e di chiedere dopo un test ai soggetti se si ricordano una particolare informazione, è facile capire come i dati estrapolati dalle sessioni di eye-tracking forniscano informazioni assai più preziose dei test adottati abitualmente.

(Note curate da Daniele Cerra nel sito Webdesign.html.it).

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