Tutti a bordo, torna la Vela Solidale

Si terrà il 10 settembre a Cagliari la manifestazione “Vela Solidale”. Oltre trenta imbarcazioni con a bordo medici, operatori e giovani con disabilità fisica e psichica partiranno dal porto di Marina Piccola e gareggeranno nelle acque antistanti la spiaggia cagliaritana del Poetto

Partirà domenica 10 settembre dal porto di Marina Piccola (Cagliari, ore 11) la regata organizzata nell’ambito della manifestazione Vela Solidale. Gli equipaggi che saliranno a bordo delle oltre trenta imbarcazioni coinvolte saranno composti da un nutrito numero di medici, operatori e bambini con disabilità di natura motoria e psichica.La spiaggia del Poetto e il porto di Marina Piccola, nelle vicinanze di Cagliari

L’iniziativa, che verrà inaugurata sabato 9 settembre con una grande serata di teatro e cabaret, è stata organizzata dall’Associazione Vela Solidale Sardegna – di cui fanno parte tra gli altri diversi medici e infermieri – in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari, la Lega Navale Italiana, il Centro Velico “Città di Quartu”, l’Unicef e i Comuni di Cagliari e Quartu Sant’Elena.   

Vela Solidale rientra nel più ampio Progetto di Umanizzazione portato avanti all’Ospedale Brotzu e nell’ambito del quale nei prossimi mesi un gruppo di bambini e ragazzi con sindromi autistiche svolgerà sistematicamente delle attività in barca a vela. 
«Il nostro scopo – spiega Giuseppe Masnata, pediatra del Brotzu e presidente di Vela Solidale Sardegna –  è di aiutare i giovani pazienti secondo princìpi razionali e una solidarietà basata su un metodo scientifico». Infatti, relativamente agli effetti di tutto ciò sulle funzioni cognitive dei ragazzi verrà compiuto uno studio e «i risultati preliminari della sperimentazione – aggiunge Giuseppe Doneddu, direttore del Centro per i Disturbi Pervasivi del Brotzu – saranno presentati al Congresso Internazionale di Autism Europe che si terrà ad Oslo, in Norvegia, tra un anno».

Dal canto suo Carlo Hanau, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e docente di Programmazione e Organizzazione dei Servizi Sociali e Sanitari alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha voluto ricordare che «ad oggi l’unico metodo ritenuto scientificamente valido per intervenire sulle sindromi autistiche è l’ABA (Applied Behavior Analysis – “Analisi Applicata del Comportamento”)».
«E dunque – continua Hanau – come del resto dichiarato dagli stessi curatori di questa attività di vela, essa sarà verificata dopo circa sei mesi mediante delle scale di abilità: se in quel momento vi saranno dei miglioramenti consistenti nei giovani che sono stati sottoposti al programma, allora potrebbero esserci le basi per aggiungere tale metodo, che adesso – ripeto – è una sperimentazione, tra quelli riconosciuti come efficaci».
« Ritengo comunque fin d’ora meritevole – conclude Hanau – chi si impegna a far svolgere a ragazzi con sindromi autistiche attività che possano appassionarli e renderli contenti. Nella migliore delle ipotesi, poi, se questi ragazzi acquisissero abilità nell’aiutare a condurre una barca, allora, una volta diventati adulti, potrebbero addirittura trovare in questo ambito (dalla pesca alla navigazione da diporto) una collocazione lavorativa».
(Crizia Narduzzo)

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