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E la villa bunker diventa una residenza protetta

Ragazza che sorrideEra il feudo di Francesco Rea, boss della camorra di Giugliano (Napoli) e ora diventerà una casa alloggio per ragazzi con disabilità e un campus della Seconda Università di Napoli.
Si tratta di un progetto presentato a Napoli qualche giorno fa, promosso e coordinato dalla Provincia partenopea e realizzato dal Consorzio SOLE (Sviluppo Occupazione Legalità Economica),  nato, quest’ultimo, sull’esempio di Palermo, per la riutilizzazione sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata, secondo quanto previsto dalla Legge 109/1996.
 
La villa bunker, circondata da dodici villette a schiera con annessa piscina, parco e una concessionaria, sorge su uno spazio di 33.000 metri quadrati che vedranno la nuova casa alloggio sorgere in una parte del complesso immobiliare, con una struttura di 300 metri quadrati su due livelli, ove verranno ospitati una trentina di ragazzi con disabilità, affetti da patologie simili e assistiti da personale specializzato all’interno di una “residenza protetta”, fatta cioè per riproporre un modello di tipo familiare, evitando quindi traumi per quando non ci saranno più i loro genitori.
La villa bunker centrale da 5.000 metri quadrati sarà ristrutturata col finanziamento di 4.800.000 euro dei Fondi PON (Programma Operativo Nazionale)-Sicurezza per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia, ottenuto dal Consorzio SOLE grazie al supporto della Prefettura di Napoli.
L’intero complesso immobiliare di 33.000 metri quadrati rientra nel progetto Cultura e Legalità, finanziato dal Ministero degli Interni e finalizzato alla costituzione di un campus universitario per lo svolgimento di corsi di laurea territoriali e dotato di alloggi per oltre cento studenti; è prevista inoltre anche la realizzazione di strutture sportive e di aggregazione sociale che saranno a disposizione della cittadinanza e di supporto all’Università.

«Attraverso le attività del Consorzio SOLE – ha sottolineato al momento della presentazione Dino Di Palma, assessore provinciale alla Solidarietà – vogliamo riaffermare sui nostri territori la centralità della legalità come valore da promuovere e, al tempo stesso, intendiamo far sviluppare sempre di più nella popolazione il senso di appartenenza al territorio come elemento essenziale di una reale crescita individuale e sociale. In tal senso, mi sembra straordinariamente significativo il recupero e il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata».
(S.B.)

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