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Si tratta semplicemente di Costituzione

Creazione grafica con carrozzina stilizzata in riva al mareÈ in discussione in questi giorni, al Consiglio Regionale Lombardo, il Piano Socio-Sanitario Regionale e particolare interesse riveste un emendamento proposto in tale ambito dal Comitato* Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità il quale chiede che, per rispondere alla richiesta di vita indipendente e autonoma delle «persone con disabilità permanente e grave limitazione dell’autonomia personale nello svolgimento di una o più funzioni essenziali della vita, non superabili medianti ausili tecnici», si prevedano, oltre ad «abitazioni adeguate e ausili tecnologicamente avanzati, in grado di permettere una vera e reale inclusione sociale, modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona, gestibili anche in forma indiretta e mediante piani personalizzati per i soggetti che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni erogate e della loro efficacia».

Com’è noto, il Piano Socio-Sanitario regionale contiene le linee di sviluppo del sistema socio-sanitario per i tre anni successivi alla sua elaborazione e ha lo scopo di richiamare i princìpi in materia sanciti dalla Costituzione, all’articolo 32 («La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e come interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti») e all’articolo 3 («È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese»).
Ebbene, lo scontro si presenta particolarmente acceso, in quanto la maggioranza che governa la Regione Lombarda ha proposto – in polemica con i gruppi di minoranza – una modifica all’emendamento, per cui alla dicitura «sono previste modalità di realizzazione di programmi di aiuto alla persona…» andrebbe preferita la formula «possono essere previste modalità di realizzazione».

«Ci piacerebbe sapere – dichiarano i responsabili del Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità – come pensano di assicurare salute e cura, libertà e uguaglianza alle persone con disabilità, senza prevedere per loro l’assistenza personale autogestita di cui necessitano e che finora è stata erogata, quando è stata erogata, con grande difformità di comportamento da parte delle Aziende Sanitarie Locali, dei Comuni singoli o consorziati o delle Comunità Montane, traducendo sul territorio le deliberazioni e gli orientamenti regionali».
A tal proposito, va anche ricordato che proprio oggi il gruppo di minoranza della Margherita presenterà un ordine del giorno, ove sottolineare l’importanza di linee guida regionali e di direttive perché i servizi siano uniformi sul territorio.
(S.B.)

*Il Comitato Lombardo per la Vita Indipendente delle Persone con Disabilità si è costituito nel 2001 e ha la propia sede a Como. I suoi soci, alcuni dei quali iscritti o simpatizzanti di ENIL (European Network for Independent Living) Italia, provengono dalle varie province della Lombardia e sono tutte persone con disabilità grave.

Scopo del Comitato è quello di diffondere la conoscenza del diritto delle persone con disabilità di condurre una Vita Indipendente, di informare sui modi e le strategie per attuare progetti di Vita Indipendente, di dialogare con le Amministrazioni allo scopo di impegnarle con appositi capitoli di spesa e programmazioni utili a garantire ai cittadini che ne facciano richiesta la possibilità di vivere a casa propria, o dovunque si trovino, soddisfacendo i propri bisogni nei modi e nei tempi da loro stessi prescelti.

La natura di questo movimento si fonda in sostanza sul diretto coinvolgimento delle persone con disabilità e sulla loro effettiva partecipazione. Il Comitato è convinto infatti dell’importanza di favorire lo sviluppo di una cultura che consideri la persona con disabilità un individuo avente diritti e opportunità pari a tutti gli altri cittadini, in grado di operare scelte di vita in modo autonomo e personale.

Per fare ciò è necessario abbandonare la cultura secondo la quale «i professionisti prendono le decisioni a nome dei disabili», in favore di politiche volte ad integrare le persone con disabilità nelle strutture normali, in ambito lavorativo, scolastico, sociale e ricreativo (Dichiarazione di Madrid, 2002).

Perché ciò sia possibile è necessaria però un’adeguata assistenza personale, unica soluzione per diminuire la dipendenza della persona con disabilità e le dipendenze create da quest’ultima a chi le sta vicino. “Vita Indipendente” è un modo di pensare, un movimento internazionale di persone con disabilità che chiedono di essere cittadini come tutti gli altri, con gli stessi diritti e doveri.

La legislazione italiana stabilisce dal 1998 (Legge 162/1998) che lo Stato, attraverso le Regioni, preveda dei finanziamenti per le persone con disabilità grave che, rimanendo presso il proprio domicilio, decidano di assumere un assistente personale che le metta in condizione di condurre una Vita Indipendente. Purtroppo tale norma non è mai stata finanziata in modo adeguato, per cui molte persone sono costrette a “vivere alla giornata”, a non uscire di casa perché dipendenti dall’aiuto di parenti o amici, o addirittura a farsi ricoverare in istituti perché non sanno come pagare i propri assistenti.

In questi ultimi anni il Comitato si è fatto portavoce presso la Commissione Sanità della Regione Lombardia dei diritti di queste persone e, attraverso un lavoro lento e capillare, cerca di coinvolgere gli stessi interessati perché portino la voce dei loro bisogni e diritti alle singole Amministrazioni Locali.

Comitato Lombardo per la Vita Indipendente
delle Persone con Disabilità, Via Carloni, 82, 22100 Como
tel. 031 267412 (Ida Sala), 0341 703202 (Enzo Leos)
vita_indip_lombardia@libero.it
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