Tra i banchi di scuola a parlar d’integrazione

Progettazione, formazione, cultura: sono sempre particolarmente interessanti – e spesso anche originali – le iniziative che vedono coinvolta la UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) di Bergamo, una delle Sezioni più attive di questa Associazione, delle quali si è occupato più volte anche il nostro sito.
Basti pensare al progetto Fate colorate, che ha portato tra l’altro alla produzione di un libro, di un calendario e di una mostra fotografica.

Guarda invece ai volontari e ai dipendenti delle associazioni la più recente iniziativa organizzata dalla UILDM bergamasca e promossa dal Centro Servizi Bottega del Volontariato della città orobica.
Si tratta del corso di formazione denominato Tra i banchi di scuola, ovvero Come ideare e costruire percorsi di sensibilizzazione ai temi dell’integrazione scolastica rivolti agli alunni delle scuole elementari e medie, che prenderà il via lunedì 13 novembre (c/o UILDM Bergamo, Via Leonardo da Vinci, 9, quartiere Monterosso, 17.30-19.30) e si snoderà attraverso otto incontri, per complessive venticinque ore, fino al 3 marzo 2007.

Tale percorso formativo – coordinato dalla progettista sociale Olivia Osio e condotto via via dagli psicologi Maurizio Colleoni e Francesca Pozzi, oltre che dalla pedagogista Simona Colpani – si rivolge appunto alle organizzazioni di volontariato che si occupano di disabilità e che svolgono o vorrebbero svolgere attività di sensibilizzazione nelle scuole ai temi dell’integrazione scolastica.
«Entrare infatti in relazione con bambini e preadolescenti – si legge nella presentazione del corso – non è sempre facile per adulti “non addetti ai lavori” e parlare di integrazione scolastica ad alunni di queste fasce di età significa dunque dotarsi di strumenti e materiali adatti, ricorrere ad un linguaggio comprensibile, trovare le modalità per entrare in contatto con essi. Significa anche individuare validi alleati all’interno della scuola (insegnanti e dirigenti scolastici) e fuori di essa (genitori), che comprendano la bontà dell’attività di sensibilizzazione che si andrà a svolgere e che concorrano a costruirla».
(S.B.)

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