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La FISH alla Commissione Affari Sociali

La XII Commissione Affari Sociali della CameraHa avuto luogo il 29 novembre, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle condizioni sociali delle famiglie in Italia, l’audizione dei rappresentanti della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e di altre organizzazioni di persone con disabilità, convocate dalla XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.

Per l’occasione, il presidente della FISH, Pietro V. Barbieri, pur nel breve tempo a disposizione (il presidente della Commissione Mimmo Lucà non ha infatti escluso una nuova convocazione), ha fissato alcuni punti di criticità molto avvertiti dalle associazioni di familiari di persone con disabilità gravi e gravissime aderenti alla Federazione, ripresi in seguito anche dagli interventi di Roberto Speziale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Antonio Cotura della FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) e Giuseppe Cutrera dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down).
«Ringraziamo i componenti della Commissione per questa audizione – ha esordito Barbieri – perché crediamo che sia fondamentale un approccio al tema famiglia e disabilità il più ampio ed esaustivo possibile, affinché possano essere garantite le opportunità e la tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie».

L’assenza di un documento maggiormente approfondito – cui hanno per ora sopperito le relazioni di alcune associazioni aderenti alla FISH – è stata attribuita da Barbieri non solo a ragioni di tempo, ma ad un motivo sostanziale: dalla Seconda Conferenza Nazionale delle Famiglie e Persone con Disabilità, che si terrà il 2 dicembre a Cagliari – organizzata dall’ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi) – ci si aspettano spunti importanti per l’elaborazione di ulteriori contenuti, che potranno portare ad una risorsa pienamente articolata, da inviare ai membri della Commissione.

Le idee centrali sono state comunque messe a fuoco da tutti i delegati. La prima ha riguardato una questione di carattere culturale che pervade il nostro Paese e che ha risvolti enormi nella quotidianità, ed è la tendenza a considerare ancor oggi le famiglie in qualche modo “responsabili” della nascita di un figlio disabile.
Questo viene spesso riscontrato dalle famiglie soprattutto nel momento in cui subiscono (o non subiscono) una presa in carico da parte dei servizi.
«Le famiglie vengono considerate come un corpo estraneo, che va allontanato – ha spiegato Barbieri – quasi pericoloso, sul quale però scaricare tutto, nel momento in cui i servizi non sono in grado, non hanno le capacità o non hanno le risorse per essere operativi».

Su questo aspetto, dunque, gioca chiaramente un ruolo fondamentale la costruzione di percorsi inclusivi nel territorio; mancando altresì un progetto sulla persona e sulla famiglia, le risorse vengono di conseguenza utilizzate in maniera errata e le famiglie “usate come un parcheggio”.
«Una delle parti meno attuate della Legge 328/2000 – ha dichiarato ancora Barbieri – è proprio l’articolo 14 (Progetti individuali per le persone disabili). Non abbiamo esempi nel nostro Paese di attuazione di tale articolo e questo è un elemento che sottoponiamo alla Commissione come di rilevanza centrale».  

Elemento fondamentale quindi nel rapporto tra disabilità e famiglia è quello della capacità del territorio e della comunità di saper accogliere una persona con disabilità in condizioni di gravità e quindi di formulare una presa in carico dignitosa.
«I vari accertamenti – ha concluso Barbieri – invalidità civile, handicap ecc., continuano  a non valutare quello che sta al di fuori della condizione medica della disabilità, tralasciando i fattori ambientali, la famiglia e la comunità in cui vive la persona, fattori che non vengono assolutamente presi in considerazione».
L’emanazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LIVEAS), a seguito di queste riflessioni, risulta come una soluzione sempre più urgente e di fondamentale importanza per la piena inclusione delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

Le problematiche legate alla disabilità e alle coppie di fatto (con le argomentazioni già esposte dalla FISH e riprese sulle pagine di questo sito), al superamento dell’interdizione e al “Dopo di noi” hanno concluso questo incontro dai tempi ridotti, ma che ha rappresentato egualmente un costruttivo momento di confronto rispetto a questioni che incidono fortemente sulle condizioni di vita di moltissimi cittadini italiani.
(Giuliano Giovinazzo)

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