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Non era una missione impossibile

Donna in carrozzina con le braccia spalancate«Chissà, forse può sembrare “eccessivo” che una “difficoltà” diventi il tema di un premio. Può apparire un compito arduo, quasi una “missione impossibile”…». Lo aveva scritto Gabriella d’Acquisto, presidente dell’ANFFAS di Palermo (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali), nell’introduzione alla raccolta di opere redatta in occasione del primo premio letterario internazionale Visione d’autore per la Rosa Blu dell’ANFFAS [del quale Superando.it aveva già anticipato i risultati, N.d.R.], volume stampato grazie al patrocinio della Fondazione Federico II di Palermo.

Ma in realtà le opere inviate al concorso promosso dall’ANFFAS siciliana sono state più di cinquanta, tra poesie e racconti, sia in italiano che in dialetto, scritte da autori siciliani e non solo. Opere che trattano tutte il tema della disabilità, ricorrendo a due “modi di comunicare”, la prosa e la poesia, che riescono a toccare l’animo umano molto da vicino, due modi di esprimersi che talora colpiscono anche più delle parole di tanti rappresentanti delle Istituzioni.
E questo vale, a maggior ragione, se gli autori non sono solo delle persone comuni, ma anche delle persone con disabilità che giorno dopo giorno portano sulle proprie spalle il peso di questa condizione.

Durante la premiazione del 15 dicembre alla Biblioteca Comunale di Palermo, sono stati assegnati i premi ai primi tre classificati di ogni categoria, la poesia italiana (vincitore Antonio Masacci, con Tu il vento io il grano), la poesia dialettale (Marco Managò, L’amore appara) e il racconto (Mariangela Biffarella, Il merlo ciarliero). Inoltre, la giuria ha deciso di premiare anche alcune “segnalazioni”, assegnando loro le cosiddette targhe “Rosa Blu”.
Infine, una parola in più la meritano proprio i premi, consistenti in semplici pacchi contenenti prodotti tipici siciliani, messi a disposizione dalle varie sedi ANFFAS della Sicilia, come la cioccolata di Modica, ma soprattutto i lavori realizzati dai ragazzi dei vari centri, piccoli capolavori che lasciano stupiti chiunque li osservi.

In conclusione, per citare le parole di Alberto Acierno, direttore generale della Fondazione Federico II di Palermo, si è trattato di un premio «utile a ricordare che la disabilità non è sinonimo di incapacità e compassione, ma di costruzione giornaliera delle piccole cose che diventano grandi, aggiungendo, passo dopo passo, un tassello dopo l’altro, fino ad un graduale inserimento, non sempre facile, dei nostri amici “speciali”, nella vita sociale».

*ANFFAS di Modica (Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali).

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