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Un’incoerenza tutta europea

Il Premio Giornalistico Sì alle diversità. No alle discriminazioni, indetto per il terzo anno consecutivo dall’Unione Europea e segnalato nei mesi scorsi anche dal nostro sito, si inserisce nell’ambito dell’omonima campagna d’informazione e sensibilizzazione per la lotta alla discriminazione lanciata dalla Commissione Europea nel 2003. Giampiero Griffo

L’edizione 2006 del premio, aperto a tutti i giornalisti della carta stampata e del web appartenenti ad uno degli Stati Membri dell’Unione, è stata dedicata ad elaborati volti alla diffusione del tema della diversità e della discriminazione in ambito lavorativo e professionale.
Tali testi, pubblicati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2006 e inviati alla sede del concorso entro l’ultimo giorno dello scorso anno, sono stati valutati da una giuria specializzata che si è riunita proprio nei giorni scorsi a Milano – presso la sede dell’Agenzia Noesis Comunicazione incaricata di seguire l’iniziativa per l’Italia – per definire l’assegnazione dei riconoscimenti. 

E tra i membri di questa giuria – di un premio, ricordiamo ancora, volto a sensibilizzare contro le discriminazioni – c’era anche Giampiero Griffo, rappresentante del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) presso l’EDF (European Disability Forum) e noto esponente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
Quest’ultimo, però, giunto alla sede dell’incontro – pianificato da tempo – ha trovato di fronte a sé una rampa di scale, barriera non certo ideale per la sua carrozzina, la quale nei mesi scorsi gli ha permesso di raggiungere il deserto della Mongolia, ma che rischiava, in questa circostanza, di non essere in grado di condurlo a una riunione nel capoluogo lombardo.
«E non certo per una carenza del mezzo – chiarisce subito Griffo, con forza – quanto per una gravissima mancanza di rispetto della diversità da parte degli stessi organizzatori dell’incontro, che sono anche i referenti nel nostro Paese per la campagna contro la discriminazione indetta dalla Commissione Europea. Certo, proprio quel che si dice “dare il buon esempio”: il giurato di un premio giornalistico con queste alte finalità, che viene egli stesso discriminato proprio da coloro che dovrebbero veicolare gli importantissimi concetti alla base dell’iniziativa».
E tutto ciò non in uno dei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”, ma nel cuore dell’Europa.Il logo del Premio Giornalistico 2006

«D’altro canto – continua Griffo – questo fatto non dovrebbe neanche stupire così tanto, anzi, esso rappresenta la conferma di quanto ho potuto riscontrare nei mesi e negli anni scorsi. Cioè che la campagna della Comunità Europea Sì alle diversità. No alle discriminazioni, che costa ben due milioni di euro, non riesce a dare i risultati auspicati e ha un impatto veramente poco significativo sulla società. Questo perché, ancora una volta, siamo di fronte ad una serie di iniziative che vengono affidate a società di consulting le quali spesso non hanno alcuna competenza nel campo della disabilità e le portano avanti senza coinvolgere coloro che subiscono le discriminazioni. In tal senso, le associazioni di persone con disabilità europee e lo stesso EDF ripetono da anni alla Commissione Europea che nulla di concreto e di efficace può essere fatto senza la partecipazione dei diretti interessati. Dopo tre edizioni del Premio Giornalistico in questione, non esiste invece ancora alcun regolamento o strumento procedurale che obblighi le società che lo gestiscono a rispettare essenziali criteri di accessibilità».

«Come si può pensare, poi – conclude un Griffo molto amareggiato – che delle società di comunicazione che non sono nemmeno in grado di sensibilizzare e fornire delle competenze ai propri collaboratori relativamente a queste realtà, che trovano fondamento nel rispetto dei diritti umani, possano essere in grado di diffondere questi valori e sensibilità all’esterno?».

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