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Anche il mondo della disabilità è con i Saharawi

Bimbi del popolo SaharawiSuperando.it è stato certamente tra i primi ad occuparsi, qualche tempo fa, dei campi profughi del Sahara Occidentale ospitati da oltre trent’anni in territorio algerino (zona di Tindouf) e della popolazione Saharawi che li abita.
In quell’occasione, a proposito delle persone con disabilità, Cinzia Terzi, presidente di Jaima Sahrawi (letteralmente la “casa dei Saharawi”) ci aveva detto: «È praticamente impossibile sapere quante sono le persone con disabilità all’interno dei quattro campi profughi. Innanzitutto occorre chiederci che cosa vuol dire per noi disabilità e che cosa intendono loro. Inoltre, le condizioni di degrado sono tali per cui un bambino nato con una piccola malformazione, da noi facilmente curabile, lì è destinato a diventare un disabile anche grave. E i disabili gravi non hanno molte chance di sopravvivere. Piuttosto, si devono considerare le disabilità di media entità, diffuse anche tra i bambini. Su queste è importante intervenire per aiutare le famiglie. È stato istituito a tal proposito un Centro di Educazione Speciale per tutti i bambini con disabilità che possono raggiungerlo a piedi (e quindi sono quanto meno deambulanti), il cui scopo è quello di rendere i ragazzi il più possibile autonomi nella quotidianità, soprattutto perché il processo culturale dell’integrazione sociale non è ancora avvenuto e chi non si comporta come gli altri è facilmente emarginato».

Oggi la solidarietà e l’interesse nel nostro Paese verso i diritti umani di queste popolazioni ha vissuto un nuovo significativo momento a Eboli (Salerno), il 27 gennaio, con il convegno Sahara Marathon 2007, che si è tenuto presso la Sala Consiliare Comunale, alla presenza dell’assessore alle Politiche Sociali Cosimo Cicia, di Generoso Di Benedetto, coordinatore regionale di DPI (Disabled Peoples’ International) e di Andrea Micangeli, responsabile del CIRPS (Centro Interuniversitario di Ricerca per lo Sviluppo Sostenibile) della Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza di Roma.

La zona dell'Africa dove vivono i SaharawiAl centro della discussione vi è stato il documentario sulle condizioni di vita dei Saharawi, per i quali varie organizzazioni internazionali hanno lavorato in questi anni (PAM – Programma Alimentare Mondiale; UNDP – United Nations Development Programme; CRIC – Centro Regionale di Intervento per la Cooperazione; El Ouali di Bologna), contribuendo alla nascita di strutture di sostegno.
In particolare, l’impegno costante di sensibilizzazione nei confronti dell’Occidente è passato attraverso la Sahara Marathon, promossa dal Comitato Sportivo Saharawi e organizzata da volontari provenienti da diverse nazioni, che da sette anni ha lo scopo di raccogliere fondi.

L’edizione di quest’anno scatterà il 24 febbraio da Tindouf, comprendendo una serie di percorsi su diverse distanze tra i territori liberati, con la partecipazione di centinaia tra gli stessi Saharawi, insieme ad atleti di tutto il mondo, nel segno della solidarietà.
«Il nostro impegno per le persone con disabilità – ha dichiarato Generoso Di Benedetto – ci spinge senz’altro a scendere in prima linea per offrire un sostanziale aiuto anche ad iniziative come questa».
«Attraverso il CIRPS dell’Università La Sapienza di Roma – ha sottolineato dal canto suo Andrea Micangeli – sono stati avviati progetti che hanno come obiettivo specifico il potenziamento dell’autonomia del popolo Saharawi nei campi».

Grande l’entusiasmo da parte dell’Amministrazione Comunale ebolitana e delle persone presenti ad una manifestazione che può realmente portare ad un miglioramento concreto delle sorti di questo popolo.
(S.B.)

Si ringrazia Teresa Di Giuseppe per la collaborazione.

Per ulteriori informazioni:
Associazione El Ouali (Leo Rambaldi), tel. 338 1460228
CIRPS (Andrea Micangeli),
andrea.micangeli@uniroma1.it
www.saharamarathon.org.
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