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L’ora dei diritti umani

Persona in carrozzina assieme a una in piediHa preso il via il 5 febbraio la seconda edizione del corso di aggiornamento universitario Diritti umani e disabilità, organizzato dal Centro Diritti Umani dell’Università di Padova, in collaborazione con DPI Europe (Disabled Peoples’ International), FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità), oltre che con il sostegno dell’Assessorato alle Politiche Sociali e dell’Osservatorio Regionale sull’Handicap della Regione Veneto.

La lezione inaugurale – tenutasi nell’Archivio Antico del Palazzo del Bo, sede storica dell’ateneo patavino – dopo l’apertura del direttore del corso, Marco Mascia, ha visto gli interventi dei delegati istituzionali della Regione Veneto Claudio Beltrame, a capo della Direzione Regionale per i Servizi Sociali e Michele Maglio, dirigente del Servizio a favore delle persone con disabilità, seguiti dai rappresentanti del movimento nazionale e transnazionale per i diritti delle persone con disabilità, Giampiero Griffo, Luisella Bosisio Fazzi e Pietro V. Barbieri.

Mascia ha ribadito l’importanza di un corso basato sul legame tra disabilità e diritti umani, concepito, tra i primi in Europa, in un ambiente accademico. Ha evidenziato inoltre il ricco background che ne alimenta e sostiene l’evoluzione, in primis l’approvata Convenzione Internazionale sui Diritti Umani delle Persone con Disabilità e l’Anno Europeo della Non Discriminazione e delle Pari Opportunità.

Il direttore dei Servizi sociali della Regione Veneto, Beltrame, ha illustrato dal canto suo le linee programmatiche del governo regionale veneto sulla disabilità, individuando tre filoni d’azione principali.
Innanzitutto la riorganizzazione dei servizi nella direzione di un accrescimento delle opportunità, valorizzando le diversità, adeguando ad esse gli interventi ed evitando la parcellizzazione di questi ultimi. In secondo luogo, gli interventi personalizzati coadiuvati dagli amministratori di sostegno. Infine, la necessità di superare il tradizionale modello di valutazione della disabilità, basato sulle inabilità e sulle incapacità, per passare ad un modello che si riferisca all’ICF – la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) – che parta cioè dalle capacità e dalle abilità di una persona, nel segno di una valutazione multidimensionale delle persone con disabilità.

25 agosto 2006: approvata all'ONU la Convenzione sulla DisabilitàLa mattinata è stata poi dedicata alla presentazione, all’analisi e alla riflessione sulla struttura e sui contenuti della già citata Convenzione ONU, l’ottava convenzione internazionale “settoriale” sulla tutela dei diritti umani, ma certamente la prima del Terzo Millennio.
Griffo, membro del Consiglio Mondiale di Disabled Peoples’ International, ha evidenziato le delicate e talora estenuanti trattative multilaterali che hanno portato all’adozione della Convenzione, il 25 agosto 2006 a New York.
Successivamente, l’articolato del prezioso documento è stato oggetto di profonde riflessioni da parte di Bosisio Fazzi, presidente del Consiglio Nazionale sulla Disabilità e Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, i quali, soffermandosi ciascuno su diverse tematiche, hanno messo in luce l’importanza di un testo che afferma l’universalità, l’interdipendenza e l’indivisibilità dei diritti umani, oltre a cercare di garantire il massimo di vita indipendente, senza discriminazioni e inuguaglianza di opportunità rispetto ad altri cittadini.

Quest’anno il corso ha adottato una nuova formula che prevede – oltre alle tre ore mattutine dedicate all’analisi di una tematica da parte di esperti del settore – altrettante ore pomeridiane di laboratorio, con i corsisti che saranno chiamati a partecipare attivamente ai lavori. Ciò in particolare per consentire alle persone di concentrare l’attività del corso in una sola giornata, il lunedì, soluzione particolarmente agevole per coloro che provengono da fuori Padova e soprattutto da fuori Veneto.

Il primo laboratorio verteva sulle pari opportunità, la non discriminazione, la presa in carico, il mainstreaming [le questioni legate alla disabilità che “entrano” in ogni politica di impatto sulla società, N.d.R.] e l’inclusione sociale.
Griffo ha esposto i nuovi concetti sulla disabilità legati ai diritti umani, mentre Francesca Succu, direttore dell’Osservatorio Regionale sull’Handicap della Regione Veneto, ha presentato tale ente, parlando della trasformazione delle politiche regionali sulla disabilità.
Il laboratorio è stato preceduto dalla presentazione dei 36 corsisti iscritti, in maggioranza operatori dei servizi sociali e dei servizi handicap delle Aziende Sanitarie Locali venete, funzionari di Enti Locali, ma anche dei servizi disabilità delle università italiane, rappresentanti dell’associazionismo, educatori e persone con disabilità. 

Un percorso formativo di eccellenza, dunque, riservato agli operatori sociosanitari, ma rivolto anche a giovani studenti con e senza disabilità, vogliosi di approfondire una tematica fatta di componenti sociali, giuridiche e politiche che sempre più si fa largo all’interno della programmazione politica e dei meccanismi decisionali nazionali, regionali e internazionali.

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