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Siamo contro quei disegni di legge

Immagine simbolo della sorditàIn conclusione del proprio convegno nazionale La maratona della sordità: dalla diagnosi precoce all’integrazione sociale, svoltosi a Verona il 14 e 15 aprile, la FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi) ha espresso il proprio dissenso nei confronti dei disegni di legge presentati in Parlamento per il riconoscimento della Lingua dei Segni (LIS) come lingua non territoriale propria della comunità delle persone sorde.
Lo ha fatto con una mozione votata dalla propria Assemblea, della quale qui di seguito pubblichiamo il testo integrale.

«Preambolo
– considerando ciò che l’articolo 7 comma 2 della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU recita: “In tutte le azioni concernenti i bambini con disabilità, il superiore interesse del bambino sarà tenuto in considerazione”;
– considerando che l’articolo 25 punto (b) della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU impegna gli Stati Parti a: ”Fornire specificamente servizi necessari alle persone con disabilità proprio a causa delle loro disabilità, compresi la diagnosi precoce e l’intervento appropriato, e i servizi destinati a ridurre al minimo ed a prevenire ulteriori disabilità, anche tra i bambini e le persone anziane”;
– considerando che l’articolo 26 comma 1 della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU recita che: “Gli Stati Parti organizzeranno, rafforzeranno e estenderanno servizi e programmi complessivi per l’abilitazione e la riabilitazione, in particolare nelle aree della sanità, dell’occupazione, dell’istruzione e dei servizi sociali, in modo che questi servizi e programmi: (a) abbiano inizio nelle fasi più precoci possibili e siano basati su una valutazione multidisciplinare dei bisogni e dei punti di forza dell’individuo”;
– considerando che il nostro Paese ha raggiunto livelli di apprendimento della lingua orale e scritta e buoni livelli di integrazione scolastica, la FIADDA ritiene che l’articolo 24 comma 3 punto (b) della Convenzione ONU debba valere solo per coloro che vogliono scegliere di appartenere ad una comunità di non udenti senza imposizione alcuna per tutti gli altri;
– considerando ancora l’articolo 24 comma 3 punto (c) della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dell’ONU, riteniamo valido ciò che esso recita: “Assicurare che l’istruzione delle persone, ed in particolare dei bambini ciechi, sordi o sordociechi, sia erogata nei linguaggi, nelle modalità e con i mezzi di comunicazione più appropriati per l’individuo e in ambienti che ottimizzino il progresso scolastico e lo sviluppo sociale”.

Mozione
A conclusione del Convegno La maratona della sordità, dalla diagnosi all’integrazione sociale, svoltosi a Verona il 14 e 15 aprile 2007, l’assemblea dei presenti, composta da genitori, bambini e ragazzi sordi, giovani sordi, persone adulte sorde, professionisti, uditori, nonché persone interessate all’argomento della sordità, parenti ed amici, si dichiarano contro i disegni di legge presentati in Parlamento dietro istanza dell’ENS [Ente Nazionale Sordi, N.d.R.] per il riconoscimento della Lingua dei Segni (LIS) come lingua non territoriale propria della comunità delle persone sorde.

Sappiamo
Che la LIS è stata un bene prezioso per quelle persone che, in tempi ormai lontani, non hanno potuto o voluto acquisire la lingua italiana orale e scritta e possono quindi utilizzare solo questa modalità comunicativa.
Impianto cocleareChe oggi, grazie allo screening neonatale, alla diagnosi precoce, alle protesi acustiche di nuova generazione, all’impianto cocleare, alle migliori conoscenze sull’acquisizione della lingua parlata, dei sistemi educativi e riabilitativi, i bambini e i ragazzi sordi possono sviluppare il linguaggio verbale nelle sue modalità orale e scritta.
Che le persone sorde, protesizzate o impiantate che abbiano seguito un iter riabilitativo adeguato, oggi possono parlare, ascoltare, leggere, scrivere, giocare, lavorare, amare come tutti i loro coetanei. Non si sentono in nessun modo parte di una “comunità di sordi” e la LIS non è la loro lingua.
Che il percorso di apprendimento del linguaggio verbale orale e scritto è fondamentale per conseguire autonomia personale di accesso alla cultura e all’interazione sociale completa senza intermediari, senza interpreti, senza mediatori.                    

Esigiamo
Che non si spendano le già insufficienti risorse disponibili, per dare la LIS a quel “milione di persone”, dato, questo, riportato in alcune delle relazioni che accompagnano i disegni di legge presentati, ma che si riferiscono a persone con perdite uditive di entità variabile, acquisite nell’arco della vita e dovute a cause differenti quali: le sordità per anzianità, per cause di lavoro, per incidenti ecc.
Nemmeno tutti i 42.000 sordi (dato INPS) riconosciuti per legge, conoscono e usano la LIS come modalità comunicativa. 

Vogliamo
Che il danaro pubblico venga speso per l’implementazione dei centri di audiologia, per sviluppare ricerche inerenti tutti i settori pertinenti la sordità, per sviluppare lo screening neonatale, per aumentare e rendere efficienti i centri per la diagnosi, per la riabilitazione e quelli in cui si effettuano gli Impianti cocleari.
Promuovere la qualità dell’integrazione scolastica, sociale e lavorativa e sostenere le famiglie che hanno al proprio interno un bambino o un ragazzo sordo.
Promuovere l’abbattimento delle barriere della comunicazione: la tecnologia oggi è in grado di favorire con sottotitoli o scritte nei punti di informazione, autonomia alla persona. 

Chiediamo
Ai Direttori di cattedre universitarie italiane di ORL [Otorinolaringoiatria, N.d.R.], ai Presidi e Docenti di Facoltà Umanistiche e Scientifiche interessate e a tutti coloro che condividono i principi della FIADDA di aderire a quanto sopra esposto.

La FIADDA confida che il Parlamento Italiano e il Governo tengano conto delle considerazioni sovraesposte.

La FIADDA chiede alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e al CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) di sostenerla e di affiancarla nelle sue richieste».

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