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Anche per il TAR delle Marche conta solo il reddito dell’assistito

Sicilia, Toscana e ora anche Marche: le sentenze dei TAR (Tribunali Amministrativi Regionali) continuano a smentire quei regolamenti e delibere comunali che prevedono la compartecipazione dei familiari alle spese per l’assistenza. Un'”onda lunga” sulla quale si erano inseriti anche un parere del Difensore Civico delle Marche e la Giunta Regionale Toscana.

La bilancia della giustiziaL’ordinanza espressa nei giorni scorsi dal TAR delle Marche, in riferimento al ricorso di una persona di Osimo (Ancona), assomiglia più a quella del TAR di Catania che non a quella del tribunale toscano. Quest’ultima, infatti, riguardava le rette di ricovero in Residenza Sanitarie Assistenziali (RSA), mentre questa volta – come già in Sicilia – si parla della richiesta di assistenza domiciliare da parte di una persona con grave disabilità.

E in ogni caso la sostanza non cambia, come si può chiaramente capire dal dispositivo del provvedimento, che recita: «Per la valutazione dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente – ISEE – nel caso del ricorrente, al contrario di quanto ritenuto dal Comune intimato nei provvedimenti impugnati, occorre fare riferimento alla situazione economica del solo soggetto svantaggiato beneficiato del servizio di assistenza domiciliare, con esclusione del reddito degli altri componenti del suo nucleo familiare [grassetti nostri, N.d.R.]».

Un’ulteriore conferma, quindi, di quanto già scritto su queste stesse colonne da Gaetano De Luca del Servizio Legale LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità), di come cioè «si stiano sempre più consolidando le basi giuridiche su cui opporsi in modo deciso a queste prassi illegittime e soprattutto profondamente inique e immorali».
(S.B.)

*Ringraziamo per la segnalazione il Gruppo Solidarietà.

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