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Medici e pazienti insieme per una migliore organizzazione sanitaria*

Al 2° posto al mondo (dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) per capacità e qualità dell’assistenza erogata, ma solo al 18° (su 29 Paesi) per indice di gradimento, in base all’indagine EHCP (Euro Health Consumer Powerhouse) – che tiene conto dei diritti e dell’informazione a pazienti, dei tempi di attesa per le prestazioni, dei risultati delle terapie, della generosità del sistema e dell’accesso ai farmaci – il Servizio Sanitario Italiano rende la stravagante idea di un sistema prossimo alla perfezione, ma non gradito ai cittadini.

Medico e piccolo pazienteÈ possibile ritenere che all’origine della diversa percezione del servizio “sanità” stia in qualche modo la tendenza all’autoreferenzialità del sistema, che non si cura di raccogliere dati certi e conduce a liquidare rapidamente, senza alcun approfondimento, le notizie sgradite e a sorvolare sulle problematiche concernenti il funzionamento delle strutture.
In Italia, ad esempio, non si ha idea di quanti siano i pazienti danneggiati dalle cure, né il numero di medici trascinati ogni anno sul banco degli imputati, ma poi spesso ritenuti innocenti.
Nonostante le promesse, poi, non sono mai state intraprese azioni concrete per raccogliere tali dati e iniziare ad affrontare il problema per rimuovere le cause prime dell’insoddisfazione dei pazienti e dell’errore nell’ambito assistenziale che – eccetto rari casi – non dipende da un errore del sanitario.

Si lamenta infatti un eccessivo costo della sanità, ma si consente poi alla lobby delle assicurazioni di aumentare i premi delle polizze RC sanitarie, operate sulla base di stime su perdite future che verranno regolarmente disattese.
Allo stesso tempo non aiuta il ricorso esasperato alla “medicina difensiva” che fa tentare di evitare i casi più gravi ed aumentare le prescrizioni di farmaci, esami e ricoveri da parte di medici sempre più spaventati dalla pioggia di denunce infondate.
Spesso queste ultime nascono da una cattiva comunicazione tra medico e paziente e nascondono le mancanze organizzative del sistema, con buona soddisfazione delle singole direzioni generali.
In questo clima, a soffrirne di più, sono proprio i pazienti e i medici, entrambi vittime dello stesso sistema.

Alcune associazioni di pazienti e di vittime della malasanità, coordinate da Aiuto Giustizia, scenderanno dunque in piazza a Roma, venerdì 26 ottobre (Piazza Castellani, via Lungotevere, ore 11.30, con conferenza stampa alle 12), per chiedere di conoscere i numeri reali degli incidenti in sanità, di individuarne le responsabilità e di combattere il silenzio, la confusione e la disinformazione.
Tra i firmatari del presente testo, però, vi sono anche Roberto Santi, presidente di Fond_Azione – che ha interpellato altre associazioni mediche – e Alessandro Volpi, presidente dell’ASSIDA (Associazione di Volontariato e Solidarietà HIV/SIDA), i quali ritengono che anche i medici debbano porsi al fianco dei pazienti per affrontare insieme questi problemi e iniziare a ricostruire la fiducia all’interno del rapporto medico-paziente.

Medici e pazienti, dunque, saranno in piazza a Roma per chiedere assieme di:
– creare un osservatorio dell’errore medico e del contenzioso paziente-medico, per conoscere i numeri reali degli incidenti, individuarne le responsabilità e comprendere la reale portata del fenomeno;
– attuare la partecipazione dei cittadini e dei medici alla pianificazione e alla valutazione dei servizi sanitari – come raccomandato dall’Istituto Superiore di Sanità – per promuovere trasparenza di gestione e prevenzione dell’errore, con incentivi per coloro che mettono in atto efficaci azioni di miglioramento;
– attivare un Fondo vittime dell’alea terapeutica, per indennizzare i pazienti vittime delle complicanze incomprimibili e imprevenibili insite nelle cure (come avviene ad esempio nel modello francese);
– privilegiare la via conciliativa e arbitrale per il risarcimento dei pazienti danneggiati da cure sanitarie (modello austriaco e francese), per favorire l’assunzione di responsabilità, iniziare ad affrontare il problema per rimuovere le cause prime dell’insoddisfazione dei pazienti e dell’errore nell’ambito assistenziale, evitare i tempi della giustizia ordinaria e alleggerire il contenzioso infondato. 

* Documento firmato da:
– Paolo Pandolfi, Associazione
Aiuto Giustizia
– Roberto Santi, presidente Fond_Azione
– Alessandro Volpi, presidente
ASSIDA – Associazione di Volontariato e Solidarietà HIV/SIDA
– Dario Petri,
ABC – Associazione Bambini Cerebrolesi e FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap)
– Giuseppe Trieste, presidente
FIABA – Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche / ANTHAI – Associazione Nazionale Tutela Handicappati Invalidi, Associazione Graziana Adelina
– Francesco Lauri, presidente Osservatorio Sanità.

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