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Difendiamo i nostri figli da terapie non appropriate

Bambino biondo con gli occhi chiusi e l'espressione assortaLa somministrazione di farmaci a scuola è un argomento non nuovo per le nostre famiglie. Tempo addietro, ad esempio, avevamo salutato come una vittoria il riconoscimento del diritto  alla somministrazione di una terapia, quando indispensabile, in ambiente scolastico e l’obbligo, per le ASL, di fornire il personale necessario.
Oggi, però, la polemica è sul versante opposto: proteggere cioè i nostri “studenti con disabilità” dall’esecuzione (più o meno coatta o fortemente consigliata) del test per sindrome da iperattività e deficit d’attenzione (ADHD) e dalla successiva somministrazione di psicofarmaci, potenzialmente pericolosa e molto discussa in età evolutiva.

Nei giorni scorsi la Regione Piemonte ha saggiamente legiferato in materia, vietando l’esecuzione di detto test a scuola e prevedendo invece l’introduzione di un serio consenso informato da parte dei genitori dei ragazzi ai quali è stata proposta la somministrazione di psicofarmaci.
Basterebbe in questo senso l’esempio degli sciroppi somministrati a generazioni di bambini al primo colpo di tosse ed oggi riconosciuti potenzialmente pericolosi e da somministrarsi con grande cautela, per paventare i pericoli insiti nello strapotere mediatico delle grandi multinazionali dei farmaci e nella difficoltà di opporsi alle sottili strategie di marketing messe in atto con la creazione di “nuove malattie”.
Queste ultime, infatti, sono spesso patologie inesistenti, ove il sintomo viene confuso con la malattia e la terapia proposta presenta rischi maggiori dei presunti vantaggi terapeutici.

Difendiamo quindi la salute (purtroppo talvolta precaria) dei nostri “studenti con disabilità”, innanzitutto con un’informazione scientificamente seria, priva di connotazioni commerciali e basata sulla prudenza terapeutica.

*Federazione Italiana ABC (Associazione Bambini Cerebrolesi).

Bambini e psicofarmaci: la legge approvata in Piemonte

La Legge Regionale del Piemonte cui si riferisce Giorgio Genta nella sua nota è stata approvata nei giorni scorsi a larga maggioranza dal Consiglio Regionale Piemontese, su proposta del consigliere Gianluca Vignale e del Presidente del Consiglio stesso Davide Gariglio.
Tale norma – che riguarda appunto il fenomeno dell’ADHD, la sindrome da iperattività e disturbi dell’attenzione – colma a livello locale un vuoto normativo sul quale sembra fosse stato inutilmente chiamato a pronunciarsi, mediante una circolare, il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni.

Il provvedimento si basa su alcuni punti fermi espressi molto chiaramente:
– l’obbligo, in caso di somministrazione di psicofarmaci ai bambini, di raccolta – a cura del medico – di un consenso informato veramente consapevole da parte dei genitori, che dovranno essere resi edotti sui rischi e anche sulle possibilità di accedere a terapie alternative non a base di psicofarmaci;
– il riconoscimento dela libertà di coscienza del medico che decidesse di non prescrivere psicofarmaci al minore;
– il divieto di somministrazione nelle scuole di “test psichiatrici”, poiché la Regione Piemonte ha individuato negli screening ad ampio raggio della popolazione scolastica un rischio di sollecitazione indiretta al consumo di queste molecole psicoattive;
– l’obbligo per l’Assessorato alla Sanità di monitorare rigidamente le terapie sui minori a base di psicofarmaci, anche mediante una specifica Commissione.

«Si tratta di una legge innovativa – ha commentato Luca Poma, portavoce nazionale di “Giù le Mani dai Bambini“, prima campagna italiana per la farmacovigilanza in età pediatrica – perché pur non “mettendo il bavaglio” al medico, istituisce dei rigidi principi di controllo a tutto favore dei cittadini e dei piccoli pazienti: i test psichiatrici, infatti, potranno essere somministrati solo nelle strutture sanitarie pubbliche, com’è giusto per evitare l’impropria trasformazione della scuola in anticamera dell’ASL. Un segnale forte, dunque, da parte della Regione Piemonte, con una legge approvata in modo del tutto “bipartisan”, da girare anche al ministro Fioroni, il quale ha probabilmente altre priorità, vista la totale mancanza di sue risposte, nonostante da oltre un anno avessimo messo i nostri esperti a completa disposizione del Ministero».
«Non si può speculare sulla salute mentale dei nostri bambini – ha dichiarato dal canto suo Gianluca Vignale, primo firmatario della Legge approvata in Piemonte – e come padre di due figli rabbrividisco al solo pensiero che un giorno qualcuno possa prescrivere loro psicofarmaci, sulla base di test riduttivi come quelli usati per diagnosticare l’iperattività».
(S.B.)

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