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Le sfide della disabilità complessa

Vladimir Kosic e Vittorino Boem al tavolo dei relatori di Codroipo (foto Gremese)Associazioni, Comuni e Aziende Sanitarie intendono costituire e condividere un tavolo di lavoro regionale sulla residenzialità per le persone con disabilità, che riunisca sia il settore pubblico che quello privato, che sappia guardare oltre l’accoglienza (un luogo in cui stare), per puntare all’inclusione nelle comunità di appartenenza, al superamento della precarietà, a servizi appropriati indirizzati verso il reinserimento sociale e lavorativo di un crescente numero di utenti, a dare maggiori garanzie alle famiglie coinvolte.
Quanti siano, chi siano e di che cosa potrebbero aver bisogno – oltre che di essere accolti e assistiti perché non hanno altri percorsi – non lo sappiamo. Non si tratta solo di persone anziane, ma anche di giovani e adulti, per i quali è fondamentale una puntuale valutazione funzionale che dia sviluppo alle capacità personali e che guardi, per quanto è possibile, non solo ad una soluzione logistica, quanto e piuttosto ad una valorizzazione dei loro diritti fondamentali di cittadinanza, oggi poco considerati.

Questo progetto, intitolato Dal principio di accoglienza per tutti al progetto personalizzato per ciascuno, è in sintesi il principale risultato dell’Assemblea del Comitato Dopo-Durante Noi del Friuli Venezia Giulia ONLUS, organizzazione che riunisce quattordici realtà regionali, tenutasi il 26 gennaio presso l’Associazione La Pannocchia di Codroipo (Udine), che ha approvato all’unanimità il programma di lavoro e delle attività per il 2008 presentato dal presidente del Comitato stesso Vladimir Kosic.
Sul tema delle persone con disabilità gravi, Kosic ha in particolare evidenziato le tappe fondamentali del percorso di condivisione attuato in regione, tra cui, nel 2005, il Protocollo d’Intesa tra la Consulta delle Associazioni dei Disabili, l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Federsanità ANCI Friuli Venezia Giulia e la Conferenza Permanente per la Programmazione Sanitaria, Sociale e Sociosanitaria Regionale; poi, nel 2006, il documento sottoscritto, sullo stesso tema, con i segretari regionali dei sindacati CGIL, CISL, UIL e UGL.
«La strategia di lavoro sulla residenzialità deve puntare – secondo Kosic – ad un coinvolgimento diretto e alla riorganizzazione del sistema sanitario e sociale, dedicando più attenzione soprattutto ai casi più gravi, per superare la precarietà, finalizzare le risorse, garantire la continuità e lo sviluppo di progettualità condivise sulla base di criteri che puntino all’inclusione e all’antidiscriminazione (salute, studio e lavoro)».

Il pubblico presente all'incontro del 26 gennaio (foto Gremese)In particolare, come ha illustrato Carlo Francescutti, responsabile del Centro Collaboratore italiano OMS sulle classificazioni, c’è bisogno «di innovare l’approccio con cui il sistema sociosanitario “eroga risposte” ai bisogni delle persone con disabilità, che non può più essere basato solo su servizi separati da mansioni, attività datate e giustapposte e per lo più “concesse” alla persona con disabilità. La lettura dei bisogni delle persone e del’offerta delle attività dei centri residenziali deve svilupparsi all’interno della cornice concettuale proposta dalla Classificazione Funzionale della Salute e della Disabilità dell’OMS, l’ICF, su cui sono già stati attivati corsi di formazione per gli operatori dei centri residenziali che fanno parte del Comitato Regionale Dopo-Durante Noi».
Nel corso del 2008, dunque, verrà avviata – a cura del Comitato regionale Dopo-Durante Noi in collaborazione con le Aziende Sanitarie di competenza – una raccolta dati sull’utenza e sull’offerta per definire una classificazione generale delle persone con disabilità secondo criteri omogenei funzionali e/o di bisogno riabilitativo/assistenziale, per individuare le caratteristiche essenziali della tipologia di offerta delle diverse strutture e per facilitare la comprensione dei livelli di assistenza garantiti anche attraverso il confronto tra diverse strutture.

Un progetto, quindi, che nasce “dal basso” e su due premesse fondamentali:
1. finalità e obiettivi condivisi e concordati basati su un comune background scientifico ed etico;
2. associazioni che vogliono e sanno costruire con gli operatori e la politica l’alleanza necessaria in grado di raccogliere le sfide della cosiddetta “disabilità complessa”.
Tali premesse sono state sottolineate, durante l’incontro del 26 gennaio, sia dal presidente di Federsanità ANCI Friuli Venezia Giulia, Giuseppe Napoli che Vittorino Boem, sindaco di Codroipo nonché presidente della Conferenza Permanente per la Programmazione Sanitaria, Sociale e Sociosanitaria Regionale del Friuli Venezia Giulia.
Entrambi, infatti, si sono impegnati a presentare assieme le proposte emerse dall’Assemblea all’assessore regionale alla Salute e alla Protezione Sociale, Ezio Beltrame, affinché si possa al più presto costituire un tavolo e partire con i lavori.
Durante il suo intervento, Napoli ha dichiarato inoltre la disponibilità di Federsanità ANCI Friuli Venezia Giulia ad approfondire i punti salienti anche tramite la rete attivata dall’Associazione (Aziende Sanitarie e Ospedaliere, Agenzia Regionale della Sanità, IRCCS, Aziende Servizi alla Persona, CISI – Consorzio Isontino Servizi Integrati e CAMPP – Consorzio per l’Assistenza Medico PsicoPedagogica di Cervignano).

Numerosi e qualificati i contributi dei presenti tra cui da segnalare il presidente e il direttore del CISI, rispettivamente Renato Mucchiut e Anna Maria Orlando, i coordinatori dei Servizi sociali delle ASS 4 Medio Friuli, ASS 6 e ASS 3, Giuseppe Bazzo, Maria Bonato Mario Casini, il vicepresidente della Consulta Regionale e già assessore regionale alla Sanità, Vittorio Brancati e i presidenti dell’Associazione Traumatizzati Cranici del Friuli Venezia Giulia, Paolo Fogar e dell’ANFFAS Alto Friuli (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), Elisa Barazzutti.
Tutti hanno infine auspicato che vengano avviate le procedure per rendere operativo l’istituto dell’accreditamento dei servizi sociali, necessario a regolamentare il rapporto tra enti locali e imprese sociali e a fissare standard di funzionamento e di gestione, come previsto dalla Legge Nazionale 328/2000.

Per ulteriori informazioni:
Comitato Regionale Dopo-Durante Noi ONLUS
Via Tiro a Segno, 3/a, 33170 Pordenone
tel. 0434 29187,
relazioniesterne@bambinieautismo.org.
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