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E nel Lazio arriva l’accordo di programma*

La Legge quadro 104 ne prevedeva la possibilità già nel 1992: stipulare accordi di programma per coordinare in modo sistematico ed efficace gli interventi di ciascun soggetto per l’integrazione scolastica e formativa degli studenti con disabilità. Ma solo nei giorni scorsi si è arrivati a quello che è il primo accordo di programma italiano in materia.
Lo ha stipulato la Regione Lazio (promotrice dell’accordo attraverso l’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Diritto allo Studio), con l’Ufficio Scolastico Regionale, le Province, le Aziende Sanitarie, il Comune di Roma e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani).

L'assessore all'Istruzione della Regione Lazio Silvia CostaSono esattamente 20.656 gli studenti con disabilità nel Lazio, come ha ricordato presentando l’iniziativa l’assessore regionale all’Istruzione Silvia Costa, citando i dati forniti dall’Ufficio Scolastico Regionale; la maggior parte di essi sono naturalmente a Roma (oltre 15.000), quindi a Latina e a Frosinone (oltre 2.000), Viterbo e Rieti (circa 500). Sono poi 8.563 gli insegnanti di sostegno sul territorio regionale.
«In due anni – ha inteso sottolineare Costa – la Regione ha lavorato molto sul sostegno; nel 2006, ad esempio, abbiamo investito 3 milioni di euro per supporti all’inserimento richiesti da Province e Comuni. Ora costituiamo un fondo appositamente dedicato di un milione di euro e dobbiamo valutare come integrare tale fondo con l’assessorato regionale alla Sanità».

Che dopo «il grande risultato di oltre 20.000 disabili nelle scuole, frutto della collaborazione tra enti locali e sistema sanitario», si debba ora «dare avvio ad una fase ulteriore», è anche la convinzione dell’assessore regionale alla Sanità Augusto Battaglia. «Abbiamo aiutato la scuola a comprendere i suoi problemi e a misurarsi con l’integrazione – ha dichiarato a tal proposito Battaglia – e oggi ne beneficiano non solo i disabili e le loro famiglie, ma la scuola tutta e la sua organizzazione».

Per quanto poi concerne i cardini dell’accordo di programma, il testo è articolato secondo compiti specifici che i diversi soggetti si impegnano a svolgere, come ha sintetizzato Silvia Costa.
Innanzitutto, quindi, il coordinamento socio-sanitario; poi la collegialità, ovvero prevedere figure diverse per affrontare il percorso di integrazione fin dai primissimi anni scolastici; l’istituzione di un comitato consultivo che dia indirizzi ed elabori programmi regionali di attività per la presa in carico della persona nella sua interezza; un centro di documentazione sull’inclusione scolastica; un portale accessibile per docenti e famiglie; l’individuazione di un profilo professionale certo – e omogeneo su tutto il territorio nazionale – dell’assistente alla comunicazione e dell’assistente familiare.

«L’obiettivo – ha dichiarato ancora Costa – è anche quello di far sì che l’accordo regionale sia la cornice, ma che poi a cascata le Province diano vita ad altrettanti accordi con gli enti locali, perché è proprio sui territori che queste prassi diventano concrete».
«Se tale accordo restasse solo nel Lazio – conferma Salvatore Nocera, vicepresidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – esso sarebbe di portata limitata; è quindi necessario che le singole istituzioni scolastiche, le quali sono autonome e quindi non vincolate dal presente accordo, e i municipi ne sottoscrivano altri, per assumersi direttamente impegni, diritti e doveri. Va stimolata inoltre la sottoscrizione di accordi anche a livello di Piani di Zona. E in ogni caso questo accordo costituisce un evento assai importante per le famiglie, per gli studenti e anche per le associazioni che operano nel settore: noi crediamo nei diritti, e oggi un’intesa politica passa dalle parole agli atti giuridici».

*Testo già pubblicato dall’Agenzia «Redattore Sociale – Dire» e qui ripreso per gentile concessione di tale testata.

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