Scacco ai rifiuti in poche mosse, dando anche lavoro ai disabili

Arriva proprio dalla Campania, pesantemente coinvolta negli ultimi mesi dalla cosiddetta “emergenza rifiuti”, un bell’esempio di società civile che agisce “dal basso”, mettendo in pratica alcune idee importanti, cercando di coinvolgere altri settori – dalla scuola all’imprenditoria – e avviando anche al lavoro alcune persone con disabilità: è l’innovativo Progetto “In/Differente/Mente”

René Magritte, Gonconda, 1953Vi sono notizie che in particolari momenti sociali ci piace dare più di altre. E quanto ci viene segnalato dalla Campania rientra proprio in questo genere di fatti.
Ben 40 tonnellate di rifiuti solidi urbani non pericolosi che le popolazioni del territorio di Marigliano e dintorni, in provincia di Napoli, hanno donato nei primi mesi di quest’anno alle cooperative sociali Ottavia e Populorum Progressio, entrambe impegnate nell’inserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità e, per loro stessa dichiarazione, «a una cultura della sobrietà, senza inutili consumi».
Materiali come la carta, la plastica e l’alluminio sono stati dunque avviati ai consorzi di recupero, permettendo un risparmio energetico, riducendo l’altezza delle montagne della cosiddetta “emergenza rifiuti” e attivando l’avvio di dieci persone con disabilità, senza entrare in concorrenza con le società e le ditte che gestiscono gli appalti della raccolta dei rifiuti urbani solidi nei Comuni coinvolti.

«Il progetto – raccontano gli ideatori Antonio D’Amore e Giovanni Malesci – è stato recentemente presentato alla stampa dopo circa un anno di sperimentazione, con il nome di In/Differente/Mente, titolo di una vecchia canzone napoletana, gioco di parole che racchiude il tentativo di attuare un’operazione culturale di grande innovazione, di convincere che è possibile vivere meglio, prendendosi cura del posto in cui si vive e di non chiedere, ma di fare, insieme alle istituzioni, in un percorso di educazione reciproca».
Oltre alle due citate cooperative, In/Differente/Mente – che non gode di alcun finanziamento pubblico – vede impegnata una realtà religiosa molto conosciuta a livello locale, vale a dire la Piccola Opera di Redenzione di Padre Arturo, che svolge attività di cooperazione internazionale nei Paesi dell’America Latina, e anche l’Associazione Il Pioppo, che mette a disposizione i mezzi per il trasporto dei materiali, l’Azione Cattolica mariglianese e tanti altri anonimi cittadini che di fronte all’incapacità istituzionale di affrontare e risolvere il problema dei rifiuti, si è data da fare “sporcandosi le mani” e sperimentando nuovi impegni.

Scacco ai rifiuti? (per gentile concessione del Comune di Fidenza)«Ciò che facciamo – raccontano ancora D’Amore e Malesci – è molto semplice. Ad un certo punto, infatti, abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa che potesse incidere, un misurarsi nei fatti, abbiamo letteralmente “adottato” un quartiere e tutti i giorni siamo andati a casa delle persone, ci siamo confrontati con loro, abbiamo preso contatti con i consorzi naionali addetti allo smaltimento e al riciclo e così le persone hanno via via cominciato a portare i prodotti presso le nostre sedi, a parlarne in giro, a proporre e a sperimentare nuove attività».
Gli sviluppi, dunque, non sono certo mancati. Alcuni oggetti, infatti, sono diventati prodotti per un periodico mercatino dell’usato, altri sono stati messi a disposizione delle popolazioni “deboli” e offerti in dono (vestiti, mobilio, libri ecc.). E si è lavorato anche con i rifiuti della tavola, cominciando a fare dei compost che potranno essere distribuiti alle famiglie che regalano i propri rifiuti.

Altro aspetto importante, la volontà di diffondere il progetto – già condiviso con gli Assessorati all’Ambiente dei Comuni coinvolti, oltre che aperto a collaborazioni esterne – in particolare presso le scuole.
«Oggi – concludono infatti i responsabili – In/Differente/Mente va nelle scuole del territorio per tentare di costruire con le giovani generazioni nuove culture, tentando di trasfornare in azione la riflessione scientifica fatta in classe e creando quindi un continuum tra la scuola e la società. I tempi, poi, ci sembrano maturi anche per il coinvolgimento delle attività produttive e delle realtà associative e religiose. Entro la metà di aprile, infine, contiamo di organizzare un seminario di formazione e informazione su quanto fatto e su quanto si potrà fare insieme».

Il tutto si può interpretare in modo “alto”, parlando ad esempio – come scrivono da queste stesse cooperative campane – di «una nuova etica della responsabilità che cresce nei teritori di Giordano Bruno». Oppure, con maggiore senso pratico, si può semplicemente dire che «in Campania non si fa solo casino sulla spazzatura».
Quel che è certo è che siamo di fronte ad un bell’esempio di società civile che si rimbocca le maniche “dal basso” e che senza troppi fronzoli mette in pratica alcune idee importanti, tentando di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini, appartenenti anche a settori diversi. E da ultimo – ma non certo ultimo – dando lavoro a dieci persone con disabilità. Non è proprio poco! (S.B.)

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