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Uno sguardo ai programmi elettorali

Realizzazione grafica con mano che depone la scheda in un'urna elettorale e logo della disabilitàÈ a nostro parere un’operazione sin troppo semplicistica valutare i contenuti e le reali intenzioni delle principali forze politiche – in vista del prossimo 13 aprile – solo esaminando, nei loro programmi elettorali, quanto si parli direttamente di disabilità o di non autosufficienza.
Sarebbe infatti quanto meno necessario analizzare anche le varie parti dedicate di volta in volta alla famiglia, alla salute, alla scuola, al lavoro, alle donne o ad altro ancora, tutti settori strettamente connessi alla vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Un’analisi ampia, dunque, resa per altro ancor più complicata dall’imminenza di una delicata tornata elettorale, ove non sempre risulta così facile distinguere le promesse generiche dagli intendimenti reali.

Si tratta di una premessa doverosa, che è anche un consiglio ai lettori di consultare attentamente gli interi programmi elettorali di tutti i partiti, senza trascurare temi apparentemente “lontani”, né la stessa forma con cui essi vengono presentati, la chiarezza degli argomenti usati ed ogni elemento utile a formarsi un’opinione.
Da parte nostra forniamo anche, qui di seguito, l’indicazione per poter facilmente accedere in internet ai programmi delle cinque forze principali che scenderanno in campo il 13 aprile.

E tuttavia, anche a rischio di contraddirci, quell’operazione della quale all’inizio abbiamo evidenziato i pericoli di semplicismo, vorremmo tentarla anche noi, andando cioè ad evidenziare quali siano stati fino ad ora i riferimenti più espliciti alla disabilità e alla non autosufficienza.
Partiamo dunque da chi, al momento, ne ha certamente “parlato di più”, vale a dire La Sinistra l’Arcobaleno, che a differenza degli altri ha voluto presentare pubblicamente nei giorni scorsi uno specifico documento denominato Per una vera inclusione sociale delle persone con disabilità (tale testo è disponibile cliccando qui).
Tre gli obiettivi essenziali da perseguire, secondo questa forza politica che riunisce il PRC (Partito della Rifondazione Comunista), il PDCI (Partito dei Comunisti Italiani), i Verdi e l’SD (Sinistra Democratica): un incremento del Fondo sulla Non Autosufficienza fino ad almeno un milardo e mezzo di euro (con un canale differenziato per la disabilità all’interno di esso); la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali su tutto il territorio nazionale; la revisione delle modalità di accertamento dell’invalidità, tenendo conto dell’evoluzione degli strumenti di valutazione della persona che si basano sulle effettive capacità piuttosto che sulle limitazioni.
Espliciti anche i riferimenti alla necessità di portare a termine il processo di ratifica da parte dell’Italia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’aggiornamento obbligatorio da parte degli insegnanti curricolari – sui temi dell’integrazione scolastica – il rifinanziamento della Legge 13/89 sull’abbattimento delle barriere nell’edilizia privata, la costruzione di servizi di accompagnamento per superare la discriminazione nell’accesso al posto di lavoro più adeguato alla persona, la previsione di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione, ad iniziare dall’aumento delle pensioni di invalidità, oggi attestate su cifre “da fame”.
Proposte, quindi, molto dettagliate, che affrontano alcuni dei temi “caldi” tanto spesso oggetto di discussione anche sulle nostre pagine.

Certamente più sintetica è la parte specificamente dedicata alle persone con disabilità nel programma del Partito Democratico, che al di là della particolare attenzione da riservare anche ai capitoli dedicati alla Sanità, alla Scuola e al Lavoro, è rintracciabile essenzialmente al punto 7-k delle cosiddette Dodici azioni di governo e guarda soprattutto all’indennità di accompagnamento e alla sperimentazione di quelli che vengono definiti buoni servizio. Ne riportiamo testualmente il contenuto.
«k) Il buono-servizio per i non autosufficienti e i diversamente abili.
1. Elevare gradualmente l’importo mensile dell’indennità di accompagnamento da 455 fino a 600 euro in media per il 30% degli utenti (450.000 persone) che hanno maggiore bisogno di assistenza, mantenendo il valore attuale per le altre. L’accesso alla misura rimane sulla base del bisogno: l’ammontare è determinato in base all’Indicatore di Situazione Economica Equivalente.
2. Affiancare all’indennità di accompagnamento monetaria per i cittadini non autosufficienti e i diversamente abili la possibilità per loro di optare per una dotazione mensile, di valore maggiore dell’indennità e finanziata anch’essa dallo Stato, di buoni-servizio per l’acquisto di servizi di assistenza domiciliare integrata organizzati dai comuni:
– i buoni sono nominativi e non trasferibili;
– possono essere spesi dal cittadino solo per l’acquisto di servizi offerti dai comuni o da erogatori (cooperative, organizzazioni no profit, etc.) accreditati e regolati dai comuni».

Immagine sfuocata di persona in carrozzinaE veniamo all’altra maggiore forza che si presenterà alle elezioni, ovvero il Popolo delle Libertà, comprendente i “vecchi” gruppi di Forza Italia e Alleanza Nazionale, in alleanza con la Lega Nord.
Sono due, nelle 7 Missioni per il futuro dell’Italia che compongono il programma, gli specifici riferimenti alle persone con disabilità, in entrambi i casi citate insieme ad altri gruppi sociali.
Innanzitutto, nell’ambito del Lavoro (terzo punto della Prima Missione), si dichiara di voler attuare «la Legge Biagi per incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro e per realizzare una maggiore inclusione nel mercato del lavoro di giovani, donne, anziani e disabili».
Successivamente, al punto denominato Migliori servizi sociali (il terzo della Seconda Missione), si rimanda all’«attuazione del piano straordinario del Governo Berlusconi per le persone non autosufficienti (disabili, anziani, malati gravi) di concerto con il mondo delle autonomie e del privato sociale».
Segnaliamo infine un altro passaggio significativo all’interno del medesimo punto, quando si sostiene di voler revisionare «il sistema di assistenza sociale in base al principio di sussidiarietà, dando un maggior ruolo ai Comuni e garantendo la libertà di scelta tra i vari servizi offerti dal pubblico, dal privato e dal privato sociale».

È la volta, a questo punto, del gruppo La Destra – Fiamma Tricolore, all’interno del cui programma riprendiamo due specifiche citazioni, la prima delle quali compresa nel capitolo Lotta al caro vita, ove si afferma di voler «introdurre il quoziente base sul reddito familiare complessivo delle famiglie come criterio di base per il prelievo fiscale, in ragione anche della presenza di disabili e anziani a carico del nucleo familiare».
Altrove, nel capitolo Sanità, riprendiamo il passaggio che recita: «Chi lavora bene, nell’interesse dei pazienti, e fa risparmiare denaro allo Stato, va individuato, coinvolto nei processi decisionali e premiato. E questo vale nel campo della salute, come dell’assistenza ai bisognosi e agli anziani […]: il “terzo settore”, il volontariato sociale, la società civile organizzata per la tutela di chi ha meno sono anch’essi pilastri che la Destra consideri fondamentali per l’edificazione di un nuovo Stato Sociale».

E concludiamo con il programma dell’UDC (Unione di Centro), nel quale troviamo due punti al quarto capitolo (Famiglia e Affari Sociali), riguardanti entrambi aspetti economici, ma centrati il primo sulla famiglia, il secondo sul lavoro.
Si afferma infatti di volere «bonus e detrazioni per attività del nucleo familiare in proporzione al numero di componenti (con agevolazioni aggiuntive per la presenza di diversamente abili e di non autosufficienti)» e successivamente di puntare all’«esenzione dei contributi per le imprese che assumono lavoratori delle fasce deboli, previa formazione professionale [grassetti presenti nell’originale, N.d.R.]».

Ai nostri lettori, dunque, l’opinione su chi sia riuscito a “centrare” maggiormente i temi “giusti” – almeno nell’ambito dei programmi elettorali – sia per la sostanza che per i termini di volta in volta adottati nel presentare le questioni. Il tutto – come si è detto all’inizio – possibilmente corroborato da una lettura il più complessiva possibile di questi documenti (di cui diamo qui sotto la chiave d’accesso), che tenga conto dei più svariati elementi.
Le uniche due considerazione personali che qui ci permettiamo sono da una parte quella di aver visto troppo poco – quasi nulla – all’interno dei capitoli dedicati alla scuola, su un tema importante come quello dell’integrazione scolastica che coinvolge centinaia di migliaia di persone con i loro familiari.
Dall’altra l’utilizzo sin troppo disinvolto della terminologia con la quale si identificano i cittadini con disabilità (di volta in volta disabili, diversamente abili o altro) che denota quanto meno una conoscenza non certo approfondita della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e di tanti altri documenti di recente elaborazione.
Ma tant’è, si parla al momento sempre di parole. Sarà poi il “concreto agire” di chi governerà a segnare le differenze sostanziali. (Stefano Borgato)

 

I programmi elettorali di cui si è parlato sono i seguenti
(in ordine di nostra trattazione):
– La Sinistra l’Arcobaleno, disponibile cliccando qui.
– Partito Democratico, disponibile cliccando qui.
– Popolo delle Libertà, disponibile cliccando qui.
– La Destra – Fiamma Tricolore, disponibile cliccando qui.
– UDC (Unione di Centro), disponibile cliccando qui.
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