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La scuola, l’università e la sindrome di Asperger

Un'immagine di Hans Asperger, lo psichiatra e pediatra austriaco scomparso nel 1980, che diede il nome all'omonima sindromeLa sindrome di Asperger (SA, o in inglese, AS) è un disordine pervasivo dello sviluppo, imparentato con l’autismo e comunemente considerato una forma di autismo cosiddetta “ad alto funzionamento” (HFA).
Il termine che dà il nome alla patologia venne coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing nel 1981, traendolo da Hans Asperger, psichiatra e pediatra austriaco il cui lavoro non venne riconosciuto fino agli anni Novanta.
In generale si ritiene che si tratti di un tipo di autismo caratterizzato dalla difficoltà nelle relazioni sociali piuttosto che da un’alterazione della percezione, rappresentazione e classificazione della realtà, come nell’autismo classico.

A tale problema sono dedicate alcuni iniziative promosse in questo periodo dalla Fondazione Gianna ed Andrew Gallioli di Milano, in collaborazione con l’Associazione Gruppo Asperger ONLUS, allo scopo di sensibilizzare scuole superiori e università su una disabilità non sempre molto conosciuta in tali ambienti.
«Molti dei nostri ragazzi – spiegano infatti gli organizzatori – potrebbero affrontare gli studi superiori con maggiore successo se si potessero mettere in atto ausili adeguati e iniziative di tutoraggio specifiche per le loro caratteristiche cognitive e relazionali».

Dopo una prima giornata di studio, quindi, il 5 maggio scorso a Roma (presentata in quell’occasione anche dal nostro sito), ve ne sarà ora una a Milano, sabato 7 giugno (Università Bocconi, Aula B, Via Sarfatti, 25, ore 14-18), denominata anche questa volta Sindrome di Asperger, HFA e studi superiori: inclusione e valorizzazione delle risorse.
L’incontro – aperto da Guido Gallioli, presidente della Fondazione Gallioli – potrà poi contare sulla partecipazione di Fabrizia Bugini dell’Associazione Gruppo Asperger, di Carlo Lenti, direttore dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedaliera San Paolo di Milano, di Michele Capararo, neurologo e psicologo clinico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, di Paola Visconti dell’Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Maggiore di Bologna, di Enrico Valtellina dell’Università di Bergamo e di Bert Pichal, pedagogista. (S.B.)

Per ulteriori informazioni:
info@fondazionegallioli.org.
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