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Disabilità in Francia: è questa la strada giusta?

Il presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy«Circa 3 miliardi di euro da qui al 2012, per continuare, nonostante i vari problemi, lo sforzo di solidarietà in favore delle persone con disabilità».
Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica Francese Nicolas Sarkozy in apertura della recente Conferenza Nazionale sulla Disabilità del Paese transalpino, come riferisce Cécile Prieur nel portale del giornale «Le Monde».
«Sarkozy – continua Prieur – ha annunciato inoltre la creazione di 50.000 nuovi posti di lavoro per persone con disabilità, in specifiche strutture, e il lancio di un vero e proprio “patto per l’impiego” di questi cittadini, senza però pronunciare alcuna parola sulla rivendicazione del “reddito minimo di esistenza”, chiesto da numerose associazioni, all’insegna del motto Né poveri né sottomessi [Nell’originale: Ni pauvres ni soumis]».

Sono passati poco più di tre anni dalla legge francese dell’11 febbraio 2005 sull’Uguaglianza dei diritti e delle opportunità, la partecipazione e la cittadinanza delle persone con disabilità, che ha portato – sempre come riferisce Prieur – il «progetto di vita delle persone con disabilità a diventare il cardine delle politiche pubbliche» e a tale norma ha voluto rifarsi il presidente della Repubblica, invocando «un cambiamento di cultura che porti all’abbattimento di quelle barriere contro le quali spesso ci si deve ancora scontrare, oltre che alla possibilità di ciascuna persona con disabilità di realizzarsi nella propria vita».

Nel concreto dei provvedimenti annunciati, il già citato “patto per l’impiego” auspica che venga reso effettivo l’obbligo di assumere il 6% di persone con disabilità, previsto già nel 1987 per le imprese con più di venti dipendenti.
In tal senso le 27.000 imprese che non si sono ancora adeguate incorreranno in sanzioni maggiorate, se non procederanno almeno ad un’assunzione entro il 2009.
Le persone con disabilità in grado di lavorare potranno poi avvalersi di uno specifico “percorso di inserimento professionale”.
Su un altro versante, Sarkozy si è impegnato ad aumentare del 25%, in cinque anni, l’importo dell’Indennità per gli Adulti con Disabilità [AAH, pari oggi a 628,10 euro al mese, N.d.R.], di cui beneficeranno – per circa tre quarti – le persone che non potranno accedere al lavoro.

«Malgrado l’ampiezza delle somme investite – spiega la giornalista di “Le Monde” – le associazioni per la tutela dei diritti delle persone con disabilità hanno reclamato un impegno più sostanzioso. Già alla fine di marzo, ad esempio, 30.000 persone con disabilità avevano manifestato a Parigi per ottenere un “reddito minimo di esistenza”, equivalente ad un salario minimo garantito, ma il sottosegretario di Stato alla Solidarietà Sociale Valérie Létard ha affernato che questo “non potrà essere un servizio fornito indiscriminatamente a tutte le persone con disabilità”, aggiungendo che, “secondo le nostre stime, il 40% delle persone avrebbero svantaggi notevoli nel rinunciare all’Indennità AAH, perdendo anche una serie di diritti ad essa associati”».
Un’argomentazione, quest’ultima, che ha letteralmente fatto sobbalzare Jean-Marie Barbier, presidente dell’Associazione dei Paraplegici di Francia, il quale ha sottolineato l’inattendibilità di queste stime del Governo, evidenziando poi come «ogniqualvolta si parla di “reddito minimo di esistenza” ci vengano date risposte sul terreno del lavoro. In realtà un gran numero di persone con disabilità non potrà mai accedere al lavoro e riguardo all’aumento dell’AAH, finanche del 25% in cinque anni, essa resterà comunque al di sotto della soglia della povertà».

Sia sostanziali che culturali, infine, le ragioni della bocciatura da parte del Partito Socialista Francese rispetto a quanto annunciato da Sarkozy.
Secondo Elisabeth Auerbacher, infatti, responsabile per il settore Disabilità del Partito, «l’attuale Governo continua a rapportarsi alle persone con disabilità come a delle “vittime”, come dimostrano sia le parole che i fatti. Un atteggiamento di taglio “compassionevole” che non intaccherà mai la decisiva questione del progetto di vita».
Per quanto poi riguarda il “patto per l’impiego”, «esso – secondo Auerbacher – non è affatto chiaro sugli obblighi per le imprese e potrà quindi continuare ad essere ignorato, com’è già stato fatto sin troppo spesso. Del tutto insufficiente, infine, anche l’annunciato aumento dell’indennità AAH, che potrà a malapena coprire la crescita annua dell’inflazione».
«Una vera politica sulla disabilità – conclude l’esponente socialista – esige ben altri atti concreti, come ad esempio portare l’Indennità AAH al livello del salario minimo garantito e anche lavorare alla formazione degli assistenti alle persone con disabilità all’interno delle scuole».
(Giuliano Giovinazzo e Stefano Borgato)

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