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Prigioniero in un parcheggio di Taormina!

Persona in carrozzina davanti a un gradino«Qualche settimana fa – ci scrive il lettore Pierpaolo Schiaroli, che ha girato il suo messaggio anche a vari altri organi d’informazione, oltre che al sindaco di Taormina – nel corso di una vacanza in Sicilia con la mia famiglia (oltre a me e a mia moglie, una figlia di 5 anni e un figlio di 15 con disabilità), dopo la grande cortesia e disponibilità riscontrate sull’Etna, dove si è fatto quasi l’impossibile per permettere a mio figlio di salire con la funivia fino in cima al vulcano, ci siamo recati nella bella e celebre Taormina e qui vorrei raccontare la nostra disavventura vissuta nel parcheggio multipiano di Porta Catania, tra l’altro assai brutto dal punto di vista paesaggistico».

«All’ingresso – continua Pierpaolo – chiediamo se ci siano problemi per i disabili: “Ovviamente no”, ci viene risposto, “c’è l’ascensore che vi porta al settimo livello“. Decidiamo quindi di arrivare fino a questo settimo livello, ma siamo costretti a fermarci al quarto perché oltre è chiuso. Pazienza! Cerchiamo poi i posti riservati alle persone con disabilità, ma non ce n’è nemmeno l’ombra. Pazienza ancora, infatti ci sono molti posti “normali” vuoti e utilizziamo uno di quelli, prendendoci più spazio di quello segnato. A quel punto andiamo alla ricerca dell’ascensore che ci porti al settimo livello, seguendo le indicazioni e arriviamo così a un locale con un bagno per disabili, l’ascensore e le scale. Ebbene, per entrarvi c’era un gradino alto circa trenta centimetri: come può una persona in carrozzina andare al bagno e soprattutto uscire dal parcheggio?».

Chiaramente l’esperienza di “vita vissuta” insieme a un figlio con disabilità “aguzza l’ingegno”, cosicché il problema pratico viene risolto grazie a una pedana richiudibile, che il nostro lettore sa bene di dover sempre portare in viaggio con sé. «Ma se non avessimo avuto questa pedana – scrive – cosa avremmo dovuto fare? Semplice: risalire in macchina, dopo che uno di noi “normali” fosse andato al settimo livello a pagare per un servizio non usufruito, uscire dal parcheggio e andarsene senza aver visitato Taormina. E un disabile senza accompagnatore? Come avrebbe fatto a pagare per poi uscire, se al settimo livello non ci poteva arrivare?».

La conclusione della lettera è molto semplice e chiara: «Diamo per scontato, a questo punto, che gli amministratori del Comune di Taormina, sindaco in primis, non abbiano per loro fortuna alcun problema di deambulazione, altrimenti (forse) si sarebbero resi conto del “problema”. E tuttavia mi piacerebbe tanto sapere dov’erano, loro, il progettista, il direttore dei lavori, il collaudatore e quant’altri hanno progettato quel parcheggio, al momento della sua realizzazione! Se non sbaglio, ci sono infatti delle leggi al riguardo che andrebbero rispettate e applicate».
«Pensa che sarebbe tanto complicato – scrive Pierpaolo, rivolgendosi direttamente al sindaco di Taormina – rimediare a questa “disattenzione”? Oppure la prossima volta che verrò a Taormina dovrò di nuovo rivedere mio figlio “prigioniero di un parcheggio”?».

Anche noi, naturalmente, giriamo il messaggio all’Amministrazione Comunale del noto centro balneare, auspicando di averne presto risposte concrete.
Ma non è forse questo uno dei tanti casi “da manuale” di discriminazione nei confronti di una persona con disabilità regolamentati (e anche sanzionati) dalla recente Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni)? (S.B.)

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