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La tecnologia di oggi e le rivoluzioni di domani

Realizzazione grafica a più colori, che simboleggia le tecnologie del presente e del futuroPuntatori oculari che trasformano il movimento delle pupille in parole e frasi, insieme a sistemi di domotica integrata che consentono di attivare il riscaldamento, l’allarme e tutti gli elettrodomestici di casa, sfiorando mouse e tastiere speciali o attraverso comandi vocali. E poi software e hardware che rendono semplice e intuitivo l’uso del computer, cellulari che parlano, “semplici” orologi che tengono sotto controllo lo stato di salute e richiedono l’intervento medico in caso di emergenza, strumenti per la didattica integrata e scanner portatili che leggono “ad alta voce” libri, riviste e anche le etichette sugli scaffali dei supermercati. E per chi ogni mattina insieme al caffé vuole il quotidiano preferito, ecco il dispositivo usb che scarica da internet gli articoli del giorno e li legge con una voce molto naturale.
È passato tutto il meglio della tecnologia per la disabilità a HANDImatica 2008, la mostra-convegno di fine novembre sulle tecnologie per la disabilità, organizzata a Bologna dalla Fondazione ASPHI (Avviamento e Sviluppo di Progetti per ridurre l’Handicap mediante l’Informatica), della quale si può leggere nel nostro sito il resoconto conclusivo, disponibile cliccando qui.

«La tecnologia apre una finestra sul mondo – ha dichiarato Andrea Magalotti, segretario generale dell’ASPHI – e permette di partecipare in modo attivo nella società. C’è però una parte della popolazione che fatica ad avvicinarsi a queste tecnologie: parlo ad esempio degli anziani, che hanno problemi a usare il telefono cellulare con i tasti piccoli, o delle persone con disabilità. Si tratta allora di dare a tutti la possibilità di usare questi strumenti».
Secondo Pier Luigi Emiliani dell’Istituto di Fisica applicata del CNR, è necessario «seguire i criteri del design for all e della cosiddetta “progettazione universale“,in cui i prodotti hanno già al loro interno una capacità di adattamento all’utente».

Ed è proprio l’universal design alla base di NADIA (Navigation for Disability Applications), progetto di ricerca recentemente attivato dall’Agenzia Spaziale Italiana insieme all’Università di Pisa e a un gruppo di associazioni di persone disabili e di aziende, che porterà a realizzare un sistema prototipale di navigazione satellitare.
Conoscere la propria posizione con un’accuratezza che arriva al centimetro, sapere se un ostacolo si avvicina o se la carrozzina dovrà affrontare una salita, avere a disposizione informazioni come gli orari dei trasporti pubblici sono alcune delle facilitazioni che saranno offerte dal sistema, che si comporrà di infrastrutture terrestri e satellitari, centri specifici per il tipo di disabilità (motoria o visiva), dislocabili in più punti sul territorio e terminali portatili ad uso degli utenti.
Per i disabili motori, il terminale sarà dotato di più funzioni, tra cui la chiamata di emergenza e il tasto Portami a casa. Per le persone ipo o non vedenti, invece, il computer portatile sarà collegato a un bastone intelligente munito di local obstacle detector. NADIA verrà sperimentato a Roma nei primi mesi del 2009.

Ma c’è un istituto italiano tra i protagonisti anche per TOBI (Tools for Brain-Computer Innovaction) ed è esattamente la Fondazione Santa Lucia di Roma, che insieme ai migliori gruppi di ricerca europei con il coordinamento del Politecnico di Losanna in Svizzera, dovrà sviluppare un progetto che ha tutte le potenzialità per rivoluzionare la vita delle persone con disabilità e non solo.
TOBI – presentato ufficialmente proprio a HANDImatica 2008 – ha l’obiettivo di realizzare entro il 2012 un prototipo di interfaccia cervello-computer che renda possibile controllare ausili e strumenti, comunicare con gli altri e persino riattivare funzioni motorie compromesse da lesioni al midollo spinale.
Alla base di tutto vi è una tecnologia nota come elettroencefalografia non invasiva, che capta il pensiero, o meglio le onde cerebrali, e attraverso una centralina trasmette queste ultime sotto forma di input a dispositivi che vanno da una semplice lampadina al personal computer, dal telefono ai sistemi di controllo ambientale, fino a neuroprotesi per riattivare le articolazioni.
«Sembra futuro – afferma Febo Cencotti, ingegnere biomedico della Fondazione Santa Lucia – ma non lo è. Anche se il consorzio di ricerca è partito solo lo scorso 1° novembre, TOBI è un’evoluzione di quanto è stato già sviluppato nei laboratori e che ha dimostrato di poter funzionare».

Da segnalare che nel consorzio di ricerca sono presenti anche un partner interessato allo sfruttamento commerciale (l’italiana QualiLife) e un’associazione come l’AIAS di Bologna (Associazione Italiana Assistenza Spastici), che da trent’anni assiste le persone con disabilità e che per conto dell’Azienda Sanitaria Locale felsinea gestiste il polo multifunzionale per le disabilità di Corte Roncati.
«TOBI è il primo progetto di ricerca che coinvolge direttamente gli utenti finali – sottolinea Evert-Jan Hoogerwerf dell’Equipe Ausilioteca AIAS – e questo ci rende sicuri che quanto si andrà a sviluppare avrà davvero una ricaduta concreta sulla qualità della vita dei disabili». (Ufficio Stampa Agenda)

Per ulteriori informazioni:
Fondazione ASPHI, tel. 051 277825-23, handimatica@asphi.it.
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