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Quando l’Europa guarda all’Italia

Vito Bardascino, responsabile dell'Area Integrazione del Progetto Scuole Aperte, viene premiato a Parigi da Patrick Gohet, delegato interministeriale francese per le Persone con DisabilitàNoi italiani siamo abituati, in questi ultimi tempi, a essere conosciuti all’estero per una serie di primati negativi e anche a proposito della scuola, ci sono molte note dolenti.
Molte, fuorché una. Sull’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, infatti, abbiamo un’esperienza ormai trentennale unica in Europa, dove le classi differenziate sono ancora la norma. Quindi accade che nel resto d’Europa ci guardino con stupore e gli Stati che intendono sperimentare processi di inclusione scolastica ci prendano come modello.

In questo quadro, il Progetto Scuole Aperte dell’Assessorato all’Istruzione Formazione e Lavoro della Regione Campania, che consiste nell’offerta di laboratori scolastici pomeridiani del tutto inclusivi, è stato premiato il 27 novembre 2008 a Parigi in quanto iniziativa esemplare e innovativa.
Il riconoscimento è stato assegnato nell’ambito di Handinnov 2008, il primo concorso europeo sulle buone prassi per l’inclusione dei ragazzi con disabilità, organizzato dall’ONISEP (Ufficio Nazionale Francese d’Insegnamenti e Formazione) in collaborazione con l’EDF (European Disability Forum).

Scuole Aperte, che con l’anno 2008-2009 giunge alla sua terza edizione con un finanziamento di 12 milioni e 500.000 euro, garantisce l’apertura pomeridiana delle scuole pubbliche per lo svolgimento di attività laboratoriali tutte accessibili a tutti.
Per tre pomeriggi alla settimana di almeno tre ore alla volta, da ottobre a giugno 560 scuole campane offrono attività dai contenuti più vari: immersione subacquea, teatro, ceramica, escursioni al mare e in montagna, campi di volontariato, corsi d’informatica e di pittura, tutti con la medesima caratteristica: che a ognuno di questi percorsi possano accedere anche gli studenti con disabilità.
Ma cerchiamo di entrare maggiormente nel dettaglio.

Cos’è Handinnov
Fino al 2007 si trattava di un concorso rivolto esclusivamente al territorio francese e dedicato alle buone prassi nell’ambito dell’inclusione scolastica. Nel 2008, per la prima volta, esso è stato aperto a tutta l’Europa, riconoscendo la validità di progetti provenienti da ventiquattro Paesi.
Per capire meglio la situazione, si deve tenere conto che in Francia, come in quasi tutto il resto dell’Europa, ci sono ancora le classi differenziali – nonostante i francesi stiano lavorando a una legge che superi quest’impostazione – e la gestione delle stesse fa capo al Ministero della Sanità.
L’apertura del concorso all’Europa costituisce dunque un momento di confronto e di stimolo per tutti gli Stati coinvolti. Emblematica in tal senso la dichiarazione di Patrick Gohet, delegato interministeriale per le persone con disabilità che durante la cerimonia di premiazione, ha dichiarato esplicitamente che «la Francia guarda al modello scolastico italiano per l’inclusione scolastica dei ragazzi francesi con disabilità».

Scuole Aperte: punti di merito di rilevanza europea
Un altro momento della premiazione di ParigiIn Europa, al di fuori dai confini italiani, l’inclusione scolastica è considerata ancora impossibile. In Italia, invece, la pratichiamo ormai da oltre trent’anni e abbiamo quindi superato anche la sua fase sperimentale. Da noi si tratta di un diritto garantito a tutti, assicurato dalla normativa vigente e sancito dalla stessa Costituzione, che mette in condizioni di illegalità chi non garantisce il riconoscimento della pari dignità e del diritto all’educazione e all’istruzione.
In Campania, il Progetto Scuole Aperte è andato ancora oltre perché ha esteso il processo di inclusione scolastica anche ai laboratori extracurricolari. La sua caratteristica peculiare è quindi quella di non aver attivato corsi specifici per le persone con disabilità, ma solo corsi aperti indistintamente a tutti. Spesso, inoltre, nella fase di progettazione le scuole hanno coinvolto attivamente le associazioni delle persone con disabilità e le loro famiglie, con il risultato che nel 2007-2008 hanno aderito all’iniziativa almeno 830 giovani con disabilità.
Altro elemento non trascurabile è che il bando 2008-2009 di Scuole Aperte fa chiaro riferimento alla Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità.

Come funzione il progetto
L’accesso ai corsi di Scuole Aperte è libero, nel senso che può parteciparvi chi vuole. Persone con e senza disabilità scelgono l’argomento che più interessa loro, ma la proposta è calibrata a priori in modo da poter rivolgersi a tutti.
Ad esempio, alcune scuole hanno organizzato un laboratorio di informatica partendo da un livello di alfabetizzazione di base. Inoltre, ogni classe dev’essere dotata degli ausili e degli strumenti necessari per permettere anche alle persone con disabilità sensoriali di iscriversi.

La cerimonia di Parigi
Dopo quindi che il 26 novembre scorso la delegazione campana è stata ricevuta dal ministro della Solidarietà Sociale francese, il giorno successivo si sono svolte due cerimonie per il conferimento dei riconoscimenti.
La prima, in mattinata, ha avuto luogo nel Salone Europeo dell’Istruzione, la rassegna francese dedicata all’istruzione e all’orientamento, con circa duecento persone riunite attorno a una tavola rotonda sul tema dell’inclusione scolastica.
La seconda, in serata, si è poi svolta nella sede dell’Assemblea Nazionale Francese.
Ad entrambe le cerimonie hanno partecipato il presidente dell’Assemblea Nazionale Francese Bernard Accoyer, il presidente della Commissione Europea per l’Inclusione delle Persone con Disabilità Johan Ten Geuzendam, il presidente dell’EDF Yannis Vardakastanis, il direttore dell’ONISEP Hervé de Monts de Savasse, il delegato interministeriale per le persone con disabilità Patrick Gohet, la direttrice dell’EDF Carlotta Besozzi e molte altre autorevoli personalità francesi e continentali.

La situazione in Europa
A tutt’oggi gli Stati europei faticano a comprendere che l’inclusione scolastica è davvero possibile. Alcuni di essi – specialmente nell’Est Europa – non la prendono ancora in considerazione, mentre altri, come la Spagna e la Francia vi si approcciano timidamente, avviando dei processi sperimentali.
Per questo la testimonianza italiana suscita all’estero da una parte un sentimento di incredulità, dall’altra anche di forte interesse. Occorre aggiungere per altro che ci sono dei buoni esempi di inclusione in Gran Bretagna, assente dalla manifestazione.
Infine, è anche necessario ricordare – come sin troppo spesso viene fatto su queste colonne – che la situazione italiana, pur essendo all’avanguardia, ha al proprio interno un processo ancora in fieri che presenta delle difficoltà e dei limiti da superare.

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