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Psicoanalisi ed handicap grave

La copertina del libro «La mano nel cappello» di Angelo Villa«Capita – scrive Angelo Villa nel primo capitolo del suo recente libro La mano nel cappello. Psicoanalisi ed handicap grave – che l’ostilità nei riguardi del disabile si esprima anche in assenza di un confronto minimale con lui. Si legge non di rado, ad esempio nella cronaca sui quotidiani, della messa in atto di atteggiamenti di emarginazione nei riguardi degli handicappati che stupiscono per il loro carattere “preventivo”. Un albergatore che disdice delle prenotazioni non appena venuto a conoscenza del fatto che esse riguardavano dei disabili. Genitori di una classe che frappongono più di un ostacolo all’inserimento di un alunno gravemente handicappato. In molte di queste situazioni, il “normale” non ha nemmeno un’idea circostanziata o precisa di chi sia effettivamente l’altro. Non l’ha nemmeno visto in volto, non ha provato a spenderci nemmeno un saluto. Il rigetto non è, qui, […] l’esito di un eventuale incontro. Succede, piuttosto, il contrario. L’allontanamento del disabile precede l’incontro con lui, lo anticipa. Più esattamente, serve ad evitarlo, a far sì che un incontro non avvenga, non ci sia. Né in quell’occasione né, in prospettiva, mai [grassetti nostri, N.d.R.]».

Psicoanalista, membro della Scuola Lacaniana, collaboratore della rivista «Pedagogika.it», Angelo Villa – che ha già pubblicato negli anni scorsi Il tempo spezzato. la fine della cura nel trattamento della psicosi (Franco Angeli, 2005), Il bambino adulterato. Psicoanalisi e questione infantile: ipotesi di lettura (Franco Angeli, 2008), curando poi, per Bruno Mondadori, i volumi La cura della malattia mentale. II. Il trattamento (con Luigi Colombo, Domenico Cosenza e Ambrogio Cozzi) e Civiltà e disagio. Forme contemporanee della psicopatologia (con Domenico Cosenza e Massimo Recalcati) – si misura con un’opera che è sostanzialmente l’esito di un’avventura professionale coincidente con la sua stessa vita, «tanti – scrive la nota psicologa Silvia Vegetti Finzi nella Prefazione – sono gli elementi di scienza, esperienza e riflessione che vi sono raccolti».
«Freud – scrive ancora Vegetti Finzi introducendo il libro di Villa – asseriva che vi sono tre compiti impossibili: educare, curare e governare, ma che, proprio per questo, meritano di essere tenacemente perseguiti. Villa accetta la sfida con umiltà e coraggio, convinto che il percorso valga più della meta e che dagli scacchi si possa apprendere quanto e forse più che dai successi. Tra gli elementi che rendono rilevante questo libro vi è l’abilità di sostanziare la riflessione teorica con opportuni, circostanziati richiami a esperienze istituzionali di educazione e di cura presentate, non in modo generico e impersonale, ma attraverso un’istantanea che coglie l’individuo malato mel momento in cui si impone alla nostra attenzione con un’espressione sintomatica». (S.B.)

Angelo Villa, La mano nel cappello. Psicoanalisi ed handicap grave, Rho (Milano), Stripes Edizioni, 2009, Collana “Psiche”, 183 pagine, 16 euro.
Il libro può essere ordinato direttamente all’indirizzo pedagogika@pedagogia.it (con spese di spedizione postale a carico dell’editore).
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