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La Riforma Gelmini avanza

Bimbo con disabilità entra a scuolaA seguito dell’articolo 64 della Legge 133/08 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria) e della Legge 169/08 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1º settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università), la riforma della scuola del ministro Gelmini avanza, tra polemiche e consensi.
Certamente il punto più discusso e contrastato, specie dal Centrosinistra e dai Sindacati confederali, è il ritorno al maestro unico, contro il quale sono stati pure proposti ricorsi al TAR.

Per quanto poi riguarda l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, la Riforma Gelmini – che si innesta  sulla precedente Riforma Moratti, sviluppandola – non sembra direttamente produrre arretramenti, anche se la già citata abolizione del cosiddetto “modulo” potrà rendere più difficile la presa in carico da parte dell’unico docente il quale dovrà occuparsi di classi in cui saranno sempre più presenti alunni con difficoltà di apprendimento, non riconducibili alle sole cause di disabilità.
E in ogni caso vengono confermate le norme legislative fondamentali della Legge 104/92 e quelle recenti del ministro Fioroni circa il rapporto medio nazionale di un posto di sostegno ogni due alunni certificati. Rimangono altresì in piedi tutti i punti critici già denunciati da anni, circa la non continuità educativa degli insegnanti per il sostegno, le aree disciplinari nelle scuole superiori e il mancato accordo con i Sindacati sull’obbligatorietà della formazione in servizio dei docenti curricolari, per gli aspetti didattici del progetto di integrazione dei loro alunni con disabilità, normalmente delegati ai soli docenti per il sostegno. Senza dimenticare la mancata attuazione dell’Intesa Stato-Regioni del 20 marzo 2008, sulla presa in carico del progetto di accoglienza degli alunni con disabilità, alla quale il nuovo Governo non ha ancora dato attuazione, pur essendo la stessa stata sottoscritta da tutte le Regioni governate dal Centrodestra e che risolverebbe molti problemi organizzativi.

Quelli che invece potranno creare problemi seri saranno i regolamenti le cui bozze hanno già suscitato preoccupazioni nelle associazioni, delle quali si è fatta portavoce la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) in numerosi appunti al Ministero.
Si tratta in sostanza di tre regolamenti in via di emanazione concernenti la Formazione delle classi, la Valutazione degli alunni e la Formazione iniziale dei docenti.
Sul primo di essi (Formazione delle classi) la FISH ha richiamato anche l’attenzione della Conferenza Stato-Regioni, chiedendo un parere sul fatto che verrebbero abbattuti tutti i paletti che sino ad oggi hanno garantito classi non numerose in presenza di alunni con disabilità e la presenza di più alunni con disabilità nella stessa classe. In tal senso la Conferenza ha accolto la richiesta espressa anche dalla FISH e il Ministero dell’Istruzione – stando almeno al testo ripubblicato sul proprio sito il 27 febbraio scorso – ne ha tenuto conto, limitatamente però al numero massimo di alunni che non può superare i venti “di norma”, senza però dir nulla sulla compresenza di troppi alunni con disabilità, anzi abrogando il Decreto Ministeriale 141/99 che sino ad oggi ha garantito la presenza massima di due alunni nella stessa classe. Su questo aspetto fondamentale si chiede un intervento ragionevole del Ministero.

Sul secondo regolamento (Valutazione degli alunni), la FISH ha evidenziato la necessità di tenere conto sia dell’articolo 24 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dal Parlamento il 24 febbraio scorso – articolo concernente la scuola “inclusiva” – sia  dell’articolo 16 della Legge 104/92 che garantisce una valutazione personalizzata sulle effettive capacità dei singoli, anche sulla base della famosa Sentenza della Corte Costituzionale 215/87, riguardante il diritto pieno e incondizionato degli alunni con disabilità – anche in situazione di gravità – a frequentare pure la scuola superiore. Pare per altro che su questi aspetti il Ministero si stia mostrando sensibile.

Infine, sul terzo regolamento (Formazione iniziale dei docenti), la FISH – anche alla luce delle indicazioni fornite dalla Società Italiana di Pedagogia Speciale, presieduta da Luigi D’Alonzo dell’Università Cattolica di Milano – ha chiesto un forte incremento delle ore di formazione sulla didattica degli alunni con disabilità rivolta ai futuri docenti curricolari delle scuole secondarie, poiché il testo del regolamento propone un numero talmente esiguo di ore da lasciar dubitare che possa cambiare l’attuale deriva di delega ai soli docenti per il sostegno, che poi determina la richiesta di un maggior numero di ore di sostegno, ottenute in genere con un crescente numero di sentenze della Magistratura ordinaria e amministrativa. Si spera che anche su questo il Ministero sia disponibile all’ascolto.
E tuttavia, si può dire in conclusione, sarebbe sicuramente più opportuno che il Ministro riconvocasse l’Osservatorio Nazionale sull’Integrazione  Scolastica, per comunicare direttamente alle associazioni le sue effettive e definitive volontà, sentendo in quel contesto le osservazioni e le proposte delle stesse.

*Vicepresidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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