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Quando i disabili consumano cultura in un angolo*

Persona in carrozzina in coda in occasione di un eventoUno dei tanti vuoti legislativi del nostro Paese riguarda l’accesso delle persone con disabilità a spettacoli o altri eventi culturali. Esiste un Progetto di Legge del 2003, il n. 4108, rimasto ad oggi solo in potenza. Tale testo, infatti (Disposizioni per favorire l’accesso agli spettacoli da parte delle persone con disabilità), contiene alcune proposte piuttosto intelligenti; peccato che finora non siano mai state concretizzate.

Un primo punto del citato Progetto di Legge riguarda la necessità di ampliare il numero dei posti riservati ai disabili. Il Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 14 giugno 1989, n. 236, prevede infatti solo 2 posti ogni 400, nonché altri 2 liberi per la collocazione di altrettante sedie a ruote. Simili proporzioni si traducono in un esiguo 1% dei posti totali da riservarsi ai disabili, in carrozzina e non. Se si rammenta che la percentuale media dei disabili in ogni nazione si stima attorno al 10%, è immediato percepire l’inadeguatezza al riguardo del Decreto 236/89.
Per l’appunto, il Progetto di Legge 4108 chiede di poter innalzare la soglia dall’1 al 4% (2% per «disabili generici», più 2% per sedie a ruote). A mio parere, tale soglia rimarrebbe comunque insufficiente. Mi è successo infatti di non riuscire a seguire spettacoli o concerti solo perché i posti per disabili erano già esauriti, mentre di quelli per “normodotati” ne avrei trovati ancora. E poi i posti riservati spesso hanno una collocazione scomoda. Generalmente le carrozzine si devono “parcheggiare” lateralmente alla fila di poltrone, in teatri e simili. Magari si è in prima fila, ma la visibilità è estremamente ridotta. E ancora, altre volte la “zona disabili” è un angolo posticcio, una tribuna rialzata alla quale si accede con rampa, separata dal resto della struttura con tanto di sbarre, protettive d’accordo, ma molto “simil-ghetto”, se mi si passa l’espressione.
Suonerò pedante, ma mi ostino a pensare che esistano soluzioni migliori e che basterebbe avere un po’ più di attenzione in fase di progettazione per riuscire ad accontentare tutti. Ad esempio, perché non pensare a delle poltrone removibili, almeno nelle prime file della platea?

Tornando al Progetto di Legge 4108, un secondo suggerimento è quello di standardizzare il trattamento economico dei disabili. La bozza legislativa propone che il disabile entri gratuitamente e che l’accompagnatore paghi un biglietto ridotto. Oggi infatti si assiste alla piena discrezionalità degli organizzatori di eventi. Spessissimo, in realtà, si è ormai creato una sorta di diritto consuetudinario, per cui il disabile paga e l’accompagnatore entra gratuitamente (formula secondo me migliore di quella prevista dal Progetto di Legge, e che forse incontrerebbe più consensi). E tuttavia, posso dire di avere sperimentato tutte le tipologie possibili: due biglietti interi, due ridotti, uno intero e uno ridotto, due gratuiti ecc.
Quel che un po’ spiace è che non è raro trovare rivenditori spaesati di fronte alla richiesta di biglietti per disabile in carrozzina e accompagnatore… Anzi, di solito non posso recarmi nei punti vendita standard, perché nessuno sa quali posti siano stati destinati ai disabili. Così devo chiamare la società che gestisce l’evento in questione, pagare tramite bonifico, o addirittura – è successo – mandare un fax con i miei certificati di invalidità per poter avere diritto a un posto riservato…

Proprio perché simili disagi non sono isolati, il Progetto di Legge 4108 – anche a seguito di segnalazioni da parte di associazioni di persone con disabilità – lancia l’idea di creare una “carta spettacoli” per disabili. Tale card permetterebbe di agevolare l’accesso agli spettacoli e soprattutto di uniformare le modalità di prenotazione, sia per il trattamento economico che per la semplice scelta dei posti.
Il modello di riferimento sarebbe la CartaBlu di Trenitalia, che aiuta le persone disabili ad usufruire dei treni (sui pregi e difetti dei treni avrei qualcosa da dire, ma mi servirebbe, temo, un intero altro articolo…).
Certo, fa effetto pensare che le idee buone siano già su carta. Speriamo che presto qualcuno si prenda la briga di liberarle dalla polvere accumulata nei meandri di Montecitorio…

*Testo già apparso con lo stesso titolo nel quotidiano «Brescia Oggi» e qui ripreso per gentile concessione.

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