- Superando.it - https://www.superando.it -

Ma che casa, lassù in collina!

La Casa in Collina della UILDM di Pavia è a Rovescala, nell'Oltrepo Pavese (foto di Matteo Mangiarotti)«Una delle caratteristiche essenziali per riuscire a tagliare qualche traguardo nella vita può essere sicuramente identificata nella dinamicità. È normale riuscire ad evolvere il proprio Io se si può, e si ha la voglia, di accrescere la propria persona nutrendosi di esperienze».
È con questa impegnativa quanto lucida premessa di Fabio Pirastu, presidente della Sezione UILDM di Pavia (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), che introduciamo La Casa in Collina, un interessante progetto di cui abbiamo parlato con lo stesso Pirastu.

Dove e perché
Rovescala, sulle colline dell’Oltrepo Pavese, è un comune di un migliaio di abitanti, a circa trecento metri sul livello del mare. La principale attività del luogo è la viticoltura, rivolta in particolare alla produzione del noto vino Bonarda, quello DOC. Ed è proprio in questa zona – molto bella e dinamica – che la UILDM di Pavia ha scelto di realizzare La Casa in Collina.
La struttura prescelta per dare vita al progetto, al momento adibita a residenza privata, è molto grande, almeno 1.000 metri quadrati calpestabili, con un giardino di 2.000 metri e – come poteva mancare! – una vigna di 5 pertiche, pari a poco più di 4.000 metri quadri. Ottima, poi, anche la collocazione di Rovescala, facilmente raggiungibile grazie a una strada di agevole percorrenza e alla vicinanza del paese ai caselli autostradali “Broni-Stradella” e “Castel San Giovanni” della A21 Torino-Brescia, oltre che a città come Pavia (35 chilometri), Piacenza (40) e Milano (60). Un progetto importante, quindi, che, come ci spiega Pirastu, punta a far emergere la “carica esplosiva” che può trovarsi anche dentro una persona con disabilità, come in chiunque altro, e che sicuramente a lui non manca.
«Dal mio punto di vista, l’esperienza è il fulcro attorno a cui deve ruotare la vita di qualsiasi individuo, e questo vale ancora di più per una persona con disabilità. Crescere come persona, infatti, fa in modo che la disabilità possa essere messa sullo sfondo, passare in secondo piano rispetto alla personalità, e non essere più, quindi, l’unica chiave identificativa di una persona. E proprio dal mio bagaglio di esperienze è nata l’idea della Casa in Collina, che ha come obiettivo primario quello di scardinare il luogo comune, molto radicato, secondo cui alla persona disabile è tutto dovuto, senza che da lei debba scaturire alcunché di utile per gli altri. Il salto di pensiero che vogliamo, che voglio far compiere con questo progetto, è di portare a considerare la persona disabile non più come il punto finale di una serie di servizi, ma come parte integrante di una comunità attiva».

Il bisogno della bellezza
L’intenzione, dunque, non è assolutamente quella di realizzare una casa vacanze per persone con disabilità, bensì una struttura ricca di attività e servizi aperti a tutti, che nel tempo possa anche arrivare ad autofinanziarsi, diventando totalmente autonoma e autosufficiente.
Si tratterà di un edificio totalmente accessibile, che avrà otto camere con bagno, di cui quattro attrezzate per disabili e quattro no, una grande cucina, una dispensa, una sala da pranzo e una sala incontri per almeno cinquanta persone. Previsti anche un laboratorio/cantina per il vino, un laboratorio creativo, delle aule per lavori di gruppo e un grande porticato.
«Il mio pallino, poi – continua Pirastu – è che la Casa possa diventare un riferimento come luogo d’incontro e accoglienza anche a livello europeo e internazionale. Un progetto, quindi, che valichi decisamente i confini nazionali, per dare vita a contaminazioni di idee, di pensiero, di abitudini e di tradizioni. E sullo sfondo l’integrazione, tra persone disabili e non, che dovrà caratterizzare le attività di tutti i giorni».
L'edificio che sarà presto sottoposto a una profonda ristrutturazione, all'insegna dell'accessibilità totale (foto di Matteo Mangiarotti)Come chiaramente illustrato nella presentazione ufficiale del progetto, oltre a un luogo dove potersi incontrare e condividere momenti di dibattito e di riflessione, la UILDM di Pavia e Fabio Pirastu vorrebbero rispondere anche a un vero e proprio “bisogno di bellezza”. Dare cioè a tutti la possibilità di «assaporare l’incanto di un luogo che, di per sé, provochi la percezione dello stare bene, della riconciliazione con l’universo».
Nelle intenzioni, dunque, la Casa potrà essere utilizzata per incontri di studio, brevi soggiorni, seminari e convegni – in particolare sulla disabilità e tutte le tematiche ad essa connesse – e per favorire gli scambi culturali tra persone provenienti da ogni Paese europeo, che abbiano una disabilità oppure no. Verranno poi promossi laboratori legati alle caratteristiche naturali del luogo e del paesaggio, attività, queste, che più di altre dovrebbero favorire l’apertura della struttura agli abitanti della zona, attirando anche turisti di passaggio o interessati a queste specifiche iniziative. Che andranno da quelle legate alla produzione e alla distribuzione del vino, in tutti i suoi aspetti – quindi la viticoltura, la vendemmia, il marketing e la vendita del vino – fino a laboratori per educare all’autonomia e all’abbattimento delle barriere emotive – che si trovano nella parte più profonda di ciascuno – ma anche a momenti più strettamente creativi, di ceramica e pittura.
«Spesso ritengo – sottolinea Pirastu – che il problema di quanto possa essere “utile o inutile” una persona con disabilità nasca proprio da colui che vive in prima persona lo stato di handicap. Proprio lui o loro, infatti, sono i primi che rinunciano a sperimentare gran parte delle “avventure della vita”, perdendo così una fetta importante di autoaffermazione sia nei confronti di se stessi che nei confronti della società. La Casa in Collina vuole essere una proposta per evitare tutto questo e per riuscire a vivere e a cogliere il più possibile dalla vita. In questo progetto la UILDM di Pavia e io stesso crediamo molto, perché abbiamo trovato in un luogo così bello lo “sfondo” per dipingere un quadro fatto di una visione nuova delle persone, una visione di se stessi come esseri necessari e come parte integrante di un complesso meccanismo chiamato società».

I tempi e il territorio
Dalla terrazza della Casa in Collina di Rovescala (foto di Matteo Mangiarotti)Ma quale sarà il “calendario dei lavori” del progetto? Rispetto alla costruzione attuale, sarà necessario procedere a una ristrutturazione profonda, riprogrammando i locali e gli spazi, sia interni che esterni. «Poche settimane fa la nostra Sezione è entrata ufficialmente in possesso dell’immobile, accendendo un mutuo e avviando richieste di finanziamenti sia a fondazioni private che all’Unione Europea. Entro un anno, per la primavera del 2010, contiamo dunque di aver terminato i lavori e di poter partire con le attività ricettive e i laboratori. Nonostante questo, però, ci siamo prefissi anche un obiettivo per quest’anno, che potremo realizzare con il sostegno della gente del luogo: la vendemmia del vino Novello 2009!».
Già, il territorio e le persone che lo abitano giocano un ruolo molto importante in questo progetto. Per Pirastu, uno degli obiettivi fondamentali di quest’ultimo è proprio la totale integrazione della nuova casa e delle sue attività con il contesto paesaggistico e la vita della comunità locale.
«L’intenzione – conclude il presidente della UILDM di Pavia – è che la struttura possa offrire sbocchi professionali a persone con disabilità che fanno riferimento alla nostra Sezione e che quindi, molto presto, essa venga gestita direttamente da loro, sia in loco sia attraverso il telelavoro. Siamo consapevoli, però, che per i primi tempi in modo più massiccio e per il futuro in modo meno determinante, sarà sempre fondamentale l’aiuto che potremo ricevere dalle persone del luogo, che conoscono profondamente la terra e il territorio e sono le uniche che possono trasmetterci le conoscenze necessarie per gestirlo nel modo migliore. L’accessibilità della Casa sarà il punto di partenza, ma vorrei che questo concetto si espandesse, allargandosi a tutto il paese e alla sua comunità, con cui per altro la UILDM ha già iniziato a tessere rapporti molto buoni». E questo vale anche per gli ospedali locali, con cui la UILDM stipulerà convenzioni che permetteranno agli ospiti di godere del soggiorno e delle iniziative promosse nella massima tranquillità, poiché sia per eventuali emergenze sia per le abituali attività riabilitative e di assistenza, sarà possibile per tutti fare rapidamente riferimento a questa struttura.

*Testo già apparso nel numero 168 di «DM», periodico nazionale della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) e qui ripreso per gentile concessione.

La qualità della vita
Il bel progetto La Casa in Collina si inserisce in una serie di obiettivi che la UILDM di Pavia e il suo presidente Fabio Pirastu stanno conducendo da un po’ di tempo.
«Ciò su cui ho cercato di lavorare all’interno dell’associazione, da quando sono stato eletto presidente nel 2005 – spiega lo stesso Pirastu – è l’affermazione del principio secondo il quale ogni persona deve cercare di portare il proprio contributo alla crescita della Sezione.
La prima volta che ho parlato davanti ai soci ho cercato di rivalutare e far rivalutare proprio la parola Associazione e ciò ha fatto in modo che la parte più volenterosa di essi abbia trovato in queste parole uno stimolo in più per impegnarsi nelle attività della Sezione.
Ritengo quindi che la nostra priorità debba essere la ricerca di un’alta qualità della vita, basata sull’evoluzione culturale delle persone e sulla loro identificazione quali soggetti reali».
Please follow and like us:
Pin Share