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Ma i disabili ci sono nei piani di protezione civile dei Comuni siciliani?

Una persona con disabilità coinvolta nel recente terremoto in AbruzzoIn una lettera aperta inviata ai vari Comuni della Regione, l’ANFFAS Sicilia – a firma della presidente Gabriella d’Acquisto – prende spunto dal recente sisma in Abruzzo, per chiedere una serie di importanti informazioni sul piano di protezione civile dei Comuni della Sicilia.
«Inviamo questa nostra lettera aperta – si scrive nel documento – in particolare per chiedere se i piani di evacuazione della citte prevedano effettive specifiche misure per la sicurezza e l’aiuto alle persone con disabilità e quali esse siano, ciò anche al fine di intraprendere, nell’ambito associativo e oltre, le opportune iniziative di informazione, anche in collaborazione con gli uffici di Codesti Comuni».

Si tratta di questioni cui la stessa Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ha dedicato uno specifico articolo, l’11° (Situazioni di rischio ed emergenze umanitarie), ritenuto, dall’ANFFAS Sicilia, «uno strumento normativo per il riconoscimento alla protezione secondo la legislazione in materia di sicurezza».
Tale articolo recita testualmente: «Gli Stati Parti adottano, in conformità agli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario e le norme internazionali sui diritti umani, tutte le misure necessarie per garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in situazioni di rischio, incluse le situazioni di conflitto armato, le emergenze umanitarie e le catastrofi naturali».

Per quanto poi riguarda la protezione civile, secondo il documento dell’ANFFAS «ci viene in soccorso l’articolo 19  della Risoluzione del Parlamento Europeo del 4 settembre 2007 sulle catastrofi naturali, dove si “sottolinea la necessità di attribuire un’attenzione particolare, in casi di catastrofi naturali, ai bisogni specifici dei disabili in tutte le azioni intraprese utilizzando i meccanismi della protezione civile”. Questo significa che anche nel quadro di un conflitto armato, gli aiuti umanitari devono, oltre che essere garantiti, rivolgersi anche alle persone con disabilità, a seconda delle loro esigenze e capacità e che l’esercito occupante dovrebbe essere ritenuto responsabile della cura delle persone con disabilità stesse».
Infine, «in situazioni di catastrofi naturali, le operazioni di salvataggio e gli strumenti di prevenzione (ad esempio allarmi e vie di fuga) devono essere progettati per tutti, anche per le persone con disabilità, basandosi sui principi dell’Universal Design, secondo cui prodotti, ambienti e programmi devono poter essere utilizzati da tutti senza apportare alcuna modifica, adattamento o esecuzione di un disegno ad hoc».

«In sintesi – conclude l’ANFFAS Sicilia – in situazioni di emergenza umanitaria (epidemie, scarsità di cibo e acqua, costruzione di ospedali da campo ecc), gli aiuti devono essere accessibili proprio a tutti, indipendentemente dalla condizione di salute o dalla lontananza dai centri abitati. Significa, inoltre, che in situazioni di povertà estrema, quale una condizione di emergenza umanitaria prorogata nel tempo, gli aiuti strutturali, anche economici, devono includere i bisogni di tutti perché la disabilità causa povertà e certamente la povertà causa disabilità». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: ANFFAS Sicilia, tel. 091 511735, info@anffasicilia.net.
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