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Un grave problema di giustizia che esige una risposta

La copertina del «Libro Bianco sull'invalidità civile in Italia»Rispetto al Libro Bianco sull’invalidità civile in Italia. Uno studio nelle Regioni del Nord e del Centro, realizzato presso la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta di Milano, a cura di Matilde Leonardi (Milano, FrancoAngeli, 2008), è stato scritto che «oggi l’INPS possiede uno strumento scientifico serio per rispondere ai bisogni dei veri invalidi». Nel cedere dunque la parola alla stessa curatrice del volume, ricordiamo che di esso ci eravamo già occupati qualche tempo fa, in occasione della sua presentazione in Friuli Venezia Giulia (se ne legga cliccando qui).

ll fenomeno dei “falsi invalidi”, risultato di un sistema che – se essi esistono – li ha evidentemente avallati da decenni, è una piaga ben nota che lede non solo il sistema previdenziale italiano, ma anche lo stesso “sistema Italia”. La pensione di invalidità civile, infatti, è un diritto di cui ogni cittadino può disporre, per essere sostenuto nel far fronte ad una patologia.
Ben venga quindi il doveroso lavoro di verifica sulle false pensioni, da parte dell’INPS, poiché ogni cittadino paga le conseguenze di questo fenomeno, non solo da un punto di vista economico, ma anche nella sua dignità. Il problema dei falsi invalidi crea infatti nella società una visione distorta della situazione poiché spesso le denunce danneggiano anche i tanti veri invalidi di cui si parla poco se non per niente.
Ed è proprio questo che denunciamo come autori del Libro Bianco sull’invalidità civile in Italia, volume realizzato assieme ai rappresentanti di sessantadue associazioni di persone con disabilità appartenenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e alla FIAN (Federazione Italiana Associazioni Neurologiche), come risultato di una ricerca triennale finanziata dal Ministero della Salute.

Oltre settecentocinquanta persone con disabilità – certificate come invalidi civili – sono state intervistate casa per casa nelle regioni del Nord e del Centro Italia e grazie a questa ricerca abbiamo potuto rilevare, ad esempio, un’alta dipendenza dalla famiglia di origine, sia economica che lavorativa. Il 78% delle persone con invalidità intervistate ha indicato infatti la famiglia quale perno fondamentale e imprescindibile per sostenere la propria qualità di vita, sia in ambito assistenziale che sociale. Spesso, poi, le famiglie sono “eroi per caso” poiché non hanno altra scelta e anzi, per diverse di loro, la pensione di invalidità è l’unica fonte economica di supporto.
Inoltre, per quanto riguarda i bambini con invalidità civile, abbiamo rilevato grandissime difficoltà nel partecipare alla vita didattica e sociale che la scuola può offrire, nonostante numerose leggi ne formalizzino il diritto. E malgrado le leggi, esistono anche molte difficoltà per il successivo inserimento lavorativo.
E ancora, l’esclusione sociale degli invalidi tra i 15 e 44 anni è particolarmente forte ed evidente per le persone con ritardo mentale e malattie psichiatriche, in maniera omogenea su tutto il territorio valutato dalla ricerca. Tutti, in sostanza, sia le persone invalide che le loro famiglie, lamentano grande solitudine e senso di abbandono.

Il Libro Bianco dà quindi voce ai problemi del mondo della vera invalidità civile e dimostra che esistono gli strumenti per farlo. Ci auguriamo pertanto che la verifica dell’INPS serva – oltre che a portare legalità a tutto il settore che evidentemente ne ha bisogno – a dare voce, spazio e risorse ai veri invalidi; è quasi ovvio che a far notizia sia lo scandalo degli invalidi falsi, ma sarebbe ora che la stampa parlasse anche dei bisogni di quelli veri, ricordando che per loro e per le loro famiglie esiste un grave problema di giustizia che cerca una risposta.

*Direzione Scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Besta di Milano.

Per ulteriori informazioni sulla ricerca che ha portato al Libro Bianco: paolo.meucci@istituto-besta.it (sito: www.headnetgroup.it). Per avere il volume si può prendere direttamente contatto con l’editore FrancoAngeli (www.francoangeli.it).
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