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Bambini e giovani americani maltrattati a scuola e nei centri residenziali: un’indagine

Il GAO (Government Accountability Office), letteralmente “Ufficio Governativo per la Responsabilità”, è un’agenzia indipendente e apartitica che lavora per il Congresso degli Stati Uniti d’America, meglio nota anche come braccio investigativo o addirittura supervisore del Congresso. Immagine di bambino dietro a bolle e nuvoleConcretamente, con le sue attività, il GAO aiuta quest’ultimo a non eludere le proprie responsabilità costituzionali e a migliorarsi continuamente in questo, ad esclusivo e totale beneficio dei cittadini americani. I valori su cui questo organismo basa il proprio lavoro sono quelli della responsabilità, dell’integrità e dell’affidabilità. Il GAO viene demandato a operare in base a determinate leggi dello Stato o su richiesta delle varie Commissioni e Comitati del Congresso, per i quali realizza ricerche, investigazioni, analisi e rapporti. 

Proprio nell’ambito di questa attività, quindi, l’Agenzia ha recentemente realizzato e presentato uno Studio in ambito di “Isolamento e Metodi di Contenimento e Restrizione” usati su giovani e bambini. In particolare, sono stati selezionati e analizzati dieci casi di morte e abusi che si sono verificati in scuole private e pubbliche e in centri residenziali, tutte situazioni che vedevano coinvolti bambini con disabilità. Era stato infatti lo stesso Ufficio Governativo per la Responsabilità a presentare precedentemente al Comitato per l’Educazione e il Lavoro un complesso quadro di rapporti e dichiarazioni – non supportate da prove – su gravi episodi verificatisi all’interno di queste strutture e nell’ambito di più ampi programmi residenziali per “giovani inquieti”: bambini abusati, studenti rinchiusi e brutalmente malmenati, ammanettati, legati e oggetto di vari atti di violenza, che in alcuni casi si erano conclusi con la morte degli stessi.
Alla luce di questa presentazione, quindi, il Comitato aveva incaricato il GAO di svolgere un’indagine approfondita, con tre obiettivi principali. Innanzitutto fornire un quadro completo della situazione delle leggi esistenti che prevedano l’isolamento e metodi di contenimento e repressione e che possano essere applicate a bambini che si trovino in scuole pubbliche o private. Inoltre, verificare se quelle dichiarazioni di morte e abusi tra gli studenti a causa di questi metodi fossero diffuse; infine, esaminare i fatti e le circostanze che caratterizzano e circondano ciascun caso.

Il risultato di questo lavoro è lo Studio presentato sopra, un documento importante in sé, già solo per il fatto di essere stato richiesto e realizzato, poiché costituisce un esempio della volontà di chiarire e andare a fondo, e non negare a priori, una realtà aberrante su cui certamente è necessario fare chiarezza. 
Per realizzarlo il GAO ha vagliato le leggi statali e federali e le dichiarazioni fatte su questi casi negli ultimi vent’anni da gruppi di sostegno, familiari e mezzi di informazione. Inoltre, ha esaminato tutti i documenti relativi ai casi chiusi, inclusi i rapporti della Polizia, i referti medici e le note scolastiche. Infine, ha intervistato genitori, procuratori e responsabili scolastici e ha condotto specifiche ricerche per determinare l’attuale situazione lavorativa del personale coinvolto nei fatti analizzati.

Molto ampie, come si può immaginare, le analisi e le conclusioni, che certamente consigliamo di leggere dettagliatamente nel testo completo in inglese (cliccare qui). Tra i punti più rilevanti del rapporto segnaliamo che il GAO non ha trovato leggi federali che limitino l’uso dei metodi incriminati, e tra le leggi statali ha trovato una normativa fortemente divergenta tra loro. Inoltre, pur non potendo stabilire la reale diffusione del fenomeno, il GAO ha riscontrato centinaia di casi di presunti abusi e morte legati all’uso di questi stessi metodi su bambini e giovani studenti, molti dei quali, come detto, con disabilità. Infine, dalle ricerche effettuate è emerso che il personale coinvolto in almeno la metà dei casi studiati (insegnanti e staff) ricopre ancora oggi incarichi nell’ambito dell’educazione.

Ringraziamo per la segnalazione Franc Mulcahy (Irlanda) e Pietro Barbieri.

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