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La crisi globale e il lavoro minorile che cresce

Bimbo al lavoro in un Paese del Terzo MondoIn occasione della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile del 12 giugno scorso, la Federazione Internazionale Terre des Hommes – organizzazione da sempre impegnata nella protezione dell’infanzia – ha lanciato l’allarme per un probabile incremento del numero di bambini lavoratori a causa della crisi globale. Con la perdita infatti dei posti di lavoro per gli adulti, diventa sempre più concreto il pericolo di un più marcato sfruttamento dei bambini, per il minor costo del loro lavoro e la loro maggiore flessibilità.
Una prima conseguenza della crisi è l’aumento dei bambini che devono abbandonare la scuola, dato che i loro genitori non sono più in grado di pagare le rette scolastiche, i libri e il materiale scolastico.

«Attualmente – spiegano da Terre des Hommes Italia – sono 217 milioni i minori che lavorano, 100 milioni dei quali bambine (dati dell’ILO – International Labour Organization). A loro non viene risparmiato nessun tipo di lavoro pesante o rischioso: dallo scavo in miniera alle concerie, dalla prostituzione alle lunghe ore passate nei campi. Uno dei più tipici – e più nascosti – lavori in cui sono pesantemente sfruttate bambine anche di 5-6 anni è quello domestico, in case di estranei, spesso senza più alcun contatto con la famiglia d’origine».
«Sono nata in campagna, a otto ore di autobus da Cusco – ha raccontato ad esempio Luisa al Centro Yanapanakusun di Cusco, in Perù, partner di Terre des Hommes Italia – e mio padre, che fa il contadino, quando avevo sei anni mi ha affidata a una famiglia che gli ha garantito che mi avrebbe trattato bene e fatto studiare. Ovviamente la realtà si è rivelata diversa: il lavoro era molto duro, ero a loro disposizione 24 ore su 24 e se mi rifiutavo perché ero stanca mi tiravano i capelli o mi prendevano a schiaffi. La notte mi facevano dormire in cucina, su una stuoia, e non mi mandavano a scuola. Solo dopo molte insistenze mie mi hanno iscritto alla scuola serale, per la quale spendevo i pochi soldi che mi davano. A un certo punto non ce l’ho fatta più e a quattordici anni sono scappata».
Le bambine sfruttate come domestiche appaiono quindi come esposte ad ogni abuso, dai maltrattamenti fisici allo stupro.

«Terre des Hommes – ha dichiarato Raffaele K. Salinari, presidente dell’organizzazione – chiede ai governi e alla comunità internazionale di prevedere misure speciali per la protezione dei bambini dalle conseguenze della crisi globale. Per prevenire ad esempio lo sfruttamento dei minori, oltre a misure molto semplici come l’azzeramento delle tasse scolastiche, è importante che gli Stati vigilino su fenomeni di dimensione transnazionale quali la tratta di bambini, che purtroppo appaiono tragicamente in aumento a causa dell’intensificarsi dei movimenti migratori. Non bisogna solo prevedere efficaci misure repressive contro i trafficanti, ma soprattutto combattere le cause che stanno alla base del traffico, quali la povertà e la mancanza di alternative». (R.P.)

La Federazione Internazionale Terre des Hommes (TDHIF) ha la propria sede centrale a Ginevra e undici organizzazioni federate iche complessivamente sostengono e finanziano oltre mille progetti di emergenza e cooperazione allo sviluppo in settanta paesi.
Contemporaneamente Terre des Hommes conduce campagne di advocacy (“tutela legale”) a livello locale, nazionale e internazionale, per promuovere i diritti dei minori e contribuire all’eliminazione dello sfruttamento e abuso dell’infanzia.

Per ulteriori informazioni: Ufficio Stampa Terre des Hommes Italia (Rossella Panuzzo), tel. 02 28970418, ufficiostampa@tdhitaly.org.

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