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Se «momentaneamente» significa due anni…

La stazione di Monza, uno scalo sostanzialmente proibito alle persone con disabilitàIl cartello recita: «Il montascale è momentaneamente fuori uso». Peccato, però, che alla stazione di Monza, per «momentaneamente» si intenda circa due anni!
Lo apprendiamo dal quotidiano «Il Giorno», dove Marco Dozio ha scritto il 14 luglio: «Le strutture che dovrebbero condurre i disabili ai treni non sono mai entrate in funzione, così come l’ascensore installato per salire dal sottopasso al binario 6, ora “riconvertito” a deposito improvvisato». Una stazione, dunque, di un’importante città della Lombardia sostanzialmente (e quasi totalmente) “proibita” alle persone con disabilità.

«Occorrono almeno tre persone – aggiunge infatti Dozio – per aiutare il disabile a scendere le scale e a superare le barriere architettoniche disseminate qua e là. E spesso non è sufficiente: salire sui diretti per Tirano e sul “trenino” a gasolio Molteno-Lecco assomiglia a un’impresa: gli ingressi dei convogli sono divisi in due da un palo e l’unica possibiltà, come osserva un tabaccaio della stazione, è “prenderlo in braccio e piegare la carrozzina”». Alla faccia, ovviamente, del rispetto dei diritti umani!

Sembra per altro che l’assessore del Comune di Monza alle Politiche Sociali, Stefano Carugo, abbia già interpellato più volte le Ferrovie, ma la richiesta di rimediare sarebbe caduta nel vuoto. «Abbiamo inoltrato due documenti ufficiali per chiedere di attivare i montascale e l’ascensore, ma non si vedono i risultati e questa è una mancanza gravissima da parte delle Ferrovie», dichiara l’assessore al «Giorno».
A questo punto sembra anche che una risposta sia arrivata nei giorni scorsi dalle Ferrovie, il cui Ufficio Stampa avrebbe assicurato «l’entrata in funzione delle strutture fuori uso per il mese di settembre». Si vedrà. «Intanto – conclude l’articolo del “Giorno” per i disabili c’è una sola possibilità: quella di arrivare sul primo binario, l’unico raggiungibile senza incontrare barriere architettoniche. E quindi una sola direzione consentita, quella per Como-Chiasso. Il resto, nei fatti, è vietato». (S.B.)

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