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L’utilità dimenticata dei Centri Ausili

L’attesa per l’approvazione dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e del nuovo Nomenclatore Tariffario è ancora indefinita. Non c’è, ad oggi, l’annuncio di alcuna data certa, anche se – in una recente intervista – Pietro Barbieri, presidente della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), auspicava il Decreto entro la fine del 2009.
Ricordiamo che l’attuale Governo, un anno fa, aveva revocato quello approvato dal precedente Esecutivo (che però lo aveva emanato in extremis, ad Esecutivo di fatto già caduto, come spiega proprio Barbieri nella citata intervista). Da allora è iniziata l’attesa. Un’attesa logorante, tanto che la scorsa primavera la stessa FISH si è vista costretta a diffondere un appello, denunciando il rischio che i disaccordi tra Stato e Regioni su alcuni punti specifici sfociassero in un Decreto monco di alcune parti.

Ingranaggi dell'hardware di un computerIn particolare, la gravità della denuncia era legata al fatto che pareva probabile che la mancanza di accordo si concentrasse «sui prezzi e le modalità erogative della parte riguardante gli ausili e le protesi». Il rischio denunciato era dunque che la parte dedicata all’Assistenza Protesica venisse estromessa. Per capire l’enormità del danno, basta ricordare che è dal 1999 che in Italia si attende che le innovazioni tecniche e tecnologiche vengano riconosciute come erogabili da parte del Sistema Sanitario Nazionale. E basta considerare quanto la tecnologia sia avanzata negli ultimi dieci anni. Ma anche se alla fine il nuovo Nomenclatore comprenderà, per la prima volta, gli ausili informatici ICT (Information Communication Technology), evento la cui portata sarà storica nel nostro Paese, potrebbero verificarsi altri problemi. Infatti, nella parte della bozza del Decreto dedicata agli ausili tecnologici ci sono dei punti delicati su cui si sofferma, con un appello sottoscritto anche dalla FISH, il GLIC, l’associazione che raccoglie i centri italiani di consulenza sugli ausili elettronici e informatici per persone con disabilità.
Rivolgendosi al Ministero del Welfare, alla Conferenza delle Regioni e agli assessori regionali di Sanità e Politiche Sociali, il GLIC fa notare loro che nella bozza mancherebbero «adeguate misure per garantire la qualità del percorso prescrittivo dei nuovi ausili ICT». Questo significa, spiega l’associazione, che «la prescrizione di ausili ICT rischierà di trasformarsi in un motore di spesa protesica senza garanzie di appropriatezza e di qualità, con forti ricadute negative anche sugli utilizzatori finali e le loro famiglie».

Ecco le considerazioni fondamentali proposte, sulla base del fatto che il settore ICT è innovativo, specializzato e a rapidissima evoluzione e perciò chiede procedure specifiche diverse da quelle convenzionali:
1) A differenza degli ausili tradizionali, quelli ICT sono per lo più complessi, comprendenti non un solo prodotto ma più dispositivi hardware e software organizzati in un sistema.
2) Gli ausili ICT vanno personalizzati e per farlo occorrono competenze integrate tra i settori tecnologico e riabilitativo, competenze non possedute dalla figure sanitarie che attualmente sono incaricate di prescrivere gli ausili. Occorrerebbe supportare il prescrittore con competenze specializzate, oltre che individuarlo tra candidati con provata competenza ed esperienza nel campo degli ausili tecnologici, riconoscendo in primo luogo le figure già operanti sul territorio nazionale. Si contesta in questo punto la soluzione messa a punto nella bozza, per cui sarebbero riconosciuti consulenti un “tecnico abilitato all’esercizio della professione o arte sanitaria ausiliaria” e un “tecnico elettronico-informatico”, ma entrambi sarebbero sprovvisti di preparazione, l’uno per quanto riguarda la tecnologia, e l’altro per quanto riguarda le applicazioni tecnologiche per la disabilità.
3) Per gli ausili ICT occorrono inoltre canali di fornitura ausili con competenze specifiche.

Il GLIC segnala poi l’esistenza nel territorio italiano di numerosi Centri Ausili specializzati nel settore delle tecnologie ICT situati nell’ambito di strutture pubbliche (ASL) o private, per lo più facenti capo al GLIC stesso. Tali enti, privi di interessi commerciali diretti, hanno sviluppato competenze multidisciplinari specificamente mirate a erogare proprio prescrizioni di ausili ICT a persone con disabilità. In altri Stati europei, centri equivalenti sono «riconosciuti nei percorsi di assistenza protesica» e, in Italia, «si sono avviati percorsi stabili o sperimentali che vedono i Centri Ausili tecnologici nel ruolo di supporto al processo prescrittivo». Nell’appello, il GLIC chiede dunque di considerare i Centri Ausili e di riconoscere alcune prestazioni erogabili dagli stessi a titolo di consulenza. (Barbara Pianca)

Per informazioni: GLIC c/o Ausilioteca AIAS, tel. 051 6597711, glic@ausilioteca.org – www.centriausili.it.
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