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Contenere la spesa non può voler dire tagliare la riabilitazione a chi ne ha bisogno

Uomo di profilo con espressione pensierosa (foto in bianco e nero)«Segnalo che molti assisititi – scrive ai responsabili dei Distretti Sanitari della Provincia di Salerno Angelo Cerracchio, direttore sanitario del Centro di Riabilitazione “Leucosia”-ANFFAS di Salerno (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) – soprattutto in età evolutiva, che hanno interrotto il trattamento riabilitativo durante il periodo estivo, non possono riprendere il trattamento stesso poiché il Centro ha raggiunto la capacità operativa massima».
«Questo non sarebbe un problema – aggiunge Cerracchio – se quelle persone, titolari di un progetto riabilitativo, trovassero accoglienza presso altri Centri di Riabilitazione provvisoriamente accreditati: purtroppo ciò non avviene poiché i Centri che operano nel Distretto Sanitario 66 hanno saturato le liste d’attesa dei trattamenti ambulatoriali e domiciliari, per altro calcolate dall’ASL di Salerno su 300 giorni e non su 276».

Una situazione, quindi, quanto mai difficile per tante famiglie, vivamente preoccupate per la salute dei propri figli. Ma qual è la ragione di tutto ciò? «Se effettivamente non c’è possibilità di accedere ai servizi riabilitativi – scrive ancora Cerracchio nella sua lettera alle autorità sanitarie del territorio salernitano – delle due l’una: o il fabbisogno riabilitativo del territorio è sottostimato (situazione che denunciamo da anni) oppure le prescrizioni non sono appropriate». E in ogni caso, conclude il direttore sanitario del Centro campano, «la Vostra attenzione è necessaria perché l’attività riabilitativa, in regime di ex articolo 26 [della Legge 833/78, istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale, N.d.R.] prevede la presa in carico e la continuità assistenziale. Si tratta inoltre di prestazioni comprese nei livelli essenziali di assistenza e di cittadini che godono di specifiche tutele».

Vi sono dunque molte famiglie del Salernitano che non comprendono come i loro figli possano essere in lista d’attesa per fruire di prestazioni riabilitative che l’Azienda Sanitaria Locale prescrive ma non riesce a erogare. «L’impressione – ci dichiara Angelo Cerracchio – è che la programmazione sanitaria nella Regione Campania stia facendo un po’ di confusione, accomunando in una programmazione che mira al contenimento della spesa coloro che necessitano di prestazioni riabilitative, ovvero le persone con disabilità, con coloro che erogano prestazioni riabilitative, vale a dire i gestori privati di strutture riabilitative accreditate. Resta il fatto che il problema sta aggravandosi e diventando sicuramente “imbarazzante” per il sistema sanitario campano». (S.B.)

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