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No escort: Disabili sul bus senza accompagnatori

La campagna promossa dall'Associazione Luca Coscioni è già al lavoro a RomaHa avuto inizio nei giorni scorsi a Roma la campagna denominata No escort – Disabili sul bus senza accompagnatori, promossa dall’Associazione Luca Coscioni, allo scopo di sollevare la questione del “rientro nella legalità” del trasporto pubblico, «che oggi – come spiegano i promotori dell’iniziativa – nella maggior parte d’Italia non consente ai cittadini disabili, malati o comunque con problemi di movimento, di poter accedere al servizio pubblico in maniera indipendente e rispettosa della dignità umana».

La prima uscita, dunque, si è avuta, come detto, a Roma, con la partecipazione diretta di alcune persone con disabilità, per “collaudare” una serie di fermate. Guidato dal presidente del Partito Radicale Nonviolento Sergio Stanzani, composto anche dal segretario dell’Associazione Coscioni Marco Cappato e da Mario Staderini della Direzione di Radicali Italiani, in veste di accompagnatori, il gruppo ha potuto contare sulla presenza dei “collaudatori” Gustavo Fraticelli e Luisella Palumbo, oltre che di Vittorio Ceradini, architetto autore di uno studio scientifico sulle fermate di Roma. Tutti indossavano dei “fratini” con la scritta No escort – disabili sul bus senza accompagnatori.
Tra le altre, sono state verificate le condizioni delle fermate in Piazza dell’Ara Coeli (di fronte al Campidoglio) e in Via Plebiscito (di fronte a Palazzo Grazioli) ed entrambe, pur essendo tra le principali del centro storico e tra le più frequentate, sono risultate totalmente inaccessibili.

«Quella in Piazza Ara Coeli – ha sottolineato Staderini – è stata realizzata pochi mesi fa ed è davvero incredibile che gli Uffici Comunali abbiano dato la loro approvazione, nonostante l’evidente inaccessibilità. Tutti i giorni passano li davanti il Sindaco, gli Assessori, il capo del Governo, ma nessuno di loro sembra si sia mai posto il problema».
«Quando vado a New York – ha dichiarato Fraticelli – posso girare da solo sui bus come sulle metropolitane, qui a Roma non mi resta che spendere i soldi del taxi. Rivendico dunque il diritto di potermi muovere in maniera indipendente, senza accompagnatori».
Secondo Stanzani si tratta di «un esempio dell’illegalità del nostro Paese e dello spreco di denaro pubblico: il Comune, infatti, ha speso milioni di euro per rendere accessibili gli autobus, ma se poi non si riesce neanche ad accedere alle fermate che senso ha?».

L’Associazione Luca Coscioni ha pertanto deciso di presentare in tempi brevi un dossier al sindaco di Roma sullo stato dell’illegalità del trasporto pubblico e il presidente della stessa Marco Cappato ha dichiarato: «Non ci fermeremo sino a quando il Comune non avrà presentato ai cittadini un piano strutturale per la rapida messa a norma delle fermate. Se necessario, i lavori li faremo noi e ne chiederemo conto». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: www.lucacoscioni.it.
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