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Un Patto Europeo sulla Disabilità: il futuro non può più attendere*

Il presidente dell'European Disability Forum Yannis VardakastanisL’European Disability Forum (EDF), la “voce” di 65 milioni di cittadini europei con disabilità, si è riunito a Stoccolma per approvare la proposta di un Patto Europeo sulla Disabilità, «strumento politico – ha sottolineato il presidente del Forum Yannis Vardakastanis – che potrebbe garantire un reale mainstreaming della disabilità all’interno delle politiche dell’Unione Europea [letteralmente “l’ingresso nel flusso principale”, N.d.R.], attraverso la promozione dei diritti delle persone con disabililità e lo sviluppo di una valida agenda che impegni sia le Istituzioni dell’Unione sia gli Stati Membri».
La Svezia è certamente un Paese leader in Europa nella promozione dei diritti umani e in tal senso si è distinta anche rispetto alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata  il 15 dicembre 2008. Inoltre, la Presidenza svedese dell’Unione Europea si è impegnata a raggiungere entro la fine di questo anno un accordo per la ratifica della Convenzione da parte della Comunità Europea. Per la prima volta nella storia, dunque, quest’ultima aderirebbe in quanto tale – al di là e oltre i singoli Stati – a un trattato internazionale sui diritti umani, ciò che costituirebbe un forte segnale per gli stessi Stati Membri, sia per l’implementazione della Convenzione a livello nazionale, sia per il riconoscimento della disabilità come tema trasversale rispetto alle politiche di ogni settore.

Un tale contesto politico implica però una reale necessità di azioni coordinate ed è quindi fondamentale per la Commissione Europea sincronizzare la propria strategia sulla disabilità con gli Stati Membri: per questo il Patto Europeo sulla Disabilità rappresenta oggi uno strumento essenziale. Ingrid Burman, portavoce della Federazione Svedese sulla Disabilità, ha dichiarato: «Il Patto Europeo sulla Disabilità sarà una forza trainante che consentirà all’Unione e ai suoi Stati Membri di procedere verso un’Europa libera da barriere per le persone con disabilità». Attraverso il Patto, inoltre, la cosiddetta Strategia di Lisbona fornirà un nuovo impulso all’inclusione sociale delle persone con disabilità, riconoscendo appunto la disabilità come un tema trasversale. Il Patto coprirà le questioni del lavoro, della tutela sociale, dell’istruzione, della crescita e della competitività, della ricerca e delle politiche per l’inclusione digitale.
Vardakastanis ha voluto anche ricordare il positivo effetto che ha avuto il Patto Europeo per la Parità di Genere, adottato nel 2006, e ha rilevato: «Il Patto sulla Disabilità è destinato a dare una direzione chiara e a lungo termine alle politiche sulla disabilità a livello europeo, declinata attraverso la definizione di misure strategiche che includano a livello continentale e nazionale la legislazione e gli obiettivi sino al 2020».

Dopo avere ottenuto dunque dalla comunità internazionale il riconoscimento dei loro diritti umani – segnatamente con la Convenzione ONU – le persone con disabilità si attendono ora un sistematico miglioramento delle loro condizioni di vita e il rispetto per i loro uguali diritti nelle decisioni politiche a tutti i livelli. Dal canto suo l’EDF ha ribadito a Stoccolma di essere ben pronto a partecipare al processo per lo sviluppo del Patto sulla Disabilità. L’implementazione della Convenzione è una sfida per tutti gli stakeholders [“portatori di interesse”] e tutti trarranno benefici dalla sua adozione: gli Stati Membri, la Commissione Europea e naturalmente i 65 milioni di persone con disabilità in Europa.

*Traduzione e adattamento a cura di Giuliano Giovinazzo di una nota diffusa dall’EDF (European Disability Forum).

La Convenzione sulla Disabilità nel mondo: chi ha ratificato

Ad oggi, 22 ottobre 2009, sono esattamente 70 i Paesi che appaiono nell’elenco ufficiale prodotto dall’ONU, come ratificatori della Convenzione, ed esattamente i seguenti (in ordine cronologico, pubblicando la data che risulta dal portale dell’ONU):
– Giamaica (30 marzo 2007) – Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Cuba (6 settembre 2007) – Gabon (1° ottobre 2007) – India (1° ottobre 2007) – Bangladesh (30 novembre 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – Nicaragua (7 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Giordania (31 marzo 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Egitto (14 aprile 2008) – Honduras (14 aprile 2008) – Filippine (15 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Qatar (13 maggio 2008) – Kenya (19 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Australia (17 luglio 2008) – Thailandia (29 luglio 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Cina (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Turkmenistan (4 settembre 2008) – Nuova Zelanda (25 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Vanuatu (23 ottobre 2008) – Lesotho (2 dicembre 2008) – Corea del Sud (11 dicembre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) – Svezia (15 dicembre 2008) – Oman (6 gennaio 2009) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Uruguay (11 febbraio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Gran Bretagna (8 giugno 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Danimarca (24 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Malawi (27 agosto 2009) – Portogallo (23 settembre 2009) – Laos (25 settembre 2009) – Repubblica Ceca (28 settembre 2009) – Turchia (28 settembre 2009).

Per quanto riguarda invece il Protocollo Opzionale alla Convenzione (testo che consentirà al Comitato sui Diritti Umani delle Persone con Disabilità di ricevere anche ricorsi individuali – di singoli o di gruppi di individui – e di avviare eventuali procedure d’inchiesta), a ratificarlo sono stati finora i seguenti 45 Paesi:
– Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Bangladesh (12 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) –  Svezia (15 dicembre 2008) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Repubblica Araba di Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Gran Bretagna (7 agosto 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Australia (21 agosto 2009) – Turchia (28 settembre 2009).

Per ulteriori approfondimenti: www.un.org/disabilities.

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