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Alcune condizioni necessarie per poter proseguire con l’integrazione

Ragazzo in carrozzina in un'aula scolastica insieme a un'insegnanteIl mondo scolastico, soprattutto per quanto riguarda l’integrazione degli alunni con disabilità, attraversa momenti di disagio e di grande difficoltà. Infatti, la contrazione dovuta ad improvvide norme legislative nazionali, del personale scolastico e dei docenti curriculari e in special modo di quelli specializzati per l’area della disabilità, nonostante i tentativi di ridurre questi stessi disagi, crea difficoltà in tutti gli istituti scolastici ove vi siano alunni con disabilità. E se si aggiunge che nella maggioranza dei casi gli Enti Locali, le Province e i Comuni hanno difficoltà a realizzare gli indispensabili servizi di supporto, la situazione rischia di diventare esplosiva, non solo perché nel quotidiano i diritti vengono negati e si lasciano, soprattutto, le persone sole con le loro angosce e i loro bisogni di assistenza, ma anche perché si disconoscono le norme che in questo senso lo Stato ha assunto, le quali dovrebbero essere essere invece inviolabili e rispettate nel loro spirito e nella loro lettera.

Come sottolineato altre volte anche su queste pagine, in Sicilia tali condizioni hanno ripercussioni ancora più gravi, poiché sul territorio non esistono – o sono pochi – i servizi che potrebbero essere alternativi alla scuola, in grado comunque di dare una continuità assistenziale, che funga anche da veicolo per una reale integrazione sociale.
Nel mese di agosto scorso si era trovato un accordo tra la Regione Siciliana e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in base al quale venivano recuperati circa 600 docenti specializzati, rispetto a una riduzione prevista di 697 unità, con finanziamenti adeguati, la maggior parte dei quali provenienti dalle somme dei Fondi Sociali Europei a disposizione della Regione. Si pensava dunque che nelle prime settimane di quest’anno scolastico quelle seicento unità sarebbero state immesse in servizio per sopperire alle crescenti difficoltà.
Tali immissioni devono avvenire tramite bandi pubblici e quindi con contratti singoli che la Regione, in accordo con l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, dovrà affidare ai cinquantacinque Centri Territoriali di Risorse per l’Handicap (CTRH).
Ebbene, la complessa procedura burocratica e amministrativa ha creato le premesse per cui, ancora oggi, i bandi non sono stati elaborati definitivamente, né tanto meno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, affinché le procedure stesse possano essere espletate al più presto. E questo è intollerabile, se solo si pensa che le difficoltà sul territorio e negli istituti scolastici sono veramente gravi.

L’integrazione degli alunni con disabilità è un processo che impegna varie figure professionali; se manca una di queste figure, il percorso si fa subito più ripido e con molte difficoltà. Ad esempio, in una scuola di Palermo, dall’inizio dell’anno scolastico in corso, sono stati iscritti trentadue alunni con disabilità, molti dei quali con notevole gravità; ad assisterli vi è, attualmente, un solo assistente igienico-personale e questa carenza fa risaltare di più lo scarso numero di docenti specializzati, disponibili e impegnati nello stesso istituto scolastico.
Bimbo con disabilità insieme a docente di sostegnoÈ necessario quindi fare chiarezza e periodicamente ricordare a noi stessi e anche a chi opera nel settore e svolge attività d’informazione che le figure impegnate nell’integrazione degli alunni con disabilità sono essenzialmente tre e cioè:
– il docente specializzato,
– l’assistente per l’autonomia e la comunicazione,
– l’assistente igienico-personale.
Si tratta di figure non interscambiabili, o sostituibili, fra di loro, ma che con il loro lavoro, le loro responsabilità e competenze devono coinvolgere il docente curricolare, l’intera classe e l’istituto scolastico, per favorire il lavoro di gruppo che rende più facile l’integrazione degli stessi alunni con disabilità.
In questo senso occorre ancora una volta precisare le competenze, gli ambiti e i carichi di lavoro, che possono essere diversi a seconda della denominazione indicata per una o l’altra figura professionale. La terminologia usata nell’indicare queste figure è fondamentale, infatti, per non alterare meccanismi, per non essere fuorvianti e per non ingenerare confusione sia negli utenti, sia con quanti operano nell’ambito della scuola.
L’assistente igienico-personale, ad esempio, è cosa ben diversa dall’assistente igienico-sanitario che deve invece operare in un ambito diverso dall’ambiente scolastico; il primo, infatti, è responsabile dell’accoglienza e del soddisfacimento dei bisogni dell’alunno con disabilità, mentre il secondo opera più in campo sanitario. E invece questa terminologia inappropriata viene usata molto spesso con superficialità, non tenendo conto che l’indicazione esatta nella dizione della figura professionale è indispensabile per attuare correttamente il processo di integrazione.
E ancora, succede a volte che l’assistenza specialistica venga confusa con la necessità di avere nella scuola logopedisti e psicomotricisti, come se nell’ambito scolastico potessero essere inserite figure che svolgono attività di riabilitazione, facendo perdere agli stessi istituti scolastici le loro caratteristiche fondamentali, che sono quelle di offrire l’apprendimento e un percorso didattico, utile, in ogni caso, per l’integrazione.
Inoltre, l’assistenza specialistica dev’essere intesa per facilitare la stessa integrazione ed è formata quindi dagli assistenti per l’autonomia e la comunicazione, provenienti, anche, da corsi di studi universitari delle Facoltà di Scienze della Comunicazione, che devono accompagnare e aiutare l’alunno con disabilità nel suo percorso di apprendimento, attenuando le sue difficoltà e interagendo con i docenti curricolari e specializzati, con gli assistenti igienico-personali e con l’intera classe.

Bimbo in carrozzina a scuolaL’assistenza specialistica è un servizio non molto diffuso e assai poco realizzato in molte parti d’Italia; addirittura essa è quasi totalmente non realizzata dagli Enti Locali siciliani o, per meglio dire, è presente solo per l’assistenza alla comunicazione, indirizzata, quindi, agli alunni sordi. Sarebbe invece indispensabile estenderla a tutte le forme di disabilità, favorendo, soprattutto in Sicilia, il processo di integrazione.
Nel Comune di Palermo, ad esempio, vi sono enormi difficoltà per realizzare il servizio di assistenza specialistica per tutte le forme di disabilità e altrettanti problemi esistono per realizzare il servizio di assistenza igienico-personale.
Su quest’ultimo versante, l’Amministrazione Comunale del capoluogo siciliano ha deciso – nel luglio scorso – di stabilizzare con il compito di collaboratori scolastici, adibiti alla mensa, ma soprattutto all’assistenza igienico-personale per gli alunni con disabilità, circa quattrocento lavoratori socialmente utili che provenivano da diversi ambiti e varie mansioni, spesso molto lontane dai problemi dell’area della disabilità. Questa operazione comportava la necessità di formare adeguatamente questo personale, prima di immetterlo in servizio, ma i tempi stringenti e la necessità di utilizzarlo sin dall’inizio dell’anno scolastico hanno convinto l’Amministrazione a rivolgersi al Coordinamento H fra le Associazioni che Tutelano i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana ONLUS e all’Associazione Famiglie di Disabili (AFADI) ONLUS, affinché svolgessero, in forma gratuita, delle lezioni informative.
Le due organizzazioni – considerati i tempi ristretti e soprattutto il numero rilevante di partecipanti – hanno deciso, in accordo con l’Amministrazione Comunale, di fare svolgere, dal 22 settembre al 15 ottobre, dei seminari da definire meglio come momenti di riflessione e informazione di base, rivolti a gruppi di ottanta-novanta persone, per due volte la settimana. In tal modo si sono offerte ai partecipanti delle informazioni di base fondamentali per svolgere il compito cui sono stati chiamati, ma non si può certo parlare di formazione completa ed esaustiva.
In alcuni ambiti scolastici palermitani si sussurrava, quindi, che «bastavano appena due giorni per formare l’assistente igienico-personale», ciò che logicamente non può corrispondere al vero poiché per una vera formazione sono necessarie molte ore o addirittura mesi.

È indispensabile, in conclusione, che ognuno assuma il ruolo di propria competenza, anche attraverso l’uso di una terminologia corretta ed etica, che non disorienti gli stessi alunni con disabilità, i loro familiari e anche gli operatori che, a vario titolo, si occupano del mondo scolastico. Solo così il percorso del processo di integrazione, già irto di difficoltà e di incertezze – si pensi solo alle ultime sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale che in Sicilia ha condannato lo Stato per non avere previsto docenti specializzati in numero sufficiente per l’anno in corso – potrà proseguire con un impegno totale e globale di tutti.

*Responsabile del Coordinamento H fra le Associazioni che Tutelano i Diritti delle Persone con Disabilità nella Regione Siciliana ONLUS.

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