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Sembrano salvi, almeno per quest’anno, i Difensori Civici

Alessandro Barbetta, Difensore Civico del Comune di Milano, è anche Coordinatore Nazionale dei Difensori Civici MetropolitaniUna campagna con migliaia di adesioni denominata Salviamo il Difensore Civico Metropolitano, avviata anche tramite una petizione in Facebook: era stata questa l’iniziativa lanciata dalla LEDHA di Milano (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) – cui abbiamo dato ampio spazio nei giorni scorsi (se ne legga ad esempio cliccando qui) – dopo i tagli previsti dall’articolo 2, comma 186 della Legge Finanziaria per il 2010 (Legge 191/09) e la conseguente decisione del Comune di Milano di smantellare l’Ufficio del Difensore Civico della città, senza che su tale questione si fosse espresso l’unico organo ritenuto competente sulla materia, vale a dire il Consiglio Comunale.
Ora però una prima importante novità si è prodotta, come si legge in una nota diffusa dall’Ufficio Comunicazione del Difensore Civico di Milano, che riprende quanto dichiarato da quest’ultimo (Alessandro Barbetta, che è anche coordinatore nazionale dei Difensori Civici Metropolitani), duranti i lavori del 20 gennaio della Commissione Consiliare “Qualità, Servizi al Cittadino, Semplificazione e Servizi Civici”.

«Anzitutto – ha spiegato infatti Barbetta – va riaffermato un principio: l’articolo 2, comma 186 della Finanziaria per il 2010 non ha un’efficacia automatica sull’Istituto del Difensore Civico. La soppressione di questa figura di garanzia, prevista e regolata nello Statuto di ciascun Comune, dev’essere decisa e attuata con una deliberazione di modifica statutaria del Consiglio Comunale. In mancanza, ogni provvedimento in merito risulta viziato da illegittimità e incompetenza. Per tale ragione a Milano, così come in tutti gli altri Comuni italiani, il Difensore Civico deve continuare a svolgere ordinariamente la sua funzione».
Quasi contemporaneamente, poi, si è inserito nel quadro un Decreto Legge governativo (Consiglio dei Ministri n. 78 del 13 gennaio 2010), che sospendendo sostanzialmente i tagli, ha  escluso che i Consigli Comunali siano attualmente vincolati alla soppressione dell’Istituto. Al contrario, tale provvedimento ha stabilito che le disposizioni della Finanziaria per il 2010 si applichino «a decorrere dal 2011 ai singoli enti per i quali ha luogo il rinnovo del rispettivo consiglio, con efficacia dalla data del medesimo rinnovo» e non prima.
Nella fattispecie di Milano, ne consegue pertanto che debbano essere annullati sia la rescissione del contratto di lavoro del direttore dell’Ufficio, sia i trasferimenti del personale e il blocco dell’utilizzo delle risorse finanziarie assegnate al servizio.

«Fino al rinnovo della Consiliatura, prevista a Milano per il mese di giugno 2011 – ha “tirato le somme” Barbetta – restano dunque in vigore le norme statali e locali che regolano l’elezione e il funzionamento del Difensore Civico. Ed è del resto evidente che, nel momento in cui il nuovo Consiglio Comunale, eletto nel 2011, dovesse procedere all’eliminazione dell’Istituto, il Difensore Civico in carica decadrebbe automaticamente in ragione della soppressione dell’Ufficio cui è preposto».
«Ma a questo punto – ha concluso il Difensore Civico del capoluogo lombardo – l’orizzonte dev’essere ampliato e in tal senso il Decreto Legge è importante soprattutto perché apre una finestra di discussione. Le Associazioni degli Enti Locali hanno chiesto e ottenuto dal Governo di bloccare i tagli e di ridiscuterli nel merito in occasione dell’iter legislativo per la nuova Carta delle Autonomie Locali. Quale sarà il ruolo in questo percorso del Comune di Milano? La risposta è fondamentale per il futuro della Difesa Civica e per un’Amministrazione che metta i cittadini al centro della propria azione. Se la scelta sarà di impegnarsi per valorizzare e sfruttare i risultati degli investimenti fatti e non disperdere il patrimonio di professionalità e di credibilità maturato, Milano, infatti, potrà contribuire a definire una riforma efficace del sistema di Difesa Civica».

Soddisfazione, di fronte all’evolversi degli avvenimenti, è stata naturalmente espressa dalla LEDHA, dopo che la Federazione aveva sostenuto per settimane il grave rischio per i cittadini – e molto spesso proprio per quelli con disabilità – di essere privati sin dall’inizio di quest’anno di uno dei pochi strumenti a loro disposizione per vedere tutelati i propri diritti. (S.B.)

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