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Non si può trattare sulla salute come si fa al mercato!

Immagine sfuocata in bianco e nero di persona in carrozzina al computerLunedì 22 marzo, il MID (Movimento Italiano Disabili) sarà presente presso la Regione Lazio (Via della Pisana, 1301, Roma, ore 10.30), per protestare e far sentire la propria voce sui problemi delle terapie non riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale, pur venendo esse prescritte dai medici. «Le persone con disabilità – sottolinea Francesco Ferrara, presidente del MID – vengono quindi a trovarsi scoperte per tale servizio e per poter usufruire di terapie necessarie si vedono costrette a dover “patteggiare” con ASL e Comuni cifre forfettarie, come se la salute personale fosse una merce da contrattare a un banco di mercato. Non è mai superfluo, a questo proposito, ricordare che una persona con disabilità percepisce 256,67 euro mese. Come può quindi pagare le terapie?».

In un comunicato stampa, poi, sempre il presidente del MID cita a simbolo di questa battaglia una delle tante lettere ricevute, nelle quali quotidianamente si riscontrano ovunque disfunzioni del sistema burocratico italiano. «Si tratta – precisa Ferrara – della lettera inviata da una mamma che ha chiesto il nostro aiuto e come succede per altri cento, mille casi “scartati” dalle terapie classiche che passa il Servizio Sanitario Nazionale, deve colpire soprattutto la frase “diritto alle cure della mia figliola”, riferita a una persona che è Cittadina Italiana, i cui genitori pagano puntualmente le tasse (il papà è di professione militare e quindi lo Stato prende in anticipo i soldi dalla sua busta paga), anche se per le Istituzioni, guardando all’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), la famiglia viene ritenuta “benestante”».

Nella lettera citata dal MID si scrive tra l’altro: «Sono residente a Guidonia, in provincia di Roma, madre di una minore con una patologia invalidante. Mia figlia, nel gennaio 2009, è stata sottoposta a un intervento di impianto di viti e barre sulla colonna vertebrale, che ha purtroppo limitato la sua deambulazione e che la costringerebbe a frequenti terapie riabilitative. La mia famiglia è composta da cinque persone, io, mio marito e tre figli e l’unico sostentamento è dato da mio marito, di professione militare. Mia figlia ha bisogno della terapia di idrochinesi, che purtroppo non è convenzionata dalla Regione Lazio ed è costosissima anche per la sua durata di un anno, come da prescrizione medica ospedaliera. Nel nostro territorio, a Guidonia, vi sono solo strutture private e mancano strutture sanitarie ospedaliere organizzate per la riabilitazioni. Dovremmo noi tutti genitori poter dimostrare ai vertici delle Istituzioni che siamo “cittadini dimenticati dallo Stato”. Il mio conto in banca è sempre rosso, ma le istituzioni ci descrivono come una “famiglia benestante” e per i loro criteri non è accettabile l’eventuale diritto alle cure della mia figliola».

Pertanto, di fronte ai numerosi casi simili a questo, il MID ritiene che «protestare contro la Regione Lazio sia ciò che resta da fare, perché intervenga e metta a disposizione la cifra che consenta a questa e a tante altre famiglie di sostenere quelle cure». (S.B.)

Per ulteriori informazioni: tel.0774 343891, info@ilmid.it.
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